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ESCLUSIVA- Finocchiaro (La Sicilia): “Bloccare le ali offensive per fermare il Catania”

"L'amicizia tra le due tifoserie riscatta le città di Catania e Napoli"

Dopo la vittoria per 4-0 contro l’Aik Solna, il Napoli pensa già alla trasferta di Catania. Per saperne di più sulla compagine siciliana, la redazione di IamNaples.it ha intervistato in esclusiva il collega de “La Sicilia” Giovanni Finocchiaro.

Quella appena trascorsa è stata un’estate di forti cambiamenti  a Catania: via il “factotum” Lo Monaco e i promettente Montella.

“La società si è data un nuovo assetto, sia d’immagine che di  programmazione. Sul mercato sono stati presi tutti calciatori giovani, basti pensare che il più vecchio è il portiere Frison che ha 24 anni. Calciatori di talentuosi  e di prospettiva aggregati alla primavera in attesa di balzare poi in prima squadra”

Ci descriva il personaggio Lo Monaco; ha mai manifestato l’intenzione di venire a Napoli dal momento che il contratto del d.s. Bigon era in scadenza?

“Non mi risulta di un interessamento concreto del Napoli che andasse al di là dell’apprezzamento professionale: Lo monaco è stato vicino alla Fiorentina e al Torino, prima che firmasse poi col Genoa. Bigon, per quanto ne sappia, non penso fosse mai stato in discussione a mai  Napoli. Pietro Lo Monaco è senza dubbio un personaggi vulcanico che ama gestire tutto in prima persona, dalla semplice fornitura di carta alle trattative importanti. A Catania ha fatto grandi cose, facendo spesso la fortuna degli etnei. Guardando al mercato, ad esempio, è riuscito a prendere Izco dal Sant’Elmo, una squadra argentina, a 0 euro, e gioca da sei anni quasi sempre titolare. Vargas preso per 1 mln e venduto per 12 alla Fiorentina. Caserta giocava in C2 all’Igea di Barcellona: dopo averlo valorizzato, l’ha venduto al Palermo per 3 mln. La lista sarebbe lunghissima; lo scorso anno doveva portare addirittura Roncaglia al Catania”

E il presidente Pulvirenti?

“Prima di tutto è un gran tifoso. Ha preso la società dai Gaucci ripianando tutti i debiti. Per la causa Catania ha fatto davvero una bella spesa, regalando alla città lo splendido complesso di Torre del Grifo. È una struttura enorme dotata di ben quattro campi allenamento disposti a terrazza. C’è una piscina ed una palestra accessibili anche ai privati: la presenza di un centro benessere dove è possibile stilare dei mini abbonamenti, ha un forte seguito tra i tifosi; chiaro che quando vi siano calciatori presenti questi restino chiusi, ma v’è l’opportunità anche per i giovani di interagire con l’ambiente. I nuovi arrivati poi possono soggiornare nei complessi della struttura. La piscina è gestita dall’ex giocatrice di pallanuoto Giusi Malato, la Platini della pallanuoto. Salvo Badalato, ex stella del volley maschile, gestisce la palestra. In fine, ma non per questo meno importante, un albergo per i calciatori in ritiro e una mensa per gli ospiti. Il centro medico è un ulteriore vanto: è moderno e dotato di strumenti all’avanguardia. Ormai sono due anni che il Catania svolge i ritiri in città. Il presidente, inoltre, ha in mente di costruire il nuovo  stadio in due anni. Il progetto c’è, e pure il terreno. Bisogna solo riuscire a districarsi nella burocrazia”

Ritornando alla squadra: il nuovo d.s. Gasparin è stato bravo a confermare le stelle: Lodi, Gomez e Barrientos. Son rimasti tutti.

“Non è stato facile tenere tutti. È prevalsa l’idea di valorizzarli ulteriormente; del resto offerte irrinunciabili non ne sono giunte. L’Inter fece un timido tentativo per Gomez ma venderlo per 6 mln sarebbe stato inutile. Piuttosto si è badato a confermare tutti per cederli solo a fronte d’offerte pazze”

Maran fa giocare bene le proprie squadre: il Varese lo scorso anno, è arrivato in finale play – off, fermando la cavalcata verso la Serie A solo contro la Sampdoria. Dove mira  collocarsi questo ambizioso Catania?

“Il mister è in linea con la società: prima la salvezza e poi si vedrà. Il modulo di base è un ben collaudato 4-3-3. Rispetto allo scorso anno, la squadra è molto più corta tra i reparti; specialmente tra difesa e centrocampo, e mira ad accorciare gli spazi. Sin dalle prime battute ha instaurato un rapporto franco con i giocatori. Vi racconto una curiosità: in ritiro ogni giorno diramava una tabella con classifica a punti che tenesse conto di cose buone e cattive dei giocatori. I migliori venivano premiati e i peggiori puniti con dieci giri di campo in più! È chiaro che fosse una cosa goliardica, ma dimostra come anche in allenamento bisogna impegnarsi bene”

La scorsa settimana Montella è riuscito ad imbrigliare il Catania, bloccando Gomez e Barrientos con una marcatura ad uomo, e arginando Lodi. È lo stesso consiglio che si sente di dare a Walter Mazzarri?

“Si. Guardando come ha giocato a Firenze, la soluzione è bloccare i portatori di palla Lodi  e Almiron, oltre che le ali offensive, così da costringere il Catania a trovare nuove soluzioni per far circolare palla”

E la formazione? Ci sono dubbi legati ad indisponibilità?

“La formazione dovrebbe per lo più essere quella scesa in campo al Franchi. Gli unici dubbi sono legati al ballottaggio Bellusci – Spolli in difesa, e Izco – Biagianti a centrocampo. Castro si affaccia ora al calcio italiano e sebbene abbia dimostrato ottime cose, non verrà rischiato dal 1’”

Nell’era De Laurentiis il Napoli non è mai riuscito a vincere alle pendici dell’Etna. Come si viola il Massimino?

“Facendo la partita senza beccare le ripartenze. Come dicevamo prima, bloccare le ali offensive potrebbe essere la soluzione migliore. In casa è importante la spinta del pubblico che tiferà dato che si affrontano gli amici napoletani”

Ecco appunto, la tifoseria. Che partita sarà giocata sugli spalti tra due tifoserie, di fatto gemellate, che non hanno mai perso occasione di dimostrarsi reciproca stima?

“Conoscendo i capi delle curve e chi va in trasferta, sarà una partita all’insegna dell’ amicizia. Le tifoserie oltre ad essere amiche, sono gemellate: molti ragazzi si ospitano in casa propria. Una cosa bellissima in questo calcio moderno. È una bella pubblicità che riscatta l’immagine di due città, Catania  e Napoli per l’appunto, troppo spesso criticate”

A cura di Francesco Gambardella

 

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