In occasione del test disputato al “Collana” in vista dell’esordio di sabato contro il Grifo Perugia. la redazione di IamNaples.it ha intervistato in esclusiva il preparatore dei portieri della Carpisa Napoli Yamamay Luca Sorrentino:
Come ti sei avvicinato alla professione di preparatore dei portieri?
“Ho giocato nel ruolo di portiere, l’ho interpretato per alcuni anni divertendomi in varie categorie, anche tra i professionisti e così ho acquisito il desiderio di comunicare le mie esperienze ai più giovani. Successivamente è diventato un percorso di formazione professionale con tutte le qualifiche necessarie per raggiungere questi obiettivi”.
Quali sono state le tue esperienze nei vari club?
“Nonostante abbia solo 41 anni, ho comunque 21 anni di esperienza sui campi di gioco. Ho cominciato nelle scuole calcio come tutti e ho arricchito di nuove esperienze il mio background professionale. Negli ultimi dieci/undici anni mi sono diviso tra il Calcio Napoli, il Sorrento e la Carpisa, vivendo così delle avventure interessanti sotto tutti i punti di vista”.
Vista la tua esperienza nel Calcio Napoli, ci potresti segnalare qualche portiere promettente?
“Ho lasciato il Calcio Napoli a giugno ed in quel mese ho concluso il mio programma di lavoro con i Giovanissimi Nazionali. Ho fiducia nel lavoro svolto per la preparazione di alcuni ragazzi come Antonio Ferrara (classe ’98) e Vincenzo Pezzella (classe ’99) che secondo me possono fare bene”.
Quali differenze riscontri nel tuo lavoro tra il calcio maschile e quello femminile?
“Questa è una bella domanda (ride n.d.r) e rispondo ben volentieri. Come ci dicemmo nei giorni scorsi, noi dobbiamo appropriarci al calcio femminile considerando che si tratta di una realtà completamente diversa. Non possiamo considerare il ruolo del portiere in senso compiuto come lo è per i ragazzi perché fino a quando tutti noi addetti ai lavori non ci adoperiamo a costruire un percorso di formazione sin dalle basi, non potremmo mai vedere quello che oggi osserviamo nel calcio maschile, dove l’atleta è completo sotto il profilo tecnico, fisico e nella conoscenza della lettura e dell’interpretazione del ruolo. Nel calcio maschile c’è una preparazione più completa a partire dai più piccoli. Oggi non è così per il calcio femminile, nei giorni scorsi abbiamo inaugurato la prima scuola calcio per gli estremi difensori al femminile che si chiama “Accademia dei portieri napoletani” e con questo strumento spero di costruire la base per formare i futuri portieri nel calcio in rosa”.
Nelle altre nazioni il calcio femminile si è riuscito a diffondere attraverso le scuole, in Italia ancora no. Perché secondo te?
“Come in tutte le cose che appartengono alla nostra realtà sociale e non solo, questo è uno degli aspetti che segnano delle lacune nella nostra cultura. In Francia, Germania, Svezia e America insegnano il giusto approccio al lavoro attraverso gli addetti ai lavori che si impegnano con determinazione e volontà e con l’entusiasmo delle ragazze si possono ottenere risultati esaltanti. Negli altri paesi ci sono stadi pieni, invece in Italia questo non avviene perché manca l’organizzazione che permette alle ragazze di crescere. Mi auguro con la scuola calcio di dare il mio contributo per la realizzazione di quest’obiettivo”
A fine agosto al ritiro di Serino il preparatore atletico Armando Troisi ci ha spiegato il G.P.S (Globally Positioning System) (clicca qui per leggere l’intervista del 28 Agosto), anche tu lo utilizzi?
“Noi con i portieri utilizziamo un altro tipo di metodo di allenamento. Partiamo con i lavori di introduzione, dove si vede in che condizione arriva il portiere e in questo modo possiamo costruire tutti gli aspetti sia di carattere fisico che tecnico. Successivamente integriamo questo lavoro con i meccanismi tattici di squadra per preparare nel migliore dei modi l’interpretazione durante la fase di gara. L’estremo difensore è un ruolo completamente diverso, si lavora in maniera completamente diversa rispetto alle altre posizioni del gruppo”.
Sabato alle ore 15,00 le ragazze esordiranno in serie A1 contro il Grifo Perugia. Che consiglio ti senti di dare loro per ben figurare in massima serie?
“Per tutti noi è una bella vetrina, non solo per le calciatrici, siamo carichi di entusiasmo. Abbiamo un vantaggio: possiamo vivere questa stagione come un momento di formazione, ci studieremo giorno dopo giorno. Il nostro reale obiettivo è imparare la serie A1 per poi rendere la Carpisa una squadra sempre più forte nel corso degli anni”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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