Con i personaggi storici del calcio campano si può attraversare tutta l’avventura del mondo del pallone della nostra regione, girovagando tra le varie epoche, i successi, le epoche d’oro, i fallimenti e la crisi. Una di queste figure è sicuramente Antonio Varriale, ex osservatore di Napoli e Juventus, dirigente benemerito della Figc con stella d’oro al merito sportivo e uomo di calcio dai tempi in cui formava campioni nella sua scuola calcio al Vomero, prima “Il Salvator Rosa” e poi “l’Fc Vomero”.
Antonio, ci racconti com’è iniziata la tua avventura nel mondo del calcio?
“Avevo un negozio di ottica a Piazza Mazzini, al Vomero, ma ero sempre attratto dal mondo del calcio, infatti, m’infilavo sempre nel luogo del calciomercato dilettante: le magiche serate allo Chalet “Ciro” a Mergellina. Cominciai da presidente della mia scuola calcio, prima il Salvator Rosa, poi cambiammo nome in Fc Vomero; ci allenavamo al “Kennedy” tranne una piccola parentesi al “Mellino””
L’Fc Vomero è stata anche una fucina di talenti. Chi ha raggiunto i traguardi più importanti?
“Posso dire che abbiamo dato tre giocatori al Napoli che sono arrivati in Nazionale: Ciro Ferrara, Raffaele Longo ed Emanuele Troise che venne da noi a 15 anni, era un centrocampista e noi lo spostammo nel ruolo di difensore centrale. Poi ci sono altri ragazzi che hanno fatto carriera in altre piazze come Nicola Crisano, l’attuale direttore sportivo dell’Ischia che ha indossato la maglia della Casertana in Serie C, o l’attaccante Vincenzo Onorato che sfiorò la promozione in Serie A con la Reggina di Nevio Scala”
Dalla scuola calcio al ruolo da osservatore al Napoli e alla Juventus. Come valuti quest’esperienza?
“Sono state due splendide avventure, sono stato con tre presidenti diversi (Ferlaino, Corbelli, Naldi) al Napoli e altri tre alla Juventus (Cobolli Gigli, Blanc, Agnelli); ciò, a mio avviso, testimonia la serietà del mio lavoro. Ricordo ancora quando dovetti andare via dal Napoli, fu un colpo al cuore; arrivò la curatela fallimentare e con le lacrime agli occhi raccolsi tutto il mio materiale. C’erano tante relazioni, qualche ragazzo segnalato da me arrivò al Napoli successivamente con Santoro, come Emanuele Allegra dell’Arci Scampia o Diamante Crispino dello Sporting Caivano”
Sei approdato alla Juventus con Ciro Ferrara nel ruolo di responsabile del settore giovanile? C’è qualche tua “scoperta” che ha raggiunto la Serie A?
“Posso dire di aver collaborato con il collega Filardi a portare Immobile alla Juventus, poi tantissimi altri ragazzi, l’ultimo è l’esterno sinistro classe ’97 Luigi Rizzo dalla Juve Stabia. Ci sono poi tanti “colpi mancati”, cioè ragazzi che ho segnalato e che ho portato a Vinovo per alcuni stage e che non sono stati acquistati dalla società bianconera. Penso al ’96 Fogliamanzillo, ora alla Sampdoria, a Mugnetti (’97) approdato alla Roma, a Maranzino (’98), trasferitosi all’Inter, Alessio Donnarumma (’98) sempre dell’Inter e Gianluigi Donnarumma (’99) al Milan o Luigi Mentana (’99), preso dal Napoli”
Hai monitorato costantemente i campi della Campania. Come valuti l’operato del settore giovanile del Napoli?
“Il Napoli dovrebbe accrescere i suoi investimenti sul settore giovanile, l’autostrada Napoli-Salerno è favolosa in termini di scouting, la provincia di Napoli potrebbe essere il Brasile d’Italia. Gli osservatori azzurri sono “sul pezzo” ma molto spesso non riescono a reggere il passo delle altre concorrenti proprio per il budget abbastanza ridotto a disposizione delle giovanili. Con le esigue risorse a disposizione, i risultati raggiunti sono a mio avviso dei miracoli”
Ciro Troise
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