Non bastano tre gol in 50′ al Chelsea per superare il Manchester United che – irriducibile fino al triplice finale – strappa un punto insperato a Stamford Bridge. Perché dopo una manciata di minuti nel secondo tempo la sfida di Londra sembra irrimediabilmente segnata. Ma gli uomini di André Villas Boas – ingenui al limite dell’autolesionismo – dimenticano l’orgoglio e il carattere dei campioni in carica. Che, aiutati anche dall’arbitro Webb, ritornano in partita su rigore, agganciano i Blues fino a sfiorare la clamorosa vittoria allo scadere. Grande ripresa dunque dello United dopo un primo tempo a senso unico che il Chelsea merita di chiudere in vantaggio.
ARBITRO NEL MIRINO – Giornata di decisioni arbitrali discutibili, come quella in apertura di gara per l’aggancio in area di Ivanovic ai danni di Welbeck, Webb lascia correre. Il gol dei rivali del Napoli negli ottavi di Champions, meritato non meno che fortuito, arriva dopo la mezz’ora quando la conclusione di Sturridge carambola su Evans prima di finire in rete. La ripresa comincia con i fuochi d’artificio dei padroni di casa che si illudono di aver messo in ghiaccio la vittoria dopo le reti di Mata e Luiz. Vittoria al sicuro? Nient’affatto perché con due rigori Rooney accorcia il distacco. Sfortunata la chiamata di Webb in occasione della seconda decisione: il replay indica chiaramente il tuffo di Welbeck. Restano però impietosi i limiti del Chelsea, incapace ad arginare la pressione degli ospiti che trovano così il pari definitivo quando Giggs confeziona dalla sinistra ed Hernandez infila di testa.
ORGOGLIO – La reazione dei Blues esalta De Gea, autore di due interventi decisivi su Mata e Ivanovic. Anzi, il Chelsea rischia sulla conclusione dalla distanza di Carrick. La parata di Cech evita la beffa, non la delusione per la rimonta subita. «E’ stata una partita spettacolare, complimenti allo United ma noi avremmo dovuto gestire meglio il vantaggio. L’arbitro? Ovviamente ha condizionato il risultato ma è inutile lamentarsi a questo punto» , il commento di Villas Boas.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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