Tra poco più di ventiquattr’ore il Napoli sarà di scena al Franchi per affrontare il Siena di Giuseppe Sannino. L’obiettivo in casa azzurra è quello di dimenticare subito il mezzo passo falso con il Bologna, magari con un Lavezzi in più. Per analizzare il confronto tra i partenopei e la formazione bianconera, la redazione di IamNaples.it ha intervistato in esclusiva Stefano Salvadori, corrispondente da Siena del Corriere dello Sport e dell’Ansa.
Che gara ti aspetti domenica al Franchi?
“Il Siena in casa generalmente gioca meglio che in trasferta. Lo dimostrano i 14 punti su 18 conquistati davanti al pubblico amico. Questo perché la squadra ha un atteggiamento meno attendista: pressa più alto, quindi quando recupera palla è più vicina alla porta avversaria. Nessuna squadra al Franchi ha avuto vita facile: Juventus e Inter hanno vinto grazie a degli episodi fortunosi, il Genoa ha approfittato degli errori bianconeri. Il Napoli visto contro il Bologna può correre dei rischi“.
Al Siena, però, mancheranno diversi giocatori…
“Peserà molto l’assenza di Gazzi, autentico mastino del centrocampo. La coppia Vergassola-D’Agostino – manca anche Bolzoni per infortunio – è leggera fisicamente e non è troppo nelle corde del tecnico Sannino che solitamente preferisce un intenditore puro insieme a D’Agostino a metà campo. Se anche Brienza, come sembra probabile, dovesse mancare, Sannino perderebbe un altro pezzo importante: l’ex Reggina, pur partendo dalla posizione di esterno sinistro, è un punto di riferimento importante per la squadra“.
Quale dovrebbe essere la formazione schierata da Sannino?
“In settimana il tecnico ha provato anche la difesa a 3 e il centrocampo a 5, ma in genere utilizza questi accorgimenti a partita in corso e non dall’inizio. Se conferma il 4-4-2, davanti a Pegolo giocano Vitiello, Contini – favorito su Pesoli che in settimana dovrebbe andare al Padova – Terzi e Del Grosso. A centrocampo Grossi e Angelo sulle corsie esterne, Vergassola e D’Agostino nel mezzo. Davanti Calaiò e Destro“.
Se potessi togliere un elemento al Napoli, chi sceglieresti?
“Difficile scegliere. Personalmente ho una particolare preferenza per Hamsik, ma tra lui, Cavani e Lavezzi, là davanti il Napoli ha davvero una qualità incredibile. Se proprio devo indicarne uno, vado con lo slovacco“.
Che allenatore è Giuseppe Sannino?
“Una persona squisita, prima di tutto. Non ama lamentarsi, non lo fa quasi mai, anche se di motivi ne avrebbe avuti – e ne ha tuttora – molti. Un tecnico esigente, talvolta severo con i propri giocatori, ma che dalla sua ha la schiettezza. Detesta le frasi fatte, particolare che personalmente apprezzo moltissimo. Non ha bisogno di giri di parole per far capire il suo pensiero, questo lo rende apprezzato e stimato anche dalla squadra. Non fa figli e figliastri, gestisce una rosa di 32 giocatori e per lui sono veramente tutti allo stesso pari. Dal punto di vista tattico, è meno integralista di quanto si pensi: predilige il 4-4-2, diciamo che lo usa nel 95% dei casi, ma se c’è da cambiare in corsa lo fa senza problemi. La partita contro la Roma – la migliore in trasferta – lo dimostra. Chissà che proprio contro il Napoli, come già detto anche prima, non ci faccia vedere qualcosa di diverso anche dall’inizio“.
Emanuele Calaiò ha lasciato un bel ricordo a Napoli, ora è diventato una delle colonne portanti del Siena…
“È il vice capitano bianconero, anzi spesso è il capitano, visto e considerato che Vergassola non è titolare fisso. È l’uomo attorno al quale è stato costruito l’attacco bianconero, nonché uno dei trascinatori della passata stagione. Si è integrato perfettamente nella vita cittadina, è praticamente un senese d’adozione“.
Il nome di Mario Alberto Santana è stato accostato più volte al Siena: cosa c’è di vero?
“L’arrivo di Giorgi dal Novara ha raffreddato questa ipotesi. Il Siena è rimasto scottato dal calo di rendimento di Mannini che ultimamente è finito spesso in tribuna. Grossi non dà adeguate garanzie, Reginaldo è più attaccante, per questo il Siena ha cercato un uomo affidabile per la fascia destra. Il problema, per Santana come per tutti gli altri giocatori italiani, è l’ingaggio: il Siena ha un tetto prefissato attorno ai 700 mila euro per giocatore. Dal punto di vista tattico, serve un esterno puro – come Semioli o Padalino, per citare altri due obiettivi di questo mercato – non un attaccante esterno. Ma la qualità di Santana non sarebbe certo da disprezzare“.
Cosa dobbiamo aspettarci ancora dal Siena in sede di mercato?
“Manca una punta. Se la Juventus paga tre quarti dell’ingaggio di Toni – o il Milan di Inzaghi – chissà che non sia il colpo in canna di Perinetti. Più facile arrivare a Cacia o Maccarone, con quest’ultimo che tornerebbe di corsa a Siena“.
A cura di Luca Iannone
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