Durante il convegno “Calcio femminile: la nuova frontiera” abbiamo intervistato in esclusiva l’agente di calciatori Enrico Fedele. Dagli sviluppi del mondo del pallone in rosa all’attesa spasmodica per Juventus-Napoli, l’intervento di un esperto uomo di calcio:
“Il calcio femminile non è più in seconda fascia, non è uno sport dilettantistico, perché fuori dall’Italia è già considerato a grandi livelli, a mio avviso lo dovrebbe essere anche nella nostra nazione e sono convinto che nel giro di qualche anno prenderà piede in maniera esponenziale. Quello che mi ha impressionato del Napoli Carpisa Yamamay è la grinta che le ragazze mettono sul terreno di gioco, si comportano come delle professioniste dentro e fuori dal campo. Una volta conquistata la massima serie, si pensava che era uguale al campionato di A2. La realtà è ben diversa, quello che conta quest’anno è mantenere la categoria e penso che ci possano riuscire. E’ inutile essere ipocriti, non bisogna nascondere che il napoletano sente di più la gara contro la Juventus perché è un’avversaria storico e da 1 a 10 batterli varrebbe 11 e non 10 (ride n.d.r.). C’è un’enfasi particolare per questa partita e prima di ogni sfida ci sono molte polemiche. Il Napoli non ha nulla da perdere perché i bianconeri sono favoriti, se perdi in casa loro non pregiudichi nulla dal punto di vista tecnico. Oltre Pirlo che è il fulcro dell’undici di Conte, per me la forza della Juve è l’intero reparto di centrocampo. Non è un caso se molti gol dei bianconeri sono stati segnati dai centrocampisti che hanno grandi qualità negli inserimenti in area di rigore. Il giocatore che temo di più è Vucinic, ha grandi qualità tecniche e può mettere in difficoltà la retroguardia azzurra in qualsiasi momento della partita. Io e mio figlio Gaetano assistiamo molti calciatori giovani napoletani e il bilancio è positivo. Molti nostri assistiti fanno parte delle nazionali e si stanno facendo rispettare nei vari campionati a conferma che il Napoli dispone di un ottimo vivaio. Il settore giovanile adesso ha Insigne come bandiera, il mio auspicio è che ci siano tanti altri giovani talenti del vivaio in prima squadra nel corso dei prossimi anni. E’ fondamentale poi seguire la loro crescita; prima erano calciatori, ora devono essere atleti. Non è facile, ma questo è lo step decisivo”
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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