In occasione del match valevole per la terza giornata della Viareggio Cup tra la Rappresentativa serie D e il Norte America, compagine ecuadoregna, tra i vari osservatori presenti sugli spalti del “Mannucci” di Pontedera, spicca la presenza di Igor Protti, ex calciatore tra le altre di Napoli, Livorno e Bari ed attualmente osservatore del Catania. Protti concede alla redazione di IamNaples.it un’interessante intervista, concernente le prime fasi del torneo, i suoi trascorsi a Napoli e, in generale, la situazione dei vari settori giovanili in Italia.
In queste prime partite della “Viareggio Cup”, arrivata alla sessantacinquesima edizione, ci sono squadre che l’hanno maggiormente impressionata?
“In questi giorni ho seguito un paio di gare, tra cui Juve-Maribor e Fiorentina-Padova e devo dire la verità: la squadra bianconera e quella toscana mi hanno molto impressionato per il gioco e per l’organizzazione tattica. La mia impressione è che il nostro movimento giovanile sia ancora ben messo ed è ancora una spanna sopra gli altri club europei. Abbiamo molte società con strutture all’avanguardia e penso che non siamo secondi a nessuno. L’importante è credere nei ragazzi, fargli fare la gavetta e poi farli giocare in prima squadra”.
Da calciatore ha giocato anche nel Napoli, che ricordi ha della sua esperienza partenopea?
“Ho giocato solo un anno in maglia azzurra e, anche se l’esperienza calcistica non fu fortunata, ho ottimi ricordi della città di Napoli. Dovessi dare un consiglio ad un calciatore gli direi di fare questa esperienza perché nessun altra città in Italia riesce a trasmetterti il calore dei napoletani e attualmente rimango un tifoso del Napoli, oltre che, chiaramente, del Livorno. Sono contento della stagione del club azzurro, sta facendo ottime cose, se escludiamo la gara contro il Viktoria Plzen, ma è sulla strada giusta per raggiungere grandi traguardi”.
Ritornando al discorso del settore giovanile, il Napoli allenato da mister Saurini tra qualche settimana affronterà nella finale di Coppa Italia la Juventus. Quante possibilità hanno di conquistare gli azzurrini il trofeo nazionale?
“Purtroppo non ho ancora avuto l’occasione di seguire il Napoli, chi lo ha visto mi parla di una squadra ben organizzata e che esprime un ottimo calcio. Battere la Juventus non sarà semplice, ha delle ottime individualità, ma essendo un sostenitore della maglia azzurra, mi auguro che si possa ripetere il successo della squadra di Mazzarri del 20 maggio scorso”.
Lei è stata una bandiera del Livorno. Cosa ci può dire del settore giovanile della società amaranto?
“Attualmente mi occupo dello scouting del Catania, ma sono sempre legato ai colori amaranto. Da quello che so, il settore giovanile non sta andando così bene come la prima squadra. I risultati non sono soddisfacenti, perché non c’è stato un ricambio nelle varie squadre, però so che il mio ex compagno di squadra Doga, attualmente responsabile del settore giovanile, si sta dando da fare per migliorare la situazione, specie in vista della prossima stagione, che, con i dovuti scongiuri, potrebbe sancire il ritorno della prima squadra nella massima serie”.
Che ci può dire della Primavera del Catania, attualmente al secondo posto nel girone del Napoli?
“La squadra allenata da mister Pulvirenti ha un organico molto valido e se la sta giocando al meglio in un girone non semplice con squadre come Roma, Lazio, Napoli e Palermo e perciò credo di poter dire che si stanno facendo cose egregie. La società siciliana dispone, oltre che di buoni giovani, di un’ottima struttura, Torre del Grifo, che sta facendo parlare di se in tutta Italia”.
Secondo lei, oltre alle strutture qual è il segreto del Catania, che ogni anno ottiene ottimi risultati in massima serie?
“Il club di Pulvirenti porta da anni un progetto molto solido, vengono presi calciatori semi-sconosciuti che poi, sistematicamente, riescono a rendere bene, questo anche per la bravura degli allenatori che, negli ultimi anni, si sono avvicendati. Vediamo i casi di Montella o Maran che ottengono ottimi risultati, perché dietro c’è una società che li fa lavorare bene: è molto raro che un allenatore del Catania non arrivi a fine anno. Quando c’è un progetto serio, i risultati alla lunga vengono di conseguenza”.
Da un paio di anni a questa parte chi ha smesso di giocare a calcio ha intrapreso la carriera di allenatore dei settori giovanili, come per esempio i fratelli Inzaghi, Lucarelli ed Enrico Chiesa. Quanto possono dare a livello di esperienza a ragazzi che possono intraprendere una carriera positiva nel calcio che conta?
“Non posso dirti con certezza come stanno andando ma so che Lucarelli con gli Allievi del Parma e Filippo Inzaghi con il Milan stanno ottenendo grandi risultati. A livello di esperienza, noi ex calciatori possiamo dare tanto a questi ragazzi che s’approcciano al calcio che conta e secondo me questa sarebbe la strada giusta da intraprendere per far cresce e maturare sempre di più questi potenziali calciatori di domani”.
Dai nostri inviati a Viareggio Mirko Panico, Alessandro Sacco e Ciro Troise
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