Stamane, alla manifestazione tenutasi all’ “Albricci”, che riapre alla città con un nuovo centro sportivo dopo l’accordo tra il Coni e l’Esercito, abbiamo incontrato la storia del pugilato napoletano ed italiano, Elio Cotena, concentrandoci sullo stato dello sport italiano, sulla riapertura dell’Albricci, su qualche splendido amarcord ed anche sul Napoli, squadra di cui è naturalmente grande tifoso.
Accordo tra il Coni e l’Esercito per l’uso dello stadio “Albricci”. Possiamo definirla una grande giornata per lo sport campano e anche per il pugilato?
“Certamente può essere positiva per i giovani che si accingono a fare lo sport con entusiasmo e si deve dare loro la possibilità di invogliarli a fare sport, che sia la boxe, ma anche la pallanuoto, nuoto e tutte le altre discipline. Questo può salvare tanti ragazzi che possono essere deviati dal soldo facile. Allo stadio “Albricci” disputai il mio primo incontro di pugilato nel 1961 e ho un ricordo di questo stadio di quasi cinquant’anni”.
In vista delle imminenti Olimpiadi di Londra, c’è qualche speranza di ben figurare nel pugilato a livello campano?
“Da questo punto di vista la Federazione sta creando qualche difficoltà, non dà la possibilità ai giovani quando vincono o partecipano alle Olimpiadi di passare al professionismo e quindi di guadagnare qualche soldo. Hanno creato la categoria del semi-professionismo, che brucia l’immagine del pugilato. Quando un pugile partecipa ad un grosso evento come le Olimpiadi, lo fa per diventare solo ed successivamente professionista. Io partecipai alle Olimpiadi di Messico ’68, diventai professionista, successivamente vinsi il titolo di campione d’Italia, poi divenni campione d’Europa. Avrei dovuto partecipare al Campionato del Mondo ma mi misi a fare l’organizzatore”.
Il nostro quotidiano on-line si occupa principalmente di calcio, lei come si pone nei confronti del Napoli?
“Io sono un tifoso del Napoli, è la mia squadra del cuore. Ho un ricordo della nazionale italiana che vinse l’Europeo nel 1968, erano ospiti a Fiuggi dove noi eravamo in ritiro in occasione delle Olimpiadi e in quella circostanza i giocatori azzurri volevano imparare la boxe ed io ho dato loro qualche lezione, a calciatori come Rivera, Mazzola, De Sisti e anche ad altri”.
La squadra azzurra ha delle possibilità di vincere qualche trofeo?
“Il Napoli sta dimostrando di avere delle capacità e chi lo dirige sta dando prova di saper ottenere il massimo anche da quei calciatori che fino ad oggi non avevano dimostrato il loro reale valore. Oggi i giocatori sono attirati dal soldo facile, non come negli altri sport, per esempio ci sono dei pugili professionisti che combattono per 300 euro ed è una cosa vergognosa. Le Federazioni sportive dovrebbero cercare di invogliare i giovani ad appassionarsi agli sport minori per combattere le cattive tentazioni, svolgendo il ruolo di deterrente sociale alla devianza”.
Dai nostri inviati all’ “Albricci” Alessandro Sacco, Maria Villani e Anna Trapanese
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