Si avvicina Genoa-Napoli, una gara dal fascino particolare soprattutto per lo spettacolo offerto sugli spalti dalle due tifoserie. Per cercare di andare a fondo nel clima che precede questa gara e per capirne di più dei prossimi avversari del Napoli, la redazione di Iamnaples ha intervistato in esclusiva il giornalista genovese di Goal.com Claudio Critelli, nonché addetto stampa del Comune di Genova e curatore del blog claudiocritelli.blogspot.com.
Il Genoa era partito sulle ali dell’entusiasmo scatenato dal mercato estivo. Con Gasperini, però, i risultati non arrivavano. Secondo te perché?
“Per due motivi: il gioco di Gasperini prevede un grande dispendio di energie, perciò ha bisogno di giocatori molto disponibili e di grandi talenti, come Thiago Motta e Milito. Servono centrocampisti in grado di fare entrambi le fasi e grandi finalizzatori. Il mercato estivo non era in linea con lo schema di Gasperini, la rivoluzione con sette-otto giocatori nuovi non ha pagato. Con il centrocampo schierato dall’ex tecnico del Genoa e la difesa a tre c’era grande rischio ed, infatti, si subivano tanti gol. Ballardini, appena è arrivato, ha chiesto ad ogni giocatore in che ruolo voleva giocare. La differenza tra i due allenatori è sulla fase difensiva. Ballardini gioca in maniera più accorta, con la difesa a quattro con Mesto terzino destro, che con Gasperini giocava a centrocampo o addirittura in attacco, e con Kharja trequartista. La forza del Genoa di Ballardini è stata proprio subire pochi gol. Nella partita contro il Napoli il Genoa potrebbe essere disturbato dal pensiero al derby, infatti Ballardini potrebbe gestire i diffidati Criscito e Dainelli, in modo da preservarli per la gara contro la Sampdoria.”
Il Napoli è al terzo posto e sta conducendo una stagione importante. Che percezione si ha della compagine partenopea nell’ambiente rossoblù?
“Il Napoli gioca veramente bene, Mazzarri, a differenza di quando era alla Sampdoria, sta dando anche una grande fluidità di manovra al Napoli. La grande stagione degli azzurri ha l’immagine di Edinson Cavani, un campione costato al club partenopeo meno di quanto ha investito il Genoa per un calciatore come Veloso. “
Genoa-Napoli: due tifoserie gemellate, ma due società che si fanno la guerra sul mercato. A Napoli si fa spesso notare questa contraddizione, nell’ambiente genovese invece come si affronta questo problema?
“La guerra sul mercato credo sia più apparente che reale, credo che non convenga né a De Laurentiis né a Preziosi di ostacolarsi. I due patron sono tra i pochi nel calcio a metterci i soldi. Poi Britos e Zuculini non mi sembrano nomi da farsi la “guerra”.
Domani sarà un altro grande appuntamento per un gemellaggio che dura da ventotto anni. Come valuti il rapporto tra la tifoseria rossoblù e quella partenopea?
“Io nell’82 ero attaccato alla radiolina, non dimenticherò mai le emozioni di quella giornata con il Milan che ribaltava il risultato a Cesena ed il racconto del radiocronista sul pubblico del San Paolo che cantava “Genoa, Genoa”. I rossoblù raggiunsero il 2-2 e la permanenza in serie A in un’atmosfera decisamente amica. Due anni fa è saltato il gemellaggio col Torino, già rovinato però in passato, mentre quello col Napoli è indissolubile, è una questione di affetto tra le tifoserie, da non confondere con il clima ostile che subiscono gli ex doriani Mazzarri, Maggio e Campagnaro. “
Il Napoli mercoledì deve affrontare un impegno decisivo contro lo Steaua Bucarest per il passaggio del turno in Europa League. Il Genoa, così come la Samp quest’ anno, non è riuscita la scorsa stagione a trovare le risorse necessarie per andare avanti. Perché secondo te?
“La società decise di utilizzare la competizione europea anche per valorizzare dei giovani, invece in Europa c’è bisogno di esperienza, così anche Gasperini sprecò un’occasione fondamentale, che credo che il Napoli non getterà al vento. La Sampdoria invece ha pagato in Europa League la delusione per l’esclusione dalla Champions. Il cammino europeo è centrale per una realtà che vuole crescere”
Intervista a cura di Ciro Troise
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