Al Napoli arrivò dal Giulianova con un curriculum già di un certo livello per un giovane: diciotto presenze in Prima Divisione Lega Pro quando non aveva compiuto neanche diciassette anni. Arrivò per rinforzare la Primavera prima di Miggiano e poi di Sormani, la seconda stagione l’ha vissuta però in una sorta di limbo tra Primavera e prima squadra. Il ritiro di Dimaro vissuto con il gruppo di Mazzarri, il gol nell’amichevole estiva contro il Barletta, poi le convocazioni e le panchine nelle partite contro Lazio, Atalanta e Siena; un percorso di crescita che ha arricchito soprattutto il background dell’esperienza, della solidità caratteriale. Jacopo era, però, ancora un giocatore non definito, un ibrido tra un centrocampista ed un trequartista. E’ il cammino vissuto a Barletta a rappresentare la svolta per Dezi; in Puglia Jacopo si trasforma, diventa un interno di centrocampo capace di fare le due fasi, un guerriero in mezzo al campo con la capacità anche di produrre assist e di andare al gol con buoni tempi d’inserimento nell’area avversaria apprezzati anche nel percorso vissuto a Napoli. Anche in Nazionale il percorso è stato graduale, stregando prima Di Biagio che l’ha convocato prima in Under 20 e poi in Under 21, dove ha giocato anche mercoledì contro l’Irlanda del Nord, realizzando un assist per il gol di Trotta. Da Di Biagio a Prandelli; Jacopo ha convinto il ct della Nazionale, che l’ha visionato in un’amichevole tra l’Under 21 e la Primavera della Roma, a regalargli un sogno. Da lunedì a mercoledì Dezi sarà con la Nazionale maggiore per uno stage in cui Prandelli valuterà i progressi di 31 ragazzi, tra cui quel ragazzo di Roseto degli Abruzzi che non avrebbe mai immaginato di ricevere una sorpresa così bella. Abbiamo parlato della parabola di Dezi in esclusiva con il suo agente Diego Nappi: “Siamo molto contenti per il ragazzo perchè ha fatto la gavetta, ha lavorato sulla solidità del suo carattere nei momenti difficili. Io penso che nel calcio come nella vita è la gavetta a fare la differenza. I giocatori talvolta possono anche non essere d’accordo a partire da categorie inferiori ma è in quei campi che si cresce. Jacopo ha vissuto due esperienze importanti: il secondo anno al Napoli, che gli ha regalato il contatto con campioni del calibro di Cavani e Hamsik, e la stagione di Barletta, dove ha risposto con grande maturità a tanti problemi. E’ stato un anno difficile, il Barletta cambiò tre allenatori e due direttori sportivi. A Barletta ha meritato il passaggio al Crotone e la Serie B, poi sono convinto che è sempre il campo a parlare e così lui si è tolto grandi soddisfazioni, come prima le convocazioni in Under 21 e poi la chiamata di Prandelli per questo stage”
Ciro Troise
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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