Da quando De Laurentiis è intervenuto sull’argomento, il calcio femminile è diventato una delle novità da perseguire nel novero delle innovazioni che il vulcanico patron del Napoli vuole applicare. La redazione di Iamnaples.it, da tempo attenta alla vicenda delle ragazze della Carpisa Yamamay Napoli, ha voluto indagare sul particolare momento vissuto da questa realtà che lotta per un ripescaggio in A1. Per la rubrica “La Telefonata” abbiamo contattato il direttore generale della Carpisa Yamamay Napoli Italo Palmieri. Ecco quanto dichiarato in esclusiva ai nostri microfoni:
Per il ripescaggio siamo alle strette finali. Quali sono le tue previsioni?
“Aspettiamo il ritorno dalla Cina del presidente Tavecchio per avere una sua risposta in merito all’argomento dei gironi da quattordici a sedici squadre. Tutto ciò si poteva fare molto prima e si poteva sicuramente prevedere. Ci sono alcuni presidenti italiani che preferiscono rinunciare ad alcune piazze importanti come Napoli e Bolzano, dove c’è un grosso movimento giovanile che fanno il calcio femminile. Speriamo che ci siano vicini e che nei prossimi giorni possano aiutarci per far si che il girone si allarghi a 16 squadre”.
Le istituzioni con il sindaco Luigi De Magistris e il Governatore della Campania Stefano Caldoro si stanno impegnando per la vostra causa?
“Si, ieri intervistati da “Il Mattino”, hanno dichiarato che si occuperanno del nostro caso, ma noi non ci fermeremo qui, perché Napoli lo merita. Questo è l’ennesimo schiaffo che ha ricevuto la nostra città dal punto di vista sportivo. Quindi veramente con pochi sacrifici si potrebbe far diventare il campionato finalmente serio, come ha dichiarato De Laurentiis. Anche se forse il suo intervento non è stato opportuno perché il potere potrebbe mettersi contro di noi. Tavecchio, dopo l’incontro con De Laurentiis, era sembrato euforico, si sono abbracciati e condiviso le linee guida dell’azione da compiere. Oggi, però, chi paga le pene sono duecento ragazze napoletane che si vedono private di un movimento importante; davvero non sappiamo che decisioni prenderemo per affrontare la situazione. C’è molta delusione da parte nostra e non è escluso che non ci iscriveremo al campionato di A2. Una scelta così drastica rappresenterebbe la fine di un processo che va avanti da sette anni; però, quest’ipotesi nasce da una situazione per cui siamo stati presi in giro. Infatti, da più parti istituzionali avevamo avuto delle assicurazioni di poter essere in serie A1″.
Il movimento del calcio femminile farebbe un salto di qualità importante a livello d’immagine con la Carpisa in A1. Cosa ne pensi?
“Sicuramente, questo è un processo che avverrà, anche se c’è ancora la volontà di alcuni dirigenti di società della serie A1 di mantenere i toni bassi per potersi divertire tra loro, di fare un calcio amatoriale, quasi intersociale”.
De Laurentiis ha speso parole significative per il calcio femminile. Ci sintetizzi il tuo pensiero complessivo sugli interventi del presidente del Napoli?
“De Laurentiis ha capito perfettamente che questo è un movimento redditizio in altre parti del mondo ed ha una sua idea che rispettiamo, così come va rispettato anche il nostro lavoro da dilettanti. Con grandi sacrifici facciamo in modo che tante giovani ragazze possano giocare, e molte di queste anche gratuitamente; sinceramente solo noi siamo a conoscenza di quanto costa mantere una struttura polisportiva come la nostra”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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