Per la rubrica “La Telefonata” Iamnaples.it ha intervistato al centro sportivo di Agnano “Le due Palme” il mister del Napoli Carpisa Yamamay Geppino Marino, il quale ha esresso la sua opinione sul record di imbattibilità della sua squadra , sui progetti futuri del club ma anche sulla sfida di Coppa Italia che si terrà al “Chiovato” di Bacoli contro la Torres, compagine militante in serie A1, il 26 maggio.
Da un anno e mezzo siedi sulla panchina del Napoli Carpisa Yamamay, ti aspettavi di centrare il noto record d’imbattibilità?
“No, abbiamo formato un abella realtà: inaspettata ma voluta. La determinazione di ottenere il risultato era forte ed ho cercato dal primo giorno che sono arrivato sulla panchina azzurra di infondere nelle ragazze, sono contento che con il tempo tutto ciò si sia ottenuto”.
Oltre alle giocatrici più rappresentative (Filippozzi, Caramia, Esposito e Pirone) abbiamo visto molte ragazze del settore giovanile (Di Marino e Diodato) inserite in prima squadra, in futuro ne vedremo altre nella massima serie?
“Sicuramente, io non pongo limiti a quelle che sono le caratteristiche fisiche e di età delle ragazze. Quando ci si merita con il lavoro durante la settimana di giocare la domenica è giusto non guardare in faccia a nessuno ma premiare i sacrifici. Paola (Di Marino n.d.r.) è già una realtà, come lo è diventata Diodato e sono contento che vengano associate ad elementi di esperienza come Pirone e Filippozzi. Anche loro sono giovani, quindi vuol dire che questo processo di crescita e di maturità non viene identificato solo dall’età ma dal contributo che si dà sul terreno di gioco. Sono soddisfatto di aver trasmesso in quel discorso della mentalità anche un pizzico di maturità e di razionalità alle mie calciatrici”.
Nel campionato di serie A2 in quale partita hai capito che la tua squadra avrebbe centrato l’obiettivo massimo?
“Quando si è superiori, la consapevolezza la si ha ogni domenica, si scende in campo e si vince. La gara di Palermo è stata la partita per antonomasia, perdere 1-0 a dieci minuti dalla fine e poi vincere con il punteggio di 3-1 ti fa capire che è l’anno giusto. Ci sono state anche altre partite che si sono giocate con intelligenza come quella di Roma, dove vincemmo per 1-0. L’andamento del match non rispecchiava il gioco espresso , non rischiammo nulla e al momento giusto punimmo le nostre avversarie con il gol del vantaggio, quello è stato un altro segno di maturità”.
Quali saranno le difficoltà che si potranno riscontrare nel campionato di serie A1?
“Sarà completamente diverso dalla serie A2, è una situazione nuova: i ritmi, lo spirito profuso dai club nel guardare ai minimi dettagli e dalle calciatrici nel dare ogni volta un contributo propositivo a quello che è il risultato, il tutto ad un altro livello. Il campionato che abbiamo vinto è stato anomalo, c’erano compagini in cui veniva premiata semplicemente la passione, con tantissima foga agonistica. La serie A1 è l’opposto, questo ci servirà per proseguire nel processo di crescita”.
In quali reparti la squadra dovrà essere rafforzata?
“Noi abbiamo bisogno di esperienza in ogni settore, dalla portiere, alla difesa per poi finire con il reparto offensivo. Per non soffrire l’impatto con la nuova categoria, ogni reparto dovrà aiutare l’altro. Dipende dalle strategie di mercato, spero che vengano accontentate le mie richieste”.
Avete già programmato il ritiro pre-campionato? Se si dove?
“E’ ancora tutto da programmare, in questo periodo pensiamo a cose più importanti come il campo; mi auguro a breve di sedere attorno ad un tavolo con i dirigenti per discutere di argomenti tecnici, che è quello che mi compete per l’anno prossimo”.
Parlaci della tua esperienza in serie A2 che ti ha portato ad ottenere un risultato fantastico
“Ogni stagione lascia qualcosa, sia ai calciatori che agli allenatori. Quello che mi è rimasto più impresso è stato il forte attaccamento delle ragazze nei miei confronti e al progetto della società: sono contento di aver costruito un gruppo vincente. L’anno di serie A2 mi ha insegnato che non bisogna mai mollare ma essere sempre determinati nel raggiungere gli obiettivi, perché non è mai semplice vincere, anche se ti danno per favorito. Invece in A1 non sarà così, il mio augurio è che l’esperienza fatta quest’anno ci possa essere utile per affrontare al meglio un campionato difficile”.
In occasione del match di Coppa Italia contro la Torres il 26 maggio che mentalità dovrà avere la tua squadra per affrontare al meglio le sarde?
“Dovremo essere umili, concentrati, dobbiamo pensare di prepararci al meglio per affrontarle nel modo migliore possibile. Non è che con la superficialità e l’improvvisazione si può vincere la gara, ma ci vorrà organizzazione e ottime trame di gioco per superare un organico davvero forte. Dovremo giocare con la testa, non avere paura e anche se dovessimo essere sotto di un gol, non dimenticare che la gara dura novanta minuti e che in quel tempo tutto è possibile. Io penso positivo e mai in negativo, dovremo fare la nostra partita e non avere la presunzione di essere superiori, però al tempo stesso non avre timore reverenziale nei confronti di una squadra così blasonata come la Torres”.
Parlando del Napoli, che voto daresti all’undici di Mazzarri?
“E’ stata una stagione altalenante, per essere una squadra di vertice occorre avere continuità di risultati, cosa non appartenuta al Napoli. Da tifoso mi auguro che possano centrare il traguardo della Champions, perdere a Bologna è stato però il riassunto di un’annata storta. Domenica vorrei essere smentito con una serie di risultati favorevoli agli azzurri. Vorrei poi che Lavezzi restasse all’ombra del Vesuvio, perché le voci che stanno circolando preoccupano non poco i tifosi”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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