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ESCLUSIVA – Polizia Locale di Napoli, il comandante Esposito: ”Emerge la disperazione sociale”

"Per le riaperture di domani siamo in attesa del protocollo finale dell'Inail"

Ciro Esposito,  comandante della Polizia locale di Napoli, ha rilasciato un’intervista in esclusiva ad IamNaples.it su tutti i cambiamenti che riguarderanno la nostra vita da domani:

Domani riapriranno bar, negozi e barbieri, mentre giovedì ristoranti e pizzerie. Qual è la situazione della città in questo momento?

”Durante la Fase 1 c’è stato un grande senso di responsabilità da parte di tutta la cittadinanza. Dal 4 maggio sono cambiate un po’ le regole, c’è stata una maggiore apertura per una serie di categorie. In particolare, la possibilità di realizzare visite ai congiunti e la possibilità di svolgere attività motoria hanno fatto sì che le persone si muovessero di più. La situazione  della curva dei contagi finora è positiva e speriamo che atteggiamenti sbagliati non comportino un aumento dei casi. Le regole, generalmente, sono state rispettate. Abbiamo fatto migliaia di controlli sulle persone, sui veicoli, sugli spostamenti e i verbali che sono stati elevati sono stati pochi, in proporzione ai controlli effettuati”.

Nella vita di tutti giorni, cosa cambia per i napoletani dal 18 maggio? A lei è stato anticipato qualcosa?

”Stiamo aspettando in queste ore le nuove regole che in questo momento non sono state ancora pubblicate. Abbiamo le bozze di quello che sta per essere definito. Da domani non ci dovrebbe essere più nessun problema per spostarsi all’interno della stessa regione, non è più obbligatoria l’autocertificazione e si può uscire non solo per le strette necessità. Rimangono chiusi i confini con le altre regioni. E’ importante conoscere i protocolli fatti dall’Inail per capire come aprono determinate attività. Siamo in attesa del protocollo finale”. 

Lei ha detto che c’è stato un gran senso di responsabilità da parte dei cittadini, ma durante la Fase 1 c’è stata un po’ la solita demagogia dei media nazionali su Napoli e i napoletani? 

”Durante la Fase 1, sono stato ospite di alcune trasmissioni nazionali e ho più volte sottolineato quest’aspetto.  Sì sono messi in mostra alcuni luoghi dove c’è una morfologia stretta delle strade, per esempio la Pignasecca. Nella Pignasecca ci sono 35 esercizi commerciali che hanno operato regolarmente e la gente è stata correttamente in fila.  Noi, insieme alla Polizia, abbiamo lavorato sodo per evitare assembramenti e poi fai una foto schiacciata e affermi che c’è un assembramento? Questo non è corretto. In altri luoghi ci sono stati comportamenti ben più gravi”.

Nella Fase 2 i napoletani si sono comportati sempre in maniera ligia o c’è stata qualche eccezione?  

”Nella Fase 2 è stata sfruttata al massimo la possibilità di muoversi. Molte persone, anche chi non svolge abitualmente attività motoria, in questo periodo sono uscite. Va detto che la città è densamente abitata ed è più facile creare assembramenti. Quasi tutti indossano la mascherina, ma non tutti  nella maniera corretta: chi la usa come foulard o chi come cappello. Non si è capito ancora che la mascherina va indossata su bocca e naso per proteggere se stessi e gli altri”. 

A proposito di mascherine,  come procedono i controlli sul “mercato nero”?

”Stiamo effettuando dei controlli per evitare che alcuni negozi aumentino in maniera ingiustificata il prezzo delle mascherine. Abbiamo redatto pochi verbali. In questo periodo c’è stata un po’ la mancanza di mascherine, ma da lunedì dovremmo rientrare in piena normalità”.

Con il personale a disposizione, riuscite a coprire anche le zone più periferiche della città o avete alcuni problemi?

”Sicuramente il personale della Polizia locale rispetto alle nostre esigenze è sottodimensionato. Siamo sotto organico, ma non dall’emergenza coronavirus, è un problema storica. In questa circostanza c’è stato un piano coordinato con tutte le altre forze di Polizia, ci siamo divisi oneri ed incarichi sotto la direzione del Prefetto. Se fossimo stati di più, ovviamente avremmo fatto di più. Ogni giorno, abbiamo impiegato 350/380 dipendenti e abbiamo controllato migliaia e migliaia di persone. Sono stati controllati più di 90mila cittadini e più di 30mila attività commerciali. E’ stato un impegno significativo”.

Nei mesi scorsi, ci sono stati alcuni vigili che sono risultati positivi al Coronavirus. Può dirci com’è la situazione attuale? C’è stato il supporto delle istituzioni?

”Ce la siamo cavata molto bene, perché all’interno del corpo soltanto quattro unità sono state riscontrante positive al Covid-19 e in tutti e quattro i casi gli agenti non hanno contratto il virus durante il servizio, ma attraverso vicende personali. Abbiamo avuto a disposizione mascherine e guanti, perché svolgiamo anche polizia ambientale, e abbiamo potuto fronteggiare prontamente le problematiche dovute al Coronavirus. Abbiamo avuto delle donazioni, mascherine regalate tramite l’Anci regionale. Ci siamo difesi beni. Supporto delle istituzioni? Qualche mascherina l’abbiamo avute dalla Regione, non appena ne avevano a disposizione. Anche il Sindaco si è mosso in prima persone, ci ha fornito alcune mascherine. Le scorte di magazzino che avevamo ci hanno permesso di affrontare l’emergenza. Le organizzazioni sindacali hanno apprezzato il nostro sforzo”.

Lei ha un ruolo importante per la città di Napoli, ma qual è stato il suo giorno più difficile da quando è iniziata la pandemia? 

”Il momento più difficile è stato quando abbiamo avuto la prima unità all’interno del corpo che è risultata positiva al virus,  ma fortunatamente avevamo già i protocolli sanitari che ci hanno consentito di affrontare il problema.  Abbiamo assistito a tante situazioni in cui è emersa la disperazione sociale: degli ultimi della città, di chi non poteva  approvvigionarsi di beni. Senza farsi pubblicità,  abbiamo fatto anche tanta beneficenza. Sono situazioni umane che lasciano il segno”. 

DI WILLIAM SCUOTTO 

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