Ciro Muro rappresenta un pezzo della storia del Napoli, sia da calciatore che da allenatore delle giovanili azzurre. La sua separazione dal Calcio Napoli ha stimolato il dibattito e non ha lasciato assolutamente indifferenti né gli addetti ai lavori né i tifosi. La redazione di IamNaples.it ha cercato di andare a fondo nelle motivazioni della rottura tra Muro e il Napoli, intervistando in esclusiva proprio l’ex allenatore degli Allievi Nazionali del Napoli, che sarà sostituito da Giovanni Mazzella.
Hai dichiarato qualche giorno fa che dietro il tuo allontanamento dal Napoli c’è la tua decisione di non voler seguire le indicazioni di Mazzella. Perché non hai voluto seguire la linea comunicata da un tuo dirigente?
“Ci tengo a chiarire quest’aspetto. Non ho niente contro la figura di Mazzella a prescindere ma io respiravo ostilità da parte sua nei confronti di tutti gli allenatori; parlava male di tutti, anche di Mazzarri. Infatti, so che Saurini ha chiesto a Bigon il suo allontanamento dal ruolo di vice in Primavera. Come si fa a fidarsi e a seguire i consigli di una persona che non ha mai dimostrato di voler dare un contributo al tuo lavoro? Veniva al campo solo la domenica e il suo atteggiamento sembrava diretto più a creare pressioni che a dare consigli; Mazzella diceva spesso che noi allenatori del Napoli non sapevamo fare nulla. Ci tengo a sottolineare che ci sono tante persone che possono testimoniare quello che vi sto raccontando. E’ evidente che non c’è nessuna ragione tecnica dietro il mio addio, i dirigenti del settore giovanile del Napoli hanno architettato un piano dal mese di Ottobre per valorizzare la figura di Mazzella. Solo se Grava avesse accettato di allenare gli Allievi Nazionali, Mazzella avrebbe conservato il ruolo di responsabile tecnico del vivaio azzurro.”
Nell’ambiente si vocifera che sia stata la tua decisione di non svincolare nessun ragazzo del tuo gruppo la principale divergenza tra te e la società. Cosa sostieni riguardo questa voce?
“Ho avuto un colloquio con Bigon prima di andare via e né lui né altri dirigenti hanno analizzato con me la questione degli svincoli; la società non mi ha comunicato nessuna ragione tecnica per motivare l’allontanamento. Sugli svincoli comunque ho fatto una scelta; i ragazzi classe ’96 sono tutti all’altezza e rappresentano la risorsa della Primavera che affronterà la prossima stagione poiché a causa dei tanti ragazzi non confermati negli ultimi anni si registra anche la difficoltà a costruire l’organico che allenerà Saurini. Penso che i ragazzi classe ’97, anche quelli che hanno giocato meno come per esempio Manna, Napolitano e Grillo, dopo aver disputato sotto età il campionato Allievi Nazionali, meritano di cimentarsi per un’altra stagione in questa difficile categoria. Non me la sento di spezzare il loro sogno perché hanno grandi potenzialità che potrebbero tirar fuori in qualsiasi momento; poi, se nella prossima stagione non dovessero dimostrare di essere all’altezza delle prospettive del Napoli, è giusto che la società li svincoli. La mia scelta poi è coerente con quanto fatto durante l’anno; non ci sono nel mio organico ragazzi con bassissimo minutaggio, hanno giocato tutti, chi più e chi meno”
Potrei farti notare però le grandi difficoltà vissute dalla tua squadra durante i primi mesi della stagione. A cosa erano dovute?
“Nelle prime tre giornate di campionato ho conquistato tre vittorie esprimendo anche un buon calcio contro Bari, Crotone e Vicenza, poi abbiamo pareggiato a Terni e dopo effettivamente c’è stato un declino. E’ necessario, però, che tutti sappiano che dopo le prime giornate non ho avuto più la possibilità di allenare durante la settimana il mio gruppo al completo. Mi sono trovato spesso ad allenare 7-8 ragazzi perché gli altri erano a Castelvolturno per allenarsi con la prima squadra e la Primavera; dovevo mandare sempre i calciatori più pronti fisicamente. Quando ho avuto la possibilità di avere nuovamente tutti a disposizione, abbiamo costruito una grande cavalcata sfiorando la qualificazione ai play-off. I risultati sono cominciati ad arrivare, i ragazzi sono cresciuti anche per la mia svolta tattica; sono passato dal 4-3-3 che ci avevano detto di applicare all’inizio al 3-5-2, seguendo anche l’impostazione del modulo della prima squadra. Questo lavoro è stato compiuto senza il supporto della società. Alla penultima giornata, dopo aver vinto a Catania, avevamo la decisiva trasferta di Palermo, c’erano quattro assenti tra infortuni e squalifiche. Ho dovuto portarmi il classe ’98 D’Ignazio perché nessuno ha pensato di mandarmi qualche ’96 della Primavera impegnata in una gara poco influente come quella di Terni. Barresi mi voleva dare i vari Palmiero, Gaetano, Tutino per l’ultima sfida contro la Reggina facendo anticipare la gara al 25 Aprile. Non ho mai capito la logica; c’è una gara fondamentale con il Palermo e tu me li vuoi dare per quella contro la Reggina? Mi sono opposto e ho giocato fino alla fine con i miei ragazzi, chiudendo in bellezza proprio contro la Reggina con una vittoria per 6-1”
Traspare molta delusione dalle tue parole. E’ dovuta solo all’allontanamento dal Napoli o ci sono altre ragioni?
“Premetto che io non esco sconfitto, anzi vado via dopo aver compiuto un ottimo lavoro. Sono deluso perché in quattro anni ci siamo impegnati anche per l’amore per questa maglia e non abbiamo mai avuto una pacca sulla spalla, un complimento. Ricordo che sono arrivato in finale con i Giovanissimi Nazionali a Chianciano contro l’Inter e non c’era nessun dirigente del Napoli a supportarci in quel momento importante, mentre gli avversari erano al completo sotto questo punto di vista. Lavoriamo sempre con le terze o al massimo seconde scelte; magari avessimo potuto allenare le prime scelte, per il “materiale” presente in Campania, il Napoli avrebbe il miglior vivaio d’Europa. Non abbiamo fatto solo gli allenatori sul campo ma abbiamo segnalato anche molti calciatori. Mi ricordo che ai tempi della Berretti ho prodotto una relazione importante su Beltrame che giocava ancora nel Novara; ora il Napoli sta trattando i ’97 che ho consigliato io, come per esempio Moccia di proprietà del Parma e Guillari del Frosinone”
Quali sono i progetti per il futuro di Ciro Muro?
“Ci sono varie situazioni, le sto valutando, a breve ci saranno novità”
Ciro Troise
® RIPRODUZIONE RISERVATA
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