La Redazione di IamNaples.it ha contattato in esclusiva il direttore sportivo del Napoli dal 1977 al 1980 ed attuale osservatore di calcio giovanile per il Milan, Giorgio Vitali, che lunedì riceverà a Viareggio il premio alla carriera dall’ADISE (Associazione Direttori Sportivi Italiani). Ecco l’intervista integrale:
Signor Vitali, lunedì a Viareggio riceverà il premio alla carriera. Quali sono le sue impressioni e le sue emozioni? Un cenno anche sul torneo di Viareggio, quali parole si sente di spendere per questa competizione storica del calcio giovanile italiano?
“Sono contento ed emozionato per il premio che riceverò. Mi fa un grande piacere, nei miei trent’anni di lavoro ho cambiato tante società, sono stato a Bergamo, a Napoli, a Genova con il Genoa e spero di aver fatto bene per meritare questo premio. A Bergamo presi Montero per 400 milioni dal Penarol. Per quanto riguarda il Viareggio, l’ho vinto con l’Atalanta in finale con il Bari, quando ero DS della prima squadra ed osservavo con interesse le giovanili. Penso che il Torneo sia una vetrina importante, è sempre una competizione bellissima e si trovano tanti calciatori interessanti. Ce ne sono alcuni più pronti di altri, tra i quali tanti ’95 che devono fare ancora esperienza”.
Lei dal 1977 al 1980 è stato direttore sportivo del Napoli, negli anni di Vinicio. Cosa ci racconta di quegli anni? Si sente di paragonare Mazzarri al tecnico brasiliano?
“Sono stati tre anni belli ed intensi, con Di Marzio in panchina abbiamo perso una Coppa Italia all’Olimpico e vissuto anche tanti altri successi. Per poco non abbiamo preso Paolo Rossi, era già stato acquistato assieme a Ferlaino, ma lui rifiutò di venire. A Napoli ero ancora giovane, fui preso da Ferlaino in una squadra importante dopo i successi a Monza e a Cesena. Vinicio era un grande allenatore, nei due anni con lui c’era un Napoli giovane ed interessante con giocatori come Tesser, Capone, Pellegrini. Sul paragone con Mazzarri posso dire che il calcio di allora è diverso da quello attuale, i due si assomigliano molto sotto il profilo caratteriale, mentre sul gioco sono diversi: Vinicio inventò il sistema a zona quando tutti giocavano a uomo, sistema che poi fu ripreso da Sacchi”
Quali sono le differenze nel fare mercato negli anni 80 ed al giorno d’oggi?
“Una volta il calcio era diverso, non esistevano i diritti televisivi e i soldi si guadagnavano grazie ai biglietti ed agli abbonamenti staccati. Il Napoli ovviamente tra giugno ed agosto era ricchissimo, tra le squadre con più liquidità e Ferlaino era bravissimo nel fare mercato, un presidente all’avanguardia che vendeva i calciatori vecchi per comprare i migliori giovani. Adesso è diverso, ci sono i procuratori, gli stipendi sono altissimi ed anche i costi dei cartellini”
Lei avrà seguito il calciomercato di gennaio, ci dia un giudizio in primis sul Napoli e poi sulle altre.
“Il Napoli ha fatto un ottimo mercato, bisogna fare i complimenti al presidente De Laurentiis che compra sempre in maniera giusta, rispettando il fair play finanziario. Bigon è stato bravo ad inserire i tasselli giusti, che servono ad un allenatore come Mazzarri che fa correre tanto i suoi calciatori e che ha sempre bisogno di forze fresche e nuove energie. La rosa è stata completata seguendo le indicazioni del mister e questo è un aspetto positivo, anche se non capisco come un calciatore fortissimo come Insigne abbia così poco spazio, ma sicuramente lo troveremo pronto per il rush finale. Per quanto riguarda le altre, il Milan si è mosso bene prendendo Balotelli che darà un ottimo aiuto in un’annata in cui era stata cambiata metà squadra. I risultati ottenuti fino ad ora sono per me inaspettati, un autentico miracolo di Allegri”
Da attuale osservatore di calcio giovanile cosa ci sa dire sulla Primavera del Napoli? Quali sono i giocatori che le piacciono di più?
“Io lavoro per il Milan e quindi seguo poco il Girone C, ma posso dire che Roberto Insigne è un gran prospetto, magari meno tecnico di Lorenzo, ma più veloce. I due fratelli ci faranno divertire agli Europei”
Secondo lei qual è la ricetta per fare decollare il calcio giovanile in Italia, spesso lasciato molto a se stesso?
“La ricetta sono i tecnici. Gli allenatori infatti devono lavorare sulla tecnica dei ragazzi dai quattordici ai sedici anni e sui loro fondamentali, aiutandoli a crescere e soprattutto senza guardare il risultato”
Cosa ci dice su Bigon e sui direttori sportivi di Serie A?
“Vi racconto un aneddoto. Quando io ero a Napoli, Albertino Bigon allenava a Cesena e viveva nella mia casa cesenate che avevo comprato quando facevo il direttore sportivo lì. Al di là di queste storie credo che sia un professionista serio e stimato, che sta ottenendo ottimi risultati assieme a Mazzarri e De Laurentiis con i quali è in sintonia. Per quanto riguarda gli altri, Ariedo Braida, che era stato un mio calciatore, è da ventisei anni al Milan ed i risultati parlano per lui. Mi piacciono molto anche Sartori, Bonato del Sassuolo, Pradè che sta facendo grandi cose a Firenze. Il mestiere del direttore sportivo è difficile, è una figura legata ai risultati e ai conti della società. Non lo faccio più da dieci anni perchè porta molto stress proprio per questi aspetti e la salute ovviamente ne risente. Sicuramente comprare è più facile che vendere. Ai miei tempi eravamo in pochi, c’eravamo io, Allodi, Sergio Vitali, Janich ed abbiamo creato una stirpe”
Serie A, chi è la favorita nella corsa allo scudetto?
“Ovviamente a giocarsela sono Napoli e Juve, mi auguro che il Napoli ce la possa fare, ha tutte le carte in regola e sarei felicissimo per i tanti amici che ho lì. I miei figli sono cresciuti a Napoli e sono legatissimo alla città”
Per chiudere, da qualche giorno è venuto a mancare lo storico addetto stampa del Napoli Carlo Iuliano. Con lui ha passato tre anni a Napoli, cosa ci sa dire su di lui e come lo vuole salutare?
“Era una persona educata ed intelligente, un dirigente importante e di spicco. Con lui abbiamo fatto tante trasferte per la Coppa Uefa, siamo stati in Russia, in Georgia a Tbilisi ed in tante altre città europee. Lui era sempre presente, ovunque la squadra andasse. Era un grande giornalista ed assieme a lui, Antonio Corbo, Acampora abbiamo vissuto tanti bei momenti, erano tempi diversi in cui a fare le trasferte eravamo in pochi, non c’era tanta gente attorno come c’è oggi. Lo voglio salutare con affetto, in questi giorni l’ho pensato molto e mi è dispiaciuto non poter essere presente a Napoli per l’ultimo saluto ad una grande persona come lui”
Grazie della disponibiltà.
“Grazie a voi e sempre forza Napoli!”
Servizio a cura di Dario Gambardella
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