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ESCLUSIVA- Luzzi: “Ecco come è nato Tutto il calcio minuto per minuto”

"Sacchi, l'allenatore più innovativo della storia del calcio italiano. Andrei a cena con Zeman, gli vorrei dire che il calcio è cambiato"

Il Bar dello Sport, la schedina e tutti incollati alla radio. Sono i simboli, la mitologia del calcio pre-televisivo. “Tutto il calcio minuto per minuto” è stata la trasmissione degli appassionati del pallone, una storia condivisa nell’album dei ricordi e di cui tutti si sentono partecipi. Oggi abbiamo voluto fare un viaggio in quel mondo intervistando Ezio Luzzi, storico radiocronista di “Tutto il calcio minuto per minuto”.

Ezio, hai condotto una brillante carriera. Torniamo però agli inizi, come hai cominciato a fare il giornalista?

“La carriera di giornalista iniziò molti anni fa, da giovanissimo cominciai a scrivere nei piccoli giornali della scuola; così inizio la passione per questa professione che ho sempre poi vissuto di pari passo con quella per il calcio. La mia vocazione era, però, quella di radiocronista e con il tempo sono riuscito a seguirla”.

Come e quando nacque l’idea di un programma come “Tutto il calcio minuto per minuto”?

“Iniziò nel 1960 subito dopo le Olimpiadi di Roma.  All’epoca avevo venti anni e nacque “Tutto il calcio minuto per minuto”. Il programma fu ideato da Guglielmo Moretti ed ebbe subito un discreto successo. Il format originario era diverso rispetto alla forma più moderna, c’era la radiocronaca in diretta di una sola gara e a fine match si davano i risultati degli altri incontri. Successivamente si commentavano i secondi tempi fino ad arrivare ai giorni nostri dove si raccontano tutte le partite”.

Qual è la radiocronaca che non hai mai dimenticato nella sua lunga carriera?

“Sicuramente il mondiale vinto dall’Italia nel 1982 in Spagna, fu una radiocronaca eccezionale e al commento c’eravamo Ameri, Ciotti ed io. Una vittoria che sorprese tutti, mi ricordo che era il periodo degli scandali per il calcioscommesse e c’era un clima di grande scetticismo. Dopo una fase a gironi non esaltante ci fu la grande cavalcata vincente fino ad arrivare alla vittoria in finale contro la Germania e fu un evento davvero memorabile per noi italiani”.

Hai vissuto da giornalista tutta la carriera di Diego Armando Maradona. “Maradona è meglio di Pelè”, sei d’accordo?

“Sicuramente, Maradona è meglio di Pelè, il Pibe de Oro è argentino come me, visto che sono nato a Santa Fè. Io so molte cose sul suo conto e negli anni ’80 disse ai miei microfoni che voleva venire in Italia. L’occasione arrivò in un torneo del Bicentenario dove erano presenti la nazionale italiana, quella argentina, quella statunitense in cui giocava Chinaglia, il Barcellona dove militava Maradona che in quella circostanza mi confidò che sarebbe venuto a giocare in Italia e precisamente nel Napoli”.

Chi è l’allenatore che ha cambiato il gioco del calcio in Italia?

“E’ stato sicuramente Arrigo Sacchi con il suo calcio fatto di zone corte, di passaggi, del calcio totale in cui tutti i componenti di una squadra erano coinvolti nelle varie fasi di gioco. Prima era un calcio molto scolastico, lui invece lo ha rinnovato completamente. Ritornando alla Nazionale italiana, per me la migliore in assoluto fu quella di Vicini negli anni ’90; ci fu solo la sconfitta ai rigori nella semifinale del mondiale italiano e, pur essendo la squadra più forte, arrivò terza”.

Un presidente anche del passato con cui andresti a cena?

“In passato andai a cena con molti presidenti, da Franco Jurlano ex presidente del Lecce, Corrado Ferlaino, Romeo Anconetani del Pisa; ne ho conosciuti tantissimi di personaggi di questo tipo. considerando anche la Lega e la Federazione, come per esempio Antonio Matarrese. Si può dire che ho fatto la “collezione”(ride n.d.r). Attualmente mi piacerebbe dialogare non con un presidente ma con un allenatore, Zdenek Zeman. Negli anni ’90 mi appassionò il suo Foggia che era una squadra davvero stupenda con calciatori come Signori, Baiano, Rambaudi che fecero le sue fortune. Ora mi piacerebbe dirgli che il calcio è cambiato che non può fare il suo gioco con i giovani ma con i campioni, perché i ragazzini non possono seguire il suo credo tattico”.

Siamo a pochi giorni dal match del San Paolo tra il Napoli e il Milan. Quali sono le tue sensazioni su questa gara?

“Per me questo Milan non può battere il Napoli, casomai è il contrario. Il gioco del calcio spesso è imprevedibile, ma attualmente c’è un divario tecnico e tattico troppo evidente tra le due compagini”.

Che pensi di Mazzarri? Si può definire il miglior allenatore in Italia?

“Mazzarri è un ottimo allenatore, ma non è il più bravo. Sul suo piano ce ne sono altri che sono molto preparati come il tecnico della Lazio Petkovic che è una piacevole novità.  Montella sta facendo vedere un calcio divertente con la sua Fiorentina ma anche lo stesso Stramaccioni mi sta impressionando positivamente. Il tecnico del Napoli è allo stesso livello loro e non credo che possa fare meglio o peggio dei nomi che ho menzionato”.

 

Intervista a cura di Alessandro Sacco

 

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