Sabato sera il Napoli ospiterà l’Atalanta per la terza giornata del campionato di Serie A. IamNaples.it ha contattato in esclusiva per voi Guido Maconi, giornalista della “Gazzetta dello Sport” e del giornale “L’Eco di Bergamo”, che ha risposto ad alcune domande riguardo alla sfida del San Paolo:
Napoli-Atalanta regala sempre grandi emozioni. Che partita si aspetta sabato sera?
“Nelle ultime due stagioni l’Atalanta con il Napoli ha perso solo una volta in quattro partite, mettendolo sempre in grande difficoltà. A mio avviso non è una partita dal pronostico scontato come sulla carta potrebbe sembrare: cade tra gli impegni delle nazionali e la Champions League, dunque sarà importante vedere le scelte di Benitez. Per l’Atalanta secondo me sarà fondamentale riuscire a reggere la forza d’urto del Napoli specialmente nei primi 10-15 minuti, per poi cercare di colpirli. Davanti il Napoli fa paura, ma dietro qualcosa concede”.
Dopo il Ko al debutto con il Cagliari, gli orobici sono riusciti ad imporsi sul Torino solo dopo il passaggio al 3-5-2. Colantuono insisterà sul 4-3-3 o vedremo un centrocampo più folto?
“Credo che Colantuono sia orientato a passare alla difesa a tre, in attesa magari di perfezionare il 4-3-3 che sono convinto non sia stato accantonato del tutto. Ma al San Paolo dovrebbe vedersi un’Atalanta con il 3-5-1-1 o il 3-4-2-1, questo dipenderà dalle scelte finali di Colantuono”.
Napoli-Atalanta è anche la sfida degli ex. Cigarini è sempre più leader del centrocampo, in vista dei mondiali può fare quest’anno il definitivo salto di qualità?
“Sono ormai anni che Cigarini sta disputando stagioni di alto livello. Il dg Marino ha fatto un’operazione molto intelligente: per due anni è riuscito ad averlo in prestito dal Napoli, dunque senza un eccessivo esborso economico, e quest’estate ne ha riscattato la metà per poco più di due milioni di euro, una grande operazione se si considera il valore del centrocampista. A Bergamo Cigarini negli ultimi due anni è stato un giocatore fondamentale, dunque credo che sia già pronto per essere un’opzione interessante anche per Prandelli, insieme a Consigli e Bonaventura, altri due calciatori dell’Atalanta che possono giocarsi carte importanti in vista del Mondiale”.
Ancora a secco Denis, così come i suoi compagni di reparto. Problema tattico o semplicemente una condizione non ottimale per il Tanque?
“Denis ha disputato un ottimo precampionato e nelle prime due giornate di campionato ha anche pagato il rendimento sottotono della squadra e in particolare dell’attacco. Ma fisicamente sta bene, ogni partita garantisce comunque sempre un gran lavoro ‘sporco’. Ora ha solo bisogno di essere supportato meglio dalla squadra”.
La Dea ha acquistato il napoletano Giulio Migliaccio, reduce da un infortunio. Quali sono le sue condizioni? Sabato lo vedremo in campo?
“Migliaccio ha recuperato a pieno e in settimana si è allenato bene con la squadra. Sabato sarà regolarmente in campo e per gli schemi di Colantuono si tratta di un recupero fondamentale perché garantisce fisicità, forza, dinamismo ed esperienza in mezzo al campo”.
Un altro napoletano è tra le fila neroazzurre, Guglielmo Stendardo, che lo scorso anno fu oggetto di alcune polemiche dopo aver sostenuto l’esame per diventare avvocato. Quest’anno invece ha iniziato alla grande con due reti in due partite. Come giudica il suo percorso?
“Stendardo è diventato ormai un leader della squadra. Deve però crescere ancora a livello di condizione: lui stesso ha spiegato che avendo una struttura fisica importante, ha bisogno di qualche partita per entrare in forma. Intanto è riuscito comunque a essere decisivo in attacco e questa è senz’altro un’arma in più per l’Atalanta”.
L’Atalanta da sempre è una fucina di talenti. Bonaventura e Baselli sono solo la punta dell’iceberg del vivaio atalantino. Baselli può essere il futuro Cigarini? Come lavora il settore giovanile? Può indicarci un campione del futuro?
“Baselli ha solo la sfortuna di avere davanti un giocatore del livello di Cigarini, altrimenti sarebbe già pronto per essere titolare in serie A. Ma sono sicuro che riuscirà a ritagliarsi uno spazio adeguato. E in ogni caso sarà uno di quei giocatori di cui si sentirà parlare per i prossimi dieci anni. L’Atalanta sta investendo e lavorando per crescere ancora a livello di settore giovanile. Quest’anno sono tornate nello staff due figure molto importanti come Finardi e il maestro Bonifaccio che qualche anno fa erano state allontanate da una pessima gestione societaria quando il direttore generale era Giacobazzi. Ora l’Atalanta sta cercando di recuperare il terreno perso in quegli anni. Di giocatori interessanti ce ne sono parecchi: in Primavera cito Varano, un fantasista mancino classe ’95 con qualità tecniche sopra la media; lo svedese Olausson, altro ’95, pure lui mancino, centrocampista moderno che ha già fatto il ritiro con la prima squadra; Pugliese, centrocampista del 96 (originario di San Giorgio a Cremano, clicca qui per leggere la sua storia) che in campo è un trascinatore sia nell’Atalanta che in nazionale; Tulissi, l’unico ’97 portato in Primavera che i compagni chiamano Pocho, perchè ricorda Lavezzi. Ma poi ce ne sono tanti altri già mandati in giro per l’Italia a farsi le ossa: basti pensare che nell’attuale Under 21 oltre a Baselli, ci sono anche Molina, Gatto e Zappacosta, che quest’anno sono in squadre di B in prestito o in comproprietà ma ancora sotto il controllo dell’Atalanta. Tra l’altro grazie alle conoscenze di Marino, molti ragazzi di grandi prospettive sono andati a maturare in squadre campane: penso per esempio a Zappacosta all’Avellino, Palma alla Nocerina, Villanova e Djibo all’Aversa Normanna”.
Servizio a cura di Raffaele Di Guida
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