La passione per il calcio, l’inserimento nel gruppo di Marino, l’esperienza nella Carpisa Yamamay ed il rapporto con la città di Napoli da mantovana. Benvenuti al Sud per Silvia Vivirito, centrocampista della compagine partenopea scelta dalla redazione di Iamnaples.it per la rubrica “La Telefonata”.
Fuori dal terreno di gioco chi è Silvia Vivirito?
“Mi chiamo Silvia Vivirito, ho 21 anni, sono nata a Mantova, gioco a calcio da più di quindici anni ed ho iniziato da piccolissima a giocare a questo bellissimo sport con i ragazzi. Da quest’anno mi sono trasferita a Napoli per fare questa magnifica esperienza. L’anno scorso giocavo a Venezia, ho cambiato molte squadre perché piace mettermi in discussione e nella vostra città sto vivendo una bella esperienza”.
Tu giochi a centrocampo, c’è un modello di calciatore o calciatrice a cui ti sei ispirata?
“Io gioco secondo le mie possibilità, sono quasi una trequartista e cerco sempre di fare del mio meglio. Molti dicono che somiglio a Gargano, forse per la statura (ride n.d.r.)”.
Da Mantova a Napoli. Benvenuti al Sud, Silvia. Cosa ti ha colpito della città partenopea?
“La vostra città è bellissima, trasmettete vitalità, è accogliente e spesso la gente è solare. Mi sto trovando molto bene qui perché sono una persona socievole e il vostro modo di comunicare mi piace tantissimo”.
A che età hai iniziato a giocare a pallone?
“Ho iniziato a praticare questo sport all’età dei sei/sette anni, ho giocato in tutte le categorie e come ho detto prima, fino ai quattordici anni ho gareggiato con i maschi”.
In ogni intervista mister Marino dice che le prossime gare saranno tutte finali. La prima sarà con il Real Cosenza che all’andata vi diede filo da torcere. Cosa dovrete fare per non ripetere la prestazione compiuta in Calabria?
“La partita di sabato sarà importantissima, come tutte le prossime che verranno. Nella gara d’andata loro ci misero in difficoltà mettendoci il cuore, la grinta e forse noi le sottovalutammo. Sicuramente non ci faremo sorprendere, ci dobbiamo aspettare di tutto e daremo il massimo per ottenere la vittoria”.
In questi mesi stiamo vedendo la Carpisa brillare sotto l’aspetto tecnico e del collettivo, della tua squadra che cosa ti ha colpito maggiormente?
“Nella Carpisa c’è un gruppo fantastico e la cosa che più mi ha impressionato è la passione che ci mettono per questi colori sociali, in particolar modo elementi che giocano qui da anni come: il nostro capitano Valentina Esposito o Valeria Pirone. Anche gli stessi dirigenti ci mettono il cuore e vogliono raggiungere la promozione in serie A1”.
Nel mese di maggio giocherete la semifinale di Coppa Italia contro la Torres. Dopo la splendida impresa di Roma contro la Lazio cosa vi aspettate dalla partita contro la compagine sarda?
“Servirà una grande impresa, loro sono il meglio che c’è in Italia. Lo scorso anno le affrontai e per me sono di un livello superiore, però, noi tenteremo il tutto per tutto, visto che in quel periodo il nostro campionato sarà finito, daremo il massimo per centrare la finale e getteremo il cuore oltre l’ostacolo, con l’augurio che ciò sia sufficiente”.
In questi anni il vostro movimento sta crescendo a vista d’occhio dal punto di vista mediatico, però qual è l’ultimo passo che si deve fare per compiere il definitivo salto di qualità?
“Il passggio più importante per la nostra nazione è farci avvicinare ai club maschili, deve esserci un enorme supporto da entrambe le parti dal punto di vista tecnico, economico e mediatico, come sta già avvenendo in Germania ed in Inghilterra. Tutto ciò sarebbe importante per la nostra crescita, perché le qualità non mancano, di ciò io ne sono sicura”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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