Uno come Alex ha giocato appena tre minuti in più di Caceres, l’uruguaiano che la Juve ha fatto tornare a gennaio. Uno come il Capitano ha accettato di fare il panchinaro anche se la possibilità di giocare (e arricchirsi ulteriormente) altrove c’era. Alex Del Piero è stato utilizzato dal suo ex compagno Conte per 407′, distribuiti in 16 partite, e ha segnato domenica scorsa il primo gol, quello all’Inter. A quasi 38 anni (li compie il 9 novembre, Scorpione non vendicativo perché mai una goccia di veleno ha versato sulla dirigenza e sull’allenatore), Del Piero non vive una seconda giovinezza. È a un bivio. A fine anno scade il contratto con la Juve, il club che lo prese dal Padova nel 1993, 697 partite e 288 gol oltre a tanti trofei, dagli scudetti alla Champions. Il presidente Agnelli è intenzionato a non rinnovare quell’accordo e Alex lo sa, tanto è vero che si sta guardando intorno. Ovvero studia le proposte che arrivano dall’estero, perché in un campionato straniero – europeo, asiatico, americano – potrebbe trovare la sua nuova collocazione. Non in Italia, non al Napoli, anche se le parole di De Laurentiis («Ho sempre ammirato Del Piero, lo prenderei anche se io schiererei tutti diciannovenni e ventenni. Piuttosto, sarebbe un ottimo consulente») lo hanno lusingato.
Persa la fascia perché è diventato capitano poco giocatore, Alex non fa grandi progetti e prepara ogni giorno il passo successivo. Dopo l’Inter, lo ha detto: «Penso al Napoli». Con la speranza di guadagnarsi un po’ di spazio per esaltarsi davanti alla platea dello Juventus Stadium, che continua ad amarlo come il primo giorno. È convinto che si possa chiudere la stagione alla grande: la Coppa Italia, un posto in Champions e magari lo scudetto, sorpassando il Milan in questo convulso finale. Il progetto è stato illustrato da Del Piero sul suo sito internet, la voce di Alex, il 21 marzo: «Noi siamo la Juve, la nostra squadra vale – finalmente – di nuovo una finale, conquistata eliminando il Milan campione d’Italia. Nessun traguardo ci deve essere precluso, siamo una squadra che ha tutto per vincere, e ci batteremo fino all’ultima goccia di sudore per riuscirci. Farò di tutto perché sia un finale di stagione da 10, anzi da 10+».
Il titolo della sua autobiografia, 10+, un lungo racconto in cui c’è stato spazio anche per il Napoli e il geniale Maradona, il primo modello di Alex, e per Napoli. Del Piero ha trascorso qui una parte della sua vita. Indossando non l’azzurro ma la divisa militare che aveva nell’armadietto della Compagnia atleti presso lo stadio Albricci. Di quei tempi gli sono rimasti due grandi amici: Michele Giugliano, che lo accoglieva nel ristorante «Mimì alla Ferrovia», e Armandino Aubry, il tassista pronto ad accoglierlo all’aeroporto. E una grande ammirazione «per una capitale del calcio e per una squadra importante tornata ad alti livelli». Del Piero vuole sfidarla domenica, non soltanto osservarla dal solito posto in panchina.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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