Sabato ore 15:00, Stadio “Ianniello” di Frattamaggiore, la Primavera di Sormani si gioca l’accesso ai play-off contro la Lazio, già sicura dell’accesso alle finali-scudetto in virtù del matematico secondo posto. Il raggiungimento di quest’obiettivo sarebbe un riconoscimento importante al lavoro compiuto dallo staff del settore giovanile partenopeo che ha con coraggio sposato la riforma Rivera, abbassando di un anno l’età delle formazioni del proprio vivaio. In vista del big-match di sabato, la redazione di Iamnaples.it ha intervistato uno dei protagonisti della crescita del vivaio biancoceleste, Roberto Sesena, ex direttore tecnico del settore giovanile, attualmente svolge il ruolo di capo degli osservatori.
Primavera, Allievi e Giovanissimi Nazionali ai vertici nei rispettivi campionati. Ci descrive il modello Lazio?
“Un vero e proprio modello non c’è, credo che ogni allenatore abbia abbastanza autonomia nella gestione delle squadre. Io, da ex direttore tecnico del settore giovanile, mi occupavo di integrare i ragazzi nei vari gruppi, poi la società ha fatto scelte diverse. La Primavera, dopo un girone d’andata in cui ha utilizzato molti ragazzi classe ’91, ha abbassato molto l’età media ben figurando anche al ritorno. Il tecnico Alberto Bollini ha qualità ed esperienza e sta ottenendo i risultati. Gli Allievi Nazionali? Hanno un gruppo molto competitivo, un buon attacco ed una discreta difesa. Purtroppo abbiamo perso Mirko Fersini, tragicamente deceduto. Il gruppo è molto scosso per quanto accaduto, speriamo di riuscire a superare questo tristissimo avvenimento. Domenica c’è il derby, un gran banco di prova per i ragazzi. Speriamo di competere per il titolo, anche per onorare il ricordo di Mirko. Simone Inzaghi è un ottimo tecnico emergente, è il secondo anno che è alla Lazio, sa mettere bene in campo i ragazzi. I Giovanissimi? Andrei più cauto sulle loro qualità, è un bel gruppo, ci sono stati degli innesti, non credo però che la squadra sia al livello delle migliori. La società sa bene che avrei fatto scelte diverse, ma ciò non importa, i risultati stanno arrivando e poi a lungo termine sarà il campo a dare ragione ad uno o ad un altro”
Sabato il Napoli che Lazio troverà? La differenza di motivazioni può influire sul match?
“Sulla carta non c’è partita, la Lazio a mio avviso è superiore. Apprezzo molto il Napoli, è una squadra giovane, dotata di grande qualità diffusa, ma, se andiamo a fare una statistica, possiamo calcolare circa 10-15 anni di differenza tra le due compagini. Ci sono ottimi giocatori del gruppo storico come Onazi e Barreto. Le motivazioni possono fare la differenza a favore del Napoli ma credo che il peso specifico della qualità individuale e della differenza d’età influisca di più nell’economia della gara. Riguardo alla condizione atletica e psicologica, la Lazio sta bene, anche sabato scorso hanno disputato un’ottima partita, con la goleada rifilata all’Ascoli. Per le finali scudetto il tecnico Bollini potrebbe avere a disposizione anche Keita, esterno d’attacco classe ’95 proveniente dalla cantera del Barcellona; non è ancora sceso in campo perché si è in attesa del transfer per vedere all’opera il giocatore acquistato dal ds Tare”
A Gennaio è stato ceduto in prestito alla Juve Stabia Ceccarelli, fiore all’occhiello del vivaio laziale. Soprattutto a causa degli infortuni non è riuscito ancora a dimostrare il suo valore, crede nelle sue qualità?
“Si tratta di uno dei giocatori classe ’92 più talentuosi in circolazione. Non è facile uscire dal settore giovanile ed approdare nel calcio professionistico, poi addirittura in Serie B. A Castellammare ha pagato soprattutto l’infortunio, non è riuscito a prendere un “treno” ma credo che avrà altre opportunità per mettersi in mostra”
Da esperto del settore, quali sono i consigli che darebbe al calcio italiano per la crescita dei nostri vivai?
“Qualche piccola cosa è stata fatta ma non basta. Bisogna innanzitutto abbassare l’età media; non è possibile che a vent’anni si è ancora in Primavera, all’estero a quell’età hanno già due anni d’esperienza nei campionati professionistici. La globalizzazione offre grandi opportunità ma bisogna setacciare di più i vivai invece che tuffarsi sempre nel calcio estero; l’acquisto degli stranieri dovrebbe servire a calmierare i prezzi ma molto spesso non è così. Su quest’aspetto finora molte chiacchiere e pochi fatti. Bisogna poi accrescere gli investimenti nei vivai, anche se non sempre chi spende di più significa che lavora meglio. Penso sia giusto abbandonare la priorità del risultato, sono da prendere come esempi quelle realtà abituate a portare dei giovani in prima squadra, come il Chievo, l’Atalanta, la Fiorentina, poi c’è la Roma, che, grazie alla continuità della gestione di Bruno Conti, ha delle certezze in più. L’Udinese, invece, è la migliore società in Italia in termini di scouting”
A cura di Ciro Troise
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