Benitez debutterà contro il Borussia Dortmund vice campione d’Europa, poi le sfide con il Marsiglia capolista in Francia e l’Arsenal che non è più top club in Premier ma resta temibile (il Napoli lo ha affrontato nell’Emirates Cup ad inizio agosto, finì 2-2) e che ha perso Podolski per due mesi.
Una inglese e una tedesca capitarono anche a Mazzarri due anni fa. Girone di ferro, si disse. Impossibile superarlo, si aggiunse. Il Napoli sorpassò il City di Mancini e si piazzò alla spalle del Bayern Monaco, che avrebbe poi giocato la finale di Champions. Benitez ha definito «equilibrato» il raggruppamento e il Napoli cercherà di spostare tale equilibrio dal proprio lato. La dimensione internazionale, sotto l’aspetto emotivo e non soltanto tecnico, fa meno paura rispetto al 2011 perché ad Hamsik sono stati aggiunti due campioni del mondo, Reina e Albiol, e Higuain, che ha vinto con il Real ed è titolare nell’Argentina. E questo conta. Il 14 marzo 2012, quando il Napoli giocò l’ultima partita di Champions contro il Chelsea (vincitore poi del trofeo), non pesò soltanto il divario tecnico ma anche la scarsa abitudine degli azzurri a gestire il risultato in campo internazionale. Il problema non dovrebbe evidenziarsi adesso con calciatori maturi che hanno alle spalle tante presenze nelle coppe.
Rafa – sempre più Rafè e napoletano – ha scaramanticamente ricordato che il primo trofeo internazionale, la Coppa Uefa, l’ha conquistata da allenatore del Valencia contro il Marsiglia, che non ha il prestigio di fine anni ’80, quando il patron era Tapie, che provò a sottrarre Maradona a Ferlaino, ma è in testa alla classifica della Ligue 1. Raggiungere gli ottavi sarà dura, non impossibile. Nella griglia del girone in prima fila si può collocare il Borussia Dortmund di Klopp e soprattutto di Lewandowski, il bomber che è rimasto in giallonero nonostante le lusinghe di Guardiola e del Bayern. Il confronto con Higuain già eccita: sfida il 18 settembre al San Paolo, primo match nel Girone F.
Klopp – rivelò De Laurentiis – era nella lista dei candidati alla successione di Mazzarri, poi con convinzione il presidente puntò su Benitez per far partire la fase-3 del progetto tecnico: una squadra dallo spirito internazionale, in grado di battersi ad alti livelli in Italia e all’estero. Due anni fa, dopo i sorteggi, De Laurentiis consegnò a Mazzarri l’esperto Pandev, reduce dal Triplete con Mourinho, per attutire il colpo di un difficile girone. Stavolta il mercato potrebbe non muoversi in entrata perché tanti colpi sono stati già messi a segno.
Fonte: Il Mattino.it
La Redazione
L.D.M.
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