Marco Bellinazzo, giornalista del Sole 24 ore e autore dei libri ”La fine del calcio italiano” e ”I veri padroni del calcio”, ha rilasciato alcune dichiarazioni in esclusiva alla redazione di IamNaples.it:
A Napoli l’acquisizione del Bari da parte di De Laurentiis ha destato molte polemiche. Ci può spiegare come mai De Laurentiis ha trovato vantaggioso l’acquisto del Bari? E perché l’affare Cavani non è nelle corde economiche della società azzurra?
”L’acquisizione del Bari ha un impatto ancora molto basso sulla Filmauro. Chiaramente, De Laurentiis dovrà sostenere una serie di costi per riportare il club in Serie A: circa 15-20 mln in funzione di quelli che sono gli anni che serviranno per tornare in Serie A. Poi, c’è l’incognita del divieto di multiproprietà di due club che giocano nello stesso campionato e questo comporta l’incognita sulla redditività dell’investimento. De Laurentiis vuole provare a far cambiare le regole, ma sono norme che valgono a livello internazionale e non so quanto sia fattibile il cambiamento di queste norme.
Operazione Cavani? Per la situazione economica del Napoli, a prescindere dell’acquisizione del Bari, sarebbe molto gravosa: al di là dei costi del cartellino, c’è un ingaggio importante del giocatore e il Napoli ha un bilancio molto stressato tra i costi della rosa, ingaggi e ammortamenti, e i ricavi strutturali della società azzurra che non vedo come possano aumentare in mancanza di investimenti importanti. Le operazioni commerciali, come quella di Amazon, sono importanti ma non fanno cambiare la faccia economica della società”.
De Laurentiis ha dichiarato che non ci sarà nessuna commistione tra il Napoli e il Bari, ma probabilmente qualche giocatore azzurro andrà in prestito in Puglia. Questo non può far aumentare il valore del loro cartellino e quindi il valore del Napoli?
”Certo, questo può essere un vantaggio ed è’ lo stesso motivo che ha portato Lotito ad acquisire la Salernitana e che ha spinto lo stesso Lotito e Preziosi a cercare di comprare il Bari. Dal punto di vista imprenditoriale, è un’operazione molto intelligente quella di prendere il Bari perché è una piazza molto promettente. Il fallimento si spiega solo con delle gestioni deficitarie e con delle scommesse perse perché in Serie B e Serie C vai incontro a delle perdite certe. La promessa è quella di arrivare in Serie A in tempi brevi e De Laurentiis ha la spalle larghe per poter subire dei ritardi in questo percorso di rincorsa alla Serie A, ma non appena arrivi nella massima serie italiana Bari è una piazza che può mettere le mani su 40 milioni di diritti tv certi, in quest’ottica è un’operazione ottima per De Laurentiis mentre per il Napoli, al momento, è neutra come impatto salvo le sinergie che si possono creare tra i due club. L’orizzonte finale è che De Laurentiis crei due società gioiello che può vendere al miglior offerente quando ci sarà l’opportunità o in virtù della situazione della multiproprietà”.
Con i lavori in corso a Castel Volturno e con i vari meeting per la localizzazione del luogo per costruire un nuovo stadio sembra che De Laurentiis si stia muovendo per aumentare l’impiantistica della SSC Napoli. Cosa può dirci a riguardo?
”Si sono persi dieci anni in beghe con l’amministrazione comunale mentre altre società, pur avendo le stesse difficoltà, si sono mosse in maniera più realistica. Sullo stadio non ho visto grossi passi avanti se non restyling obbligati per norme Uefa, nazionali o per le Universiadi e lo stesso vale per il centro sportivo. I fatti dicono che in dieci anni non si è fatto nulla su quelle strutture che sono fondamentali per dare una svolta industriale alle gestione di club”.
La dirigenza partenopea è stata molto criticata, da una parte della tifoseria azzurra, per non comprare giocatori importanti, ma per fare un grande acquisto il Napoli ha bisogno di vendere uno dei suoi top players?
”Ci sono due strade: o vai in deficit forte e quindi mangi con il tesoretto che il Napoli ha e che rappresenta la vera ricchezza del Napoli: 90 mln che dovrebbero esserci in cassa anche se non conosciamo, ancora nel dettaglio, il bilancio 2018 se non che il Napoli ha perso 15 mln per ammissione dello stesso presidente. Il Napoli ha questo buco di 15 mln perché non si è qualificato agli ottavi di Champions e anche perché sono aumentati molto i costi della rosa, vedi gli ingaggi di Mertens e Insigne. Se tu hai 200 mln di ricavi e 200 mln di costi hai un margine di manovra molto limitato. O cedi qualche giocatore o accetti di andare in forte deficit negli anni successivi con tutto quello che ne consegue. D’altronde anche la Juventus, che ha il doppio del fatturato del Napoli, ha dovuto liberarsi di Higuain che costava al club bianconero, tra ingaggi e ammortamento, quasi 30 mln all’anno per fare spazio agli oltre 80 mln di costi annuali di Ronaldo”.
L’operazione Bonucci-Caldara-Higuain tra Juve e Milan ha fatto molto discutere, ma è un’operazione prettamente finanziaria?
”I motivi sono sia tecnici che economici. La Juve si è liberata del peso economico di Higuain, in prestito più un riscatto che fa evitare una minusvalenza alla società bianconera, e dall’altro canto il Milan ha avuto un giocatore fondamentale per dare un segnale importante alla piazza. La Juve ha potuto reinserire un giocatore come Bonucci, che dopo la cessione di Buffon, può garantire una solidità difensiva e una sicurezza nello spogliatoio che Caldara ancora non poteva dare. La società bianconera ha fatto una plusvalenza su Caldara perché l’acquistò a 20 mln e l’ha venduto a 35 mln mentre il Milan non ha perso nulla con l’operazione Bonucci. E’ stata un’operazione architettata molto bene che va incontro alle esigenze sia economiche che tecniche delle due squadre”.
A cura di WILLIAM SCUOTTO
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