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ESCLUSIVA- De Giovanni: “Una scelta giusta la cessione di Lavezzi e Gargano”

"La stagione del Napoli? Non si può giudicare un pranzo da un mezzo antipasto"

La definisce “la madre di tutte le partite”. Grandissimo tifoso azzurro ma soprattutto affermato scrittore; Juventus-Napoli per lui è stata anche fonte d’ispirazione letteraria. Abbiamo discusso della sfida di sabato, della sua professione e della stagione degli azzurri con lo scrittore Maurizio De Giovanni:

Coma nasce un libro scritto e ideato da te, ad esempio un giallo?

“Io comincio a pensare ad una trama, immagino un delitto o un morto, poi con il passare dei minuti mi chiedo come sia accaduto l’omicidio o chi possa averlo ucciso e comincio a guardarmi attorno facendo l’investigatore. Mi propongo degli indizi, alcuni corretti, altri fasulli, insomma me li costruisco. Poi comincio a documentarmi, mi procuro tutto il necessario per svolgere queste indagini e poi in base alle epoche storiche provo ad immaginare il delitto. Se è ambientato agli anni ’30 prendo dei costumi adatti all’epoca, se invece riguarda la storia contemporanea ci inserisco la polizia che cerca di investigare sul crimine e poi quando sono pronto mi metto a scrivere il giallo”.

C’è un momento particolare della giornata che ti dedichi alla scrittura del libro?

“Io scrivo solo ed esclusivamente quando mi sento pronto, e quando lo faccio mi dedico per ben tre settimane all’elaborazione della trama. Quando ho tutto quello che mi serve comincio alla costruzione  della storia e poi cerco di immedesimarmi nei vari personaggi”.

Lo scorso anno hai definito la stagione scorsa del Napoli con il titolo “Il passo del gambero”. Come intitoleresti quest’inizio di stagione?

“Siamo ancora agli inizi, non condivido  questo atteggiamento di grande euforia. Il Napoli è partito molto bene, però, non sta giocando un calcio spumeggiante. Non è detto che ciò sia negativo perché vincere senza giocare bene è sempre un segnale positivo. Siamo ancora agli albori del campionato, non si può ancora dare un giudizio preciso, la partita di sabato è molto impegnativa, può dire qualcosa sullo stato di forma delle due squadre ma non è decisiva per l’esito della stagione. L’unica cosa da dire è che dal punto di vista psicologico una delle due potrebbe avere il morale alto per le prossime partite in Italia e in Europa. Se il Napoli riuscisse a vincere, sarebbe l’unica squadra ad aver espugnato lo “Juventus Stadium”; un successo rappresenterebbe una forte scossa psicologica. A mio avviso, però, non si può giudicare il pranzo da un mezzo antipasto”.

Come hai valutato la partenza di Lavezzi e Gargano?

“Cederli è stata una scelta giusta, lo sostenevo da inizio stagione, non solo per ragioni calcistiche. Dominavano all’interno dello spogliatoio, avevano due personalità molto forti, se andavano in panchina facevano scatenare un putiferio. Era un problema posizionarli tatticamente in campo, erano giocatori anarchici.  Mazzarri lavora sull’ordine, sulla preparazione maniacale delle partite, Lavezzi e Gargano rischiavano di alterare una macchina perfetta. Senza di loro è diventato più incisivo Hamsik, perché con Pandev e Behrami ha la possibilità di inserirsi con più facilità in zona gol. C’è più ordine in mezzo al campo,  mentre con Gargano e il Pocho lo slovacco aveva la zona offensiva intasata, sopratttutto per i movimenti dell’argentino. Lavezzi è stato amato dai tifosi per l’estro e la fantasia, era inaccettabile, però, avere una seconda punta che segnasse solo otto gol. Inoltre non gli ho mai visto calciare bene una punizione”.

Condividi la politica di Mazzarri di inserire le seconde linee in Europa League?

“Non è una politica che condivido, perchè per me chi è più in forma merita di giocare in entrambe le manifestazioni. Capisco che bisogna privilegiare il campionato alle gare europee, ma far giocare 11 alternative che non hanno mai giocato insieme non mi sembra una scelta appropriata. Ci sono molti tifosi che vivono all’estero pronti a seguire il Napoli e con gare come Eindhoven gli manchi di rispetto. Il Napoli deve fare il suo dovere in ogni manifestazione, se le seconde linee sono brave devono giocare anche in campionato. Insigne per esempio non è la riserva di Pandev ma un potenziale titolare; ci sono momenti della stagione che un calciatore può essere più in forma rispetto ad un altro”.

Cosa rappresenta per un tifoso azzurro Juventus-Napoli?

“La gara di sabato è molto diversa dalle altre partite, Da una parte c’è il potere del Nord e dall’altra legioni di persone abituate alle sconfitte e quindi vincere quella gara sarebbe un’occasione di riscatto. Per tifosi storici come me è giusto definirla come la “Madre di tutte le partite” e mi auguro che anche i calciatori se ne rendano conto”.

In questi giorni sono nate molte polemiche sull’asse Napoli-Torino sulla disparità di trattamento di Prandelli. Sono considerazioni giuste o classiche chiacchiere da bar?

“Per me sono solo dicerie, il Napoli ha la sfortuna di avere meno nazionali italiani rispetto alla Juventus e le milanesi, mentre noi abbiamo i sudamericani che fanno voli transoceanici e ritornano a Napoli più stanchi degli altri. Poi c’è la sfortuna, come riguardo all’espulsione di Vidal in Ecuador-Cile, frutto di una gomitata a gara già compromessa per la sua Nazionale. Non possiamo accusare gli altri di essere più furbi di noi, il Napoli deve solo augurarsi di avere in forma i sudamericani”.

Come vivrà la “madre di tutte le partite” il tifoso Maurizio De Giovanni?

“Chiuso in casa come al solito perché mi scateno per gli interi novanta minuti, non posso farmi vedere in pubblico e mia moglie mi chiude in camera da pranzo perché arrivo a certi vertici di espressività non presentabili, perciò meglio vederla in completa solitudine”.

Intervista a cura di Alessandro Sacco

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