Ridimensionate dagli impegni in Champions League, le sorelle di Manchester cercano conferme e consolazione in campionato, dove sono appaiate al vertice. Questo pomeriggio contro il neopromosso Norwich Sir Alex Ferguson può contare sull’ottimo momento di forma di Welbeck ma dovrà rinunciare ancora una volta a Rooney, bloccato da un problema muscolare. Un’assenza destinata a pesare non poco perché in due gare senza Wazza i Red Devils hanno raccolto solo due pareggi. Acque ancora più agitate in casa dei Citizens dopo il clamoroso rifiuto di Tevez a scendere in campo. Su proposta di Roberto Mancini, l’argentino è stato messo fuori rosa ma ancora una volta, nonostante l’ottimo avvio di stagione, è l’ennesima polemica a turbare la vigilia della trasferta a Blackburn.
CENSURA – Nell’ultima conferenza stampa però il City ha blindato le domande relative all’argentino, non chiarendo se ci sarà quello che oggi appare come un improbabile perdono da parte della società. «Tevez non è un mio problema. Sono il manager di una squadra che è concentrata sul campionato e la Champions. Tutto il resto non mi riguarda» , le parole del tecnico italiano, sottintendendo che il suo pensiero lo ha già espresso. A caldo, martedì sera, all’Allianz Arena. E da lì non è disposto a spostarsi di un solo centimetro. Dunque confermata la rottura irrimediabile tra Mancini e Tevez, a questo punto la società dovrà trovare una soluzione per limitare al minimo le perdite per l’inevitabile cessione.
COMPLIMENTI – Una decisione forse antieconomica ma che si è meritata i complimenti di Ferguson: «Penso che Mancini in questa circostanza abbia dimostrato tutto il suo carattere e la sua determinazione. E ha fatto molto bene perché nel calcio non c’è nessuno che conti di più del manager. Tutti noi abbiamo dovuto affrontare le nostre difficoltà ma tenere stretto il bastone del comando è segno di personalità», il commento ( sicuramente gradito a Mancio) di Sir Alex. Quella di Blackburn, così diventa una partita da vincere ad ogni costo, per mantenere il primo posto ma soprattutto per tenere a freno uno spogliatoio costantemente sull’orlo di una crisi di nervi. Oltre a Tevez anche Dzeko in Germania ha protestato platealmente dopo la sostituzione. Un comportamento che Mancini ha stigmatizzato prima con il giocatore negli spogliatoi, poi davanti ai taccuini. Comunque l’attaccante bosniano ( che nel frattempo si è scusato) non rischia il posto, in attacco confermato con Sergio «Kun» Aguero.
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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