Contro il Bologna la prestazione peggiore e la sconfitta più bruciante, la prima al San Paolo in campionato. Un brutto primo tempo, merito del Bologna e demeriti del Napoli. Pioli ha piazzato due mediani davanti alla difesa che a turno hanno bloccato Hamsik. Uno di quelli maggiormente sotto tono lo slovacco, più continuo rispetto al passato ma ancora lontano dalla continuità dei top player assoluti.
Il Matador poco lucido
Sotto tono anche Cavani, nonostante il gol, il ventesimo stagionale. Le tantissime partite si pagano in termini di lucidità. Fisicamente il Matador c’è sempre ma mentalmente paga in qualcosa: numerosi gli errori in fase conclusiva e diverse anche le scelte sbagliate a livello di giocate. Questa voglia di esserci sempre e di migliorarsi in termini di gol sono situazioni che in determinati momenti possono diventare controproducenti anche per un campione come lui generoso e con una voglia matta di arrivare il più in alto possibile.
Le ripartenze di Pioli
Gli azzurri hanno avuto difficoltà a colpire ma anche a contenere le ripartenze del Bologna. Tre mezzepunte rapide alle spalle di Gilardino che spesso hanno puntato nell’uno contro uno Gamberini e Britos creando difficoltà. Riconquistata palla, la squadra ospite rapidamente riusciva a ribaltare il fronte senza trovare la giusta opposizione. E stavolta anche Cannavaro ha avuto difficoltà a frenare il riferimento offensivo più avanzato. La difesa a tre non è stata la migliore soluzione contro lo schema di Pioli che tra l’altro già negli anni scorsi ha messo in difficoltà Mazzarri.
Gli esterni in crisi
Il 3-4-1-2 funziona al top quando gli esterni di centrocampo vanno al massimo. Maggio e Zuniga ancora una volta hanno giocato sotto tono ed è mancato il loro sprint sulle fasce, non c’è stato il cambio di ritmo e non si è vista la loro capacità di saltare l’uomo. In verità Maggio rispetto alle partite precedenti è migliorato come fluidità di corsa però gli è mancata anche stavolta lucidità nel cross, nell’ultimo appoggio per l’attaccante.
Una partita nella quale il Napoli ha sofferto anche a centrocampo: bene Behrami, in difficoltà Inler come a Milano contro l’Inter. Anche il capitano della nazionale svizzera difetta in continuità: contro il Pescara fu il migliore in campo, poi però è calato di rendimento nelle successive due gare. Inler è il fulcro del gioco, quello che deve recuperare palla e farla arrivare rapidamente sugli esterni, quando ciò non funziona soffre tutta la squadra. Nonostante tutti i problemi evidenziati nel primo tempo, il Napoli grazie all’inserimento di Pandev e al cambio modulo di inizio ripresa, è riuscito a rimontare sul 2-1.
Il calo fisico e di attenzione
E a quel punto sono venuti fuori i consueti difetti degli azzurri: l’incapacità di chiudere le partite per le troppe palle gol fallite e il calo di concentrazione nel finale soprattutto in fase difensiva. Un calo di attenzione mentale e stavolta anche un calo fisico per il grande dispendio di energie speso per rimettere in piedi la partita. Il calo del Napoli dopo essere passato in vantaggio è un problema già evidenziato contro Milan e Torino e che gli azzurri si portano dietro l’anno scorso.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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