Il Napoli domani sera sfiderà il Sassuolo, realtà che nel calcio italiano, anno dopo anno, si sta affermando sempre di più. Nel 2002 la squadra emiliana è stata acquistata Giorgio Squinzi e a partire dal 2005 i neroverdi hanno cominciato una scalata inarrestabile dalla C2 all’attuale sesto posto, con ambizioni d’Europa e un allenatore come Eusebio Di Francesco che continua a guadagnare credito a suon di grandi risultati: non sarà facile per il Napoli, che al Mapei Stadium è incappato in una delle due sconfitte stagionali. Chi ha vissuto la realtà del Sassuolo in prima persona è il difensore Pellegrino Albanese, classe 1991 di Lioni, provincia di Avellino, capitano della Primavera nel 2008, anno in cui ha esordito con la prima squadra in Coppa Italia contro la Salernitana, per poi giocare nel 2011 in Serie B contro il Siena. Ecco l’intervista integrale:
Il Sassuolo è una realtà unica in Serie A, capace in dieci anni di salire dalla C2 all’attuale sesto posto. Come è la realtà del Sassuolo vissuta da dentro?
“Quella del Sassuolo è una realtà unica, ho lasciato un pezzo di cuore in Emilia, ho ricordi speciali. Sono stato tre anni lì e credo di essere cresciuto tanto sia come uomo che come calciatore, il Sassuolo è uno dei club di fascia minore con più prospettiva di crescita in Serie A e con la migliore organizzazione societaria. Salire in così poco tempo dalla C2 agli attuali sogni d’Europa è difficile, ci vuole un’ottima organizzazione e un presidente come Giorgio Squinzi che ha le risorse e che ha costruito una società solida ma al contempo semplice e umile. Quello che mi ha colpito è che il gruppo è rimasto sostanzialmente invariato negli anni e che ci siano ancora alcuni giocatori che hanno giocato in C2. Prospettive? Vedremo sicuramente il Sassuolo in Europa, ho pochi dubbi su questo perchè il club cresce di anno in anno ed è uno dei pochi ad avere uno stadio di proprietà”.
Eri capitano della Primavera. Perchè sei andato via?
“Sono stato legato al Sassuolo per cinque anni, purtroppo ho avuto un brutto infortunio che anche grazie alla loro disponibilità sono riuscito a superare. In due stagioni ho giocato solo due partite tra Mantova e Arzanese, dove ero in prestito, poi alla scadenza del contratto il Sassuolo è salito in Serie A e sono cambiate molte figure dirigenziali”.
Che calciatori hai conosciuto che adesso giocano in A o quanto meno in categorie professionistiche?
“Ho un gran ricordo di Francesco Magnanelli, una persona speciale. Era capitano negli anni in cui ero a Sassuolo è lo è tuttora, non avviene per caso che un calciatore riesca a salire dalla C2 alla Serie A, ha grandi qualità ed è una persona di carattere. Anche Pomini era in C2 e adesso è nella rosa del Sassuolo”.
Hai giocato in Primavera con Domenico Berardi, si vedeva già che aveva grandi qualità? Quanto mancherà al Sassuolo nella sfida di domani?
“Le qualità di Domenico c’erano e si vedevano, si capiva che avrebbe avuto un bel futuro, anche se non avrei pensato che sarebbe arrivato a questi livelli, perchè da piccolo mostrava qualche limite caratteriale. Sono contento per lui, sicuramente Di Francesco l’ha aiutato molto nel processo di crescita, puntando su di lui e credendo nelle sue qualità, facendolo giocare già quand’era molto giovane. Sfrutterà questa fortuna perchè ha tutte le qualità per restare ad altissimi livelli”.
Che partita ti aspetti da parte del Sassuolo? Quanto mancherà anche Cannavaro?
“Vedo spesso il Sassuolo, squadra alla quale sono ancora legato, hanno molta gamba e le idee chiare, ho visto la partita a Milano contro l’Inter e danno sempre la sensazione di poter fare male da un momento all’altro. Berardi e Cannavaro sono due assenze pesanti, anche se Di Francesco ha fatto spesso a meno di Berardi per squalifica, non credo che alla fine mancheranno così tanto, i sostituti sono importanti. Il Napoli al momento è la squadra più forte e un Higuain stellare, un calciatore di un altro livello, stratosferico. La squadra di Sarri partirà sicuramente favorita, ma il Sassuolo ha tutte le carte in regola per metterla in difficoltà”.
Hai giocato anche nell’Inter, con la quale hai vinto lo scudetto con gli Allievi Nazionali. Raccontaci la realtà dell’Inter vissuta da dentro.
“Ho avuto la fortuna di giocare un anno e mezzo a Milano, ho vinto lo Scudetto con gli Allievi Nazionali, giocando con gente come Destro, Santon, Obi, Caldirola e Falcinelli. Il settore giovanile dell’Inter è il top in Italia, anche se molti talenti poi non arrivano in prima squadra perchè la dirigenza punta molto sul mercato estero, limite comune a molte squadre italiane”.
Secondo te l’Inter può lottare per lo scudetto?
“Può dare sicuramente tanto fastidio al Napoli e alle altre. A mio avviso l’Inter è stata la sorpresa del campionato perchè la squadra è stata cambiata quasi totalmente in sede di mercato. E’ una squadra solida che rispecchia il suo allenatore, molto pragmatico ed ordinato, ma credo che squadre come Juve, Napoli e Roma siano più attrezzate. Penso che i nerazzurri possano ambire al terzo posto, li vedo leggermente dietro”.
In Coppa Italia che partita ti aspetti con il Napoli?
“Avendo visto l’ultima partita tra Napoli e Inter, finita 2-1, credo che sarà una partita dura. L’Inter non molla mai e il Napoli dovrà fare attenzione, anche se Sarri vuole andare avanti in tutte e tre le competizioni e non lascerà nulla al caso. Anche schierando qualche ricambio, penso che il Napoli possa avere la meglio, la spinta del San Paolo sarà sicuramente un fattore importante”.
Adesso giochi in Eccellenza con l’Herculaneum, squadra con la quale punti alla Serie D. Come mai non sei riuscito a restare a livelli alti? Quali sono i tuoi obiettivi futuri? Punti a tornare tra i professionisti?
“L’infortunio, arrivato in una parte cruciale della mia vita, ha frenato molto la mia carriera, perchè, come dicevo, sono rimasto ai box per due anni. Adesso guardo al calcio con un po’ più di realismo, so che darà difficile tornare ai livelli a cui ambivo quando ero al Sassuolo o all’Inter, quando speravo di poter arrivare in Serie A o in Serie B, anche se darei la vita per farlo. Sono ancora relativamente giovane, penso di avere ancora tanto da dare e giorno dopo giorno mi alleno dando il massimo per tornare ai livelli a cui ambisco. Al momento non mi do un obiettivo o un traguardo, so di avere le capacità per tornare tra i professionisti, anche se ci vuole un pizzico di fortuna e non dipende solo da me. Ringrazio tanto l’Herculaneum, con la quale siamo primi in Eccellenza e che ha un progetto forte e vincente. Ho la possibilità di giocare un campionato di vertice, per me è una vetrina importante e ringrazio il direttore Mignano e la presidenza, nella persona di Alfonso Mazzamauro, che hanno creduto in me”.
A cura di Dario Gambardella
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