Ritorna la rubrica “Viaggio nelle scuole calcio”. La Redazione di IamNaples.it ha raggiunto il direttore della scuola calcio Boys Posillipo ed allenatore degli Allievi, Gianluca Sommella, che ci ha parlato di tanti temi interessanti in maniera sincera e schietta. Ecco la lunga intervista, tutta da gustare:
Parlaci della scuola calcio Boys Posillipo e di tutte le sue squadre.
“Abbiamo quattordici squadre, di cui da quest’anno tre in campionati regionali, mentre le scuole calcio giocano in campionati provinciali. Curiamo molto le squadre regionali che fanno parte del settore agonistico, ogni anno cediamo due o tre elementi a società professionistiche anche grazie a Marco Sommella, mio fratello, procuratore tra gli altri di Immobile e Nocerino e socio di Alessandro Moggi. Quando i ragazzini sono pronti per un salto importante, hanno le porte aperte per i palcoscenici migliori”
Quali calciatori sono cresciuti proprio nella vostra scuola calcio?
“Il caso più eclatante è Floro Flores, poi c’è Grieco che si è perso un po’ per la strada ma che ha giocato a Parma, Genova e Napoli. Gaetano a 17 anni doveva essere il nuovo Del Piero, il Parma lo prelevò dal Genoa per sette miliardi, successivamente ha avuto infortuni che ne hanno compromesso la carriera. Dopo di loro posso citare Cariello e Ginestra”
L’anno scorso avete sfiorato il titolo di Giovanissimi Regionali, perdendo 4-3 contro la Mariano Keller. Raccontaci quella partita.
“Negli ultimi anni io e mio fratello Fabrizio abbiamo rilevato questa società creata da nostro padre nel 1988, noi ne facciamo parte dal 2006. L’anno scorso per un soffio non abbiamo vinto il titolo di campioni dei Giovanissimi, abbiamo perso 4-3 con la Mariano Keller, dopo essere passati in vantaggio per 3-0. Ero io l’allenatore e ancora non mi sono ripreso, ad un minuto dalla fine dei supplementari eravamo sul 3-3 e fu concesso un rigore agli avversari proprio un attimo prima dei calci di rigore (clicca qui per leggere l’articolo). C’erano tantissime persone a vedere le nostre partite, tutti affezionati ai nostri ragazzini, che hanno sfiorato un titolo regionale inaspettato ma che avrebbero meritato. Ce la giocammo alla pari con dei ragazzi più “scugnizzi” dei nostri”
Che paragone faresti tra la tua scuola calcio e la Mariano Keller, eccellenza napoletana?
“Loro sono nati molto dopo di noi, ma hanno fatto passi da gigante in meno tempo grazie anche alle strutture, basti vedere il “Boschetto” di Capodichino, che conteneva circa 700 bambini. Il presidente Righi è bravo e sceglie la gente giusta. Boys Posillipo, Puteolana, Mariano Keller e Monteruscello sono le squadre che se la giocano sempre ad alti livelli”
L’obiettivo è quello di ripetere i risultati dell’anno scorso?
“Non sarà facile. Quest’anno gli Allievi sono classe ’97, li alleno io e la squadra è buona, ci sono un ex Napoli ed un ex Parma. I ragazzi però giocano contro avversari più grandi di un anno ed un anno a quest’età è molto importante. Bisogna sottolineare che alcuni ragazzi sono nati a novembre ’98 e giocano contro altri magari nati a febbraio ’97. Sarebbe un miracolo ripetersi. Ad esempio io ho un ragazzino, Manolo Adamo, che l’anno scorso nei Giovanissimi ha segnato 45 gol e che quest’anno fa fatica proprio per i motivi appena elencati. Ha poca forza e sto cercando di migliorarlo fisicamente, è un fenomeno e può crescere moltissimo, lo chiamano Robinho. Con il Centro Ester a Barra domenica scorsa ha fatto fatica nonostante abbia giocato un solo tempo”
Che classifica hanno le vostre squadre?
“Siamo secondi con gli Allievi, dietro il Centro Ester e con i Giovanissimi siamo primi”
Nel Lazio le squadre che selezionano i loro ragazzi fanno campionati diversi dalle scuole calcio per iscrizione, saresti d’accordo a perseguire questa strada in Campania?
“Abbiamo proposto anche noi questi campionati “d’elite” in Campania, ma essendoci il doppio delle società qui non sarebbe giusto, non si conoscerebbe la qualità di tutte le realtà Ad esempio il Torrecuso ha fatto una buona squadra, il Centro Ester lo stesso, ogni anno cambiano le formazioni anche in base ai direttori sportivi ed è difficile stabilire il tutto con precisione. Sarebbe difficile trovare un punto di partenza”
Qual è il vostro organigramma societario?
“Mio padre è il presidente onorario, mio fratello Fabrizio è il presidente, io sono il direttore della scuola calcio ed allenatore degli Allievi, Gennaro Caccavo è il mister dei Giovanissimi, Sergio Paolucci guida i Mini Giovanissimi regionali, il signor Formisano è coordinatore della scuola calcio, poi ci sono Mario Citterio, Lorenzo Gargano e Sandro Paolucci”
Che rapporti avete con il Napoli?
“Abbiamo pochi rapporti, quasi zero. Loro vogliono i calciatori “in regalo”, ma noi lavoriamo qui dalla mattina alla sera e investiamo tanto tempo e denaro, non è giusto dunque che non ce li vogliano pagare”
Cosa ne pensi della politica di scouting del Napoli a livello giovanile?
“Hanno una politica per me sbagliata, io lavoro molto al Nord dove porto tanti ragazzini e ci sono tante differenze. De Laurentiis si concentra sulla prima squadra, ha il suo ritorno economico importante ed assieme a Pozzo è forse l’unico ad avere il bilancio in attivo. Fino a quando arriveranno soldi e risultati nessuno può dirgli nulla, se poi non vuole curare il settore giovanile avrà le sue ragioni. Insigne se l’è ritrovato, non lo conosceva nemmeno”
Che ne pensi della questione Cannavaro?
“Gli stanno facendo una scortesia, mi sembra più una questione societaria che tecnica. Non è diventato un pollo all’improvviso, è stato totalmente messo da parte, non è normale che prima di lui entri Uvini, c’è qualcosa che mi puzza. Benitez è un grande allenatore e fa le sue scelte, ma a mio avviso c’è qualcosa dietro. Non ho una buona idea della società e ormai non tifo nemmeno per il Napoli; ora ho un buon rapporto con Grava, ma fino all’anno scorso non c’è stato niente. Squadre come Parma e Genoa ci gratificano del nostro lavoro ed onestamente è meglio che un ragazzino vada al Nord dove può vivere anche meglio”
In casa tua hai vissuto differenti generazioni di calcio, che diversità noti rispetto al passato in questo mondo?
“I ragazzi di oggi hanno meno qualità rispetto a quando giocavamo noi, qualcuno che è più portato degli altri non riesce a sfruttarle. Vent’anni fa era diverso, si giocava sulla terra e di più con il pallone, si cresceva più in fretta e si giocava tantissimo, non esistevano distrazioni come internet, per noi solo il calcio. I ragazzi di oggi non vedono l’ora di tornare a casa per andare a giocare con la playstation e con tutte le altre distrazioni, le differenze sono sociali, i ragazzi sicuramente vivono in un mondo più agiato, ma hanno anche meno carattere e più paura. Oggi si vuole tutto e subito, non come ai miei tempi, i genitori coccolano troppo i figli e i ragazzi di oggi hanno paura di allontanarsi da casa e non capiscono che potrebbero giocarsi le proprie carte fuori da Napoli. Noi non compriamo i giovani come facevano mio padre e Carmine Tascone, i veri precursori del calciomercato giovanile, l’anno scorso abbiamo sfiorato la finale dei Giovanissimi del tutto inaspettatamente, con molti ragazzini che vanno a scuola al Denza e che il giorno dopo avrebbero dovuto sostenere l’esame di recupero. Siamo arrivati in finale perchè i ragazzi si sono divertiti, la Keller invece è andata in ritiro per due giorni a San Giorgio, ha fatto la rifinitura allo stadio, mentre noi ci siamo visti la mattina stessa, non volevo mettere pressioni ai ragazzi ed è funzionato. Molti ragazzini vengono da Posillipo e Marechiaro, andare a giocare in zone come Scampia per loro è stato quasi un trauma, io sto cercando di inculcargli la giusta mentalità e a non avere paura di nessuno, altrimenti… le prendono da me!”
Tu che hai un fratello procuratore, ci sapresti dare qualche notizia per gennaio?
“Non è il mio lavoro, io faccio l’allenatore e curo la scuola calcio, dovreste parlare con mio fratello Marco. In settimana porteremo qualche ragazzo a Roma per farlo visionare da Walter Sabatini”
Dai nostri inviati al “Denza” di Posillipo Dario Gambardella, Antonio Fusco e Francesco Pugliese
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