E’ stato breve ma nemmeno tanto intenso, la meteora Corini ha sorvolato i cieli azzurri per poco più di una stagione, senza lasciare un solco evidente ma semmai un buon ricordo. Peccato . . . perché il “genio”, con poca sregolatezza però, proprio in quella stagione 93/94 un po’ così, non ha potuto mettere in campo tutto il suo sapere calcistico, fatto di precise geometrie, tecnica sopraffina e punizioni micidiali (quelle che ora come ora farebbero al caso del Napoli).
REGISTA- Un vero peccato, perché Eugenio Corini, classe 70 da Bagnolo Mella provincia di Brescia, ha fatto poi breccia nei cuori clivensi e palermitani. Soprattutto in questi ultimi. Ma, tant’è: quelli erano i tempi di Lippi e Boskov, dei post-Maradona e post-Zola e, probabilmente per un qui pro quo di base, dal regista lombardo ci si aspettava funambolismo e meraviglie sulla trequarti, cose di stretta competenza dei suoi illustri predecessori. Quello che occorreva per nobilitare una carriera interminabile (ha giocato sino alla soglia dei 40) e con più di una soddisfazione, l’ha messo in campo tra Verona e Palermo. Quella isolana è stata la sua esperienza più significativa, ove si pensi che nei quattro anni in rosanero si è goduto la promozione in A, la fascia di capitano ed il pieno consenso dei tifosi, cosa che era un po’ mancata nella parentesi napoletana.
Inutile chiedergli tra le due piazze quale porti maggiormente nel cuore ma: «Napoli per me è stato un approdo importante, ho imparato tanto in quel periodo, anche se c’è un po’ di rammarico per com’è andata . . .» . L’attuale mister del Frosinone è intervenuto a più riprese alle radio locali ribadendo concetti ed impressioni sulla sfida di domenica e sul Napoli formato Champions. «Il Napoli ha acquisito piena consapevolezza della sua forza. Ai miei tempi le cose erano diverse, era un periodo di transizione e per certi versi si pagava lo scotto di un ciclo che stava chiudendosi. Ora è il contrario. Un ciclo s’è aperto, e bisogna dire che tutto va per il verso giusto. Gli azzurri hanno centrato il terzo in campionato, l’ingresso in Champions ed il meritato passaggio di turno a spesa di squadre ben più gettonate».
FUTURO- Adesso però c’è l’imbarazzo della scelta… «Beh, questo sì, il fatto che il Napoli abbia conquistato la ribalta europea è un onore, ha avuto però come risvolto negativo quello di perdere punti in campionato. Ma il prossimo incontro di Champions è lontano e c’è tutto il tempo per tentare una risalita in classifica» . C’è un Corini adesso in circolazione? «Mi spiace per Cigarini, l’azzurro non ha fatto la sua fortuna, ma ha delle doti non comuni che affinerà solo giocando con continuità e migliorando la struttura fisica. Qualche similitudine la vedo» . Se si dice Napoli, quello di adesso, chi le viene subito in mente? «Di certo il tridente. Quando girano al massimo sono devastanti. Lavezzi con qualche gol in più sarebbe un big, Hamsik lo reputo una mezzala d’attacco che poche formazioni in Europa hanno. Con Cavani ci siamo incrociati a Palermo nel mio ultimo anno di calcio giocato. Era un ragazzino ma già si capiva che sarebbe diventato un bomber di razza. Ora nella sua “location” c’è Inler … «E’ un interprete fantastico del suo ruolo. Riesce con disinvoltura a cambiare il gioco in ogni momento e fa pure i gol. Penso che sia fondamentale per Mazzarri. Peccato per Donadel, ha perso tempo prezioso, ma il suo pieno recupero sarebbe sicuramente importante» .
E Napoli-Palermo? «Vedrete, sarà una bella partita…».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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