Il gol di Higuain è figlio unico, di una uscita da rapina, girando su se stesso e andando via e De Jong, un colpo da porta girevole di banca, prima di far partire il suo colpo e mettere il pallone dietro le spalle di Abbiati che non riesce a trattenere il tiro. Balotelli, invece, sbaglia il suo primo rigore, e si arrende a Reina che non si fa beffare dal suo passo solito con finta, si allunga a destra e gli nega la risposta a Higuain: che si aggiudica quella che tutti avevano visto come la sfida per l’attaccante del campionato. Tra i due, Balotelli sembrava Achille e Higuain Ettore, almeno a leggere i giornali, e invece stavolta la storia è andata diversamente. Perché Balotelli ha tirato, c’ha provato, ha ritirato, ha preso anche una traversa, si è procurato un rigore che non ha nemmeno calciato male, e ha segnato quando non serviva più. Non si può dire che sia stato svogliato o distratto, anzi, è stato il miglior Balotelli dell’anno, con una intesa con Matri che fa ben sperare per il futuro e per Allegri. Ma il Napoli è un’altra cosa, ha sofferto, sbagliato, però è stato efficace, consapevole, e senza nessun indugio. La vittoria sta tutta nel gol di Higuain, nella sua invenzione. Il Milan è cresciuto rispetto alla partita col Celtic. E il suo uomo migliore, la sua guida ha trovato un Reina in forma di muro, che gli ha negato il gol a ripetizione, per poi cedere solo allo scadere. Higuain no, ha battuto Abbiati, quasi con facilità e ha regalato la vittoria al Napoli. Si è bevuto i suoi marcatori spesso. E tra i due non c’erano solo le maglie, le squadre, due tipi di gioco ma soprattutto due stili lontanissimi. Balotelli ha sprecato molto, Higuain da tennista ha piazzato il colpo quando serviva, con una costanza e una concentrazione che fanno impressione. Così il Napoli porta a casa una vittoria da Milano che mancava dai tempi di Maradona. Questo fa sperare gli amanti delle ricorrenze, ma dice altro: che Edinson Cavani è un ricordo, che il Napoli ora ha altro per la testa e per i piedi. Raccontava Mark Twain che i primi turisti che tornavano dalla visita alle cascate del Niagara, fossero delusi al limite della recriminazione, poi invece, man mano che passava il tempo e tornavano a guardare con i ricordi, scoprivano la grandezza e si chiedevano come potessero essere stati così ciechi, così frenetici da non capire quello che avevano davanti. Ecco quello che è accaduto dall’estate a ora quando è arrivato Higuain, ed ecco quello che è accaduto tra primo e secondo tempo a San Siro, con un primo tempo che sembrava un paradosso. Tra Higuain e Balotelli, segnava Britos, se non è un paradosso questo. Non che i due non c’abbiamo provato, anzi. Entrambi hanno tentato, si sono fatti sponda, idea, e persino azzardo ma senza fortuna. La differenza è stata tutta di spazio, mentre Balotelli ha giocato in un supermercato affollatissimo, con pochissima libertà, e dovendo stare attento anche ai suoi, pressato ha provato anche a portarsi alla cassa prima con due tiri in area e poi nei pressi dell’uscita a centrocampo inventandosi quasi rifinitore. Poi nella ressa ha persino colpito Albiol al posto del pallone. Risultato: Reina ha parato facile i suoi tiri. Higuain ha giocato da tennista, sempre pronto a ribattere e ripartire ma ha bisogno di una rete davanti e di un avversario, invece, sembrava un esploratore nel deserto, dove ogni tanto gli compariva il miraggio Zapata. Mentre Balotelli era marcato, Higuain marcava tornando indietro per ripartire. È stato tutto un gioco di carambola e rimando il primo tempo. Niente di più diverso a guardarli, hanno corpi diversi, teste lontane, e due squadre distanti non solo per forma e modulo. Le cose migliori, Balotelli, le fa a testa alta quando riceve e tira, mentre Higuain ha regalato dei controlli che sembravano trappole per topi, scattano puntali i suoi piedi a prendere il pallone, con una precisione che impressiona. Non ha le gambe da tir di Balotelli, però ha una accuratezza da velluto blu, anzi azzurro. Mentre Balotelli ha sempre bisogno dello spazio per far seguire lo stop, e se non ha o se lo crea come una rompighiaccio Higuain non ha bisogno di spazio largo, si accontenta di quello che ha. È una pianta grassa. Aspetta e quando è il momento fiorisce. Così è stato, appena è ricominciata la partita, mostrando un colpo da vecchio calcio tanto che sembrava tennis. Sublimando tutta la solitudine patita. Dicendo a tutti quello che prima non si poteva dire e che invece ora appare evidente, il Napoli è primo in classifica, lotta per lo scudetto senza scuorno, e ha dalla sua un grande vero attaccante, che sarà perché è nato in Francia, sarà perché si muove sinuoso: pare un tennista, quando elegante esce tra i difensori e con semplicità piazza i palloni alle spalle dei portieri.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
A.F.
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro