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ESCLUSIVA- Crisano (ds Ischia): “Il pubblico è il nostro valore aggiunto. A Viareggio mi ha impressionato Nicolao”

"Complimenti a Liguori, Muro e Saurini che stanno compiendo un ottimo lavoro"

Lo seguiamo con estrema attenzione, è un campionato avvincente ed esprime molti giovani talenti; parliamo del girone H del campionato di Serie D. Molti meriti vanno ascritti all’Ischia ed al Gladiator, la capolista e la principale inseguitrice. L’anima dirigenziale della società del presidente Carlino è Nicola Crisano, direttore sportivo dell’Ischia. IamNaples.it lo intervista in esclusiva affrontando non solo la stagione della squadra isolana ma anche le vicende del settore giovanile del Napoli con un focus specifico sul torneo di Viareggio seguito negli stadi della principale competizione giovanile italiana.

L’Ischia colleziona vittorie in campionato, ben 20 su 24 partite disputate. Il vantaggio sul Gladiator potrebbe aumentare con la sentenza su Puteolana-Ischia. A che punto è la battaglia legale in tal senso?
“Non c’è nè ottimismo nè rassegnazione su questa vicenda,  ci siamo affidati alla professionalità dell’avvocato Edoardo Chiacchio che sicuramente farà rispettare le regole della Federazione e siamo fiduciosi perché abbiamo scelto la persona giusta per ridarci  i tre punti conquistati sul campo contro la Puteolana”.
Uno dei punti di forza dell’Ischia è il suo pubblico, lo stadio “Mazzella” è considerato un fortino. Quanto è importante per voi il sostegno della vostra tifoseria?

“Al di là della società, della squadra e di mister Campilongo credo che il nostro pubblico sia il vero valore aggiunto. In casa in media vengono a vederci 2.500 spettatori, un dato che rappresenta un record in Serie D. La loro spinta è motivo di grande orgoglio e credo che ogni vittoria sia merito della loro passione e dell’incitamento offerto nell’arco dei novanta minuti”.

Nell’Ischia c’è anche tuo figlio Vincenzo che può vantare un passato nelle giovanili del Napoli. Come sta andando la sua stagione e cosa immagini per il suo futuro?

“Mio figlio, classe ’94, ha svolto l’intero ritiro estivo con mister Campilongo e il suo staff e forse l’ha pagato perché a causa di una pubalgia è stato fermo per cinque mesi. Vincenzo è rientrato in gruppo a gennaio, è guarito dall’infortunio grazie al professore Nicola Albarella e al dentista Franco Di Stasio; entrambi l’hanno rimesso a posto. Da un mese e mezzo Vincenzo è tornato a lavorare con il nostro tecnico, sta facendo sforzi incredibili, augurandoci che possa avere l’occasione di giocare nelle ultime partite di campionato. Vincenzo deve fare le sue esperienze nei campionati minori e, dopo che ha percorso l’intera trafila, potremo capire dove arriverà. Mio figlio ama giocare a calcio, tutto sta nelle sue capacità e nelle fortuna che lo possa assistere nei prossimi anni. Da addetto ai lavori gli posso consigliare di lottare in quello in cui lui crede veramente perché tiene tantissimo al suo percorso nel mondo del calcio e sta facendo grandi sacrifici”.

Nella prima settimana della Viareggio Cup ti abbiamo visto in tribuna a seguire le partite tra le varie formazioni Primavera. C’è un calciatore che ti ha maggiormente impressionato?

“Io e i miei collaboratori abbiamo notato alcuni giocatori di interessanti prospettive nella rappresentativa di serie D, nell’Anderlecht che ha vinto il torneo di Viareggio, nella Sampdoria, oltre che naturalmente nella Primavera del Napoli. Abbiamo messo molti nomi sui nostri taccuini e chissà che in futuro qualcuno non possa interessare all’Ischia. Mi ha impressionato certamente Giuseppe Nicolao del Napoli, che ha grande esplosività e, se continua così, potrà fare molto bene nei prossimi anni”.

Il Napoli sta ottenendo ottimi risultati sul campo sia per la prima squadra che per il settore giovanile. Cosa gli manca per fare il definitivo salto di qualità ed essere alla pari con le big della Serie A italiana?

“La prima squadra sta facendo ottime cose in campionato, l’attuale secondo posto è positivo, visto il valore degli organici di alcune squadre. La Juventus ha una rosa di prima fascia, i bianconeri hanno alternative più forti e, se il Napoli vuole arrivare in alto, deve costruire una rosa più competitiva altrimenti farà sempre fatica. Il tifoso napoletano ha voglia di vincere, ma avere fretta potrebbe rappresentare un grosso problema in futuro perché non è stato costruito per vincere il tricolore; gli azzurri sono in lotta per andare in Champions League e ciò rappresenterebbe già un grande risultato. Lavezzi e Gargano andavano sostituiti con giocatori di livello uguale o superiore, se si vuole dare una svolta definitiva ad un progetto di crescita. Sul settore giovanile faccio i miei più sentiti complimenti ai tecnici Liguori (Giovanissimi Nazionali), Muro (Allievi Nazionali) e Saurini (Primavera) che stanno ottenendo ottimi risultati sul campo. Fare calcio giovanile a Napoli non è affatto facile perché c’è molta pressione che viene dall’esterno. I genitori creano nei ragazzi aspettative eccessive, però, gli allenatori stanno compiendo uno splendido lavoro e gli auguro di proseguire su questa strada perché rappresentano il valore aggiunto del club partenopeo. La lacuna del settore giovanile azzurro è l’assenza di una struttura all’altezza”.

A cura di Alessandro Sacco

 

 

 

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