Il Napoli sta pagando lo scotto di non avere l’abitudine a certi tipi di competizioni. Ci sono alcuni giocatori che hanno fatto la Coppa America, fanno parte della Nazionale e hanno giocato più di quaranta partite tra campionato, Champions e Coppa Italia. Che io ricordi, Cavani, da un anno e mezzo a questa parte, non si riposa almeno venti giorni consecutivi. Il logorio mentale e fisico diventa fisiologico, soprattutto se disputi una competizione che ti porta via tante energie. Oggi se andiamo a vedere le quattro semifinaliste di Champions ci rendiamo conto che negli ultimi venti anni sono arrivate a questo obiettivo almeno cinque sei volte. La verità è che sanno gestire le competizioni. Altrimenti non si giustifica l’investimento del Manchester City. Nonostante gli sforzi economici fatti la squadra di Mancini è uscita al primo turno, ha pagato la non abitudine ad un torneo molto difficile e anche impegnativo. Tornando al Napoli, ci sono altre situazioni che possono spiegare il calo del rendimento. Uno scadimento ci sta, si deve mettere in conto una rosa non ampia ed infine non sempre si può gestire la condizione per molto tempo. Ripeto, il problema della squadra azzurra è la somma di tante componenti. Contro la Juve si fa fatica ad avere un parametro veritiero. La squadra di Conte ha fatto trenta partita quest’anno. Ha programmato bene la stagione, ha avuto la fortuna di potersi allenare in modo costante e di monitorare il lavoro. In casa bianconera c’è una componente ambientale che esalta il gruppo. Ripeto, andare a fare paragoni con la Juve la lotta diventa impari. Secondo me Il Napoli non è cotto, ci sono calciatori che hanno fatto addirittura cinquanta partite comprese quelle della Nazionale. Sicuramente la vera competizione è il confronto con la Lazio di questa sera. La squadra di Reja sta nelle stesse condizioni di quella di Mazzarri. Non bisogna sbagliare questa partita, diventa quella della stagione, più della finale di Coppa Italia. Andare a fare risultato all’Olimpico significa poter sperare di entrare in Champions. Sento dire in giro che qualche elemento partenopeo possa essersi svuotato mentalmente dopo essere uscito con il Chelsea e dopo aver conquistato la finale di Coppa Italia e l’accesso all’Europa League. Può anche essere ma a questo punto il resto della squadra, il tecnico e la società devono fare di tutto per caricare l’ambiente. Il Dna di una casacca deve imporre le vittorie, il Napoli deve crescere sotto questo aspetto. Anche nei momenti della minima condizione si deve puntare sempre al massimo. Non so come sarà schierato il Napoli. A volte ci sono delle scelte quasi obbligate. Una per come si predispone l’avversaria e un’altra per problemi che si hanno all’interno del gruppo. Non conosco il pensiero di Mazzarri. Nel momento in cui vai a giocare contro una squadra che ha un solo attaccante, tre difensori sono un po’ troppi. Mettersi a quattro sarebbe un’ esigenza momentanea ma anche giusta tatticamente. Due marcatori contro una punta possono fare meglio perché contro non ne vale la pena. Nel caso del Napoli sembra che manchino tutti gli esterni e quindi uno predisposizione forzata potrebbe essere una chiave di svolta. Gli automatismi non saranno perfetti ma non vuole dire di sbagliare per forza partita.
Fonte: Il Roma
La Redazione
M.V.
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