Non è una scuola calcio, ma una delle principali realtà del calcio giovanile in Campania. Per la rubrica “Viaggio nelle scuole calcio” la redazione di Iamnaples.it intervista in esclusiva Carmine Tascone, decano dei vivai e patron della Damiano Promotion, storica realtà del calcio giovanile. Un’intervista da non perdere che spazia dai suoi trascorsi nel calcio dilettantistico alla storia ed alle prospettive, fino alla partita di Manchester ed al campionato del Napoli:
Come è nata la Damiano Promotion?
“Quando io facevo l’allenatore ad Afragola durante la partita Afragolese-Siracusa feci il “monello” e fui squalificato per tre anni. Era il campionato 1989-90. Nacque così la Calcio Promotion a Capodichino; non potevo allenare e mi dedicai al calcio nel settore giovanile. Mi ricordo che il primo anno vincemmo il titolo regionale, l’allenatore era Gigi Sorianiello. Gradualmente mi sono affezionato ai giovani e cosi poi è nata la Calcio Promotion. Il nome poi cambiò in Damiano Promotion in memoria di un nostro ragazzo, Raffaele Damiano, che giocava nella Sampdoria e morì per le conseguenze di un contrasto di gioco”.
Ci descriva l’organigramma della Damiano Promotion. Avete una rete di osservatori?
“Si noi abbiamo 5 allenatori e 12 collaboratori al Kennedy. Lo scorso anno abbiamo portato tutte e cinque le categorie in finale. Alla fine degli allenamenti, tutti, sia gli allenatori che i collaboratori fanno il giro di tutti i campi della Campania alla ricerca di nuovi talenti”
Una rete di osservatori come l’Udinese?
“L’Udinese è la squadra simbolo, noi non siamo al loro livello. A fine campionato noi mandiamo gli osservatori a visitare le squadre che giungono al vertice. Noi come Damiano Promotion ogni anno disputiamo i play off Juniores, Allievi, Mini Allievi, Giovanissimi e Mini Giovanissimi, però come dice Mourinho “zero tituli”, ci resta comunque la soddisfazione di aver portato cinque squadre nelle finali”.
Qual è la situazione del calcio giovanile in Campania? Quali sono le realtà in crescita?
“Ci sono società emergenti in crescita negli ultimi sei-sette anni, ma le società storiche, come noi, la Pro Calcio ed il Posillipo, continuano a fare un buon lavoro. Oggi il calcio è cambiato perché ci sono tantissimi club e tutto diventa più difficile, ma noi della Damiano Promotion facciamo storia a parte”.
Il mercato estivo è uno dei momenti più importanti per una fucina di talenti come la vostra. Ci aggiorni sulle operazioni compiute finora?
“Noi siamo l’unica società che ad oggi ha ceduto 40 ragazzi e questo ci costringe quest’anno a non poter partecipare con i Giovanissimi perché non saremmo competitivi ed è in bilico la categoria Juniores”.
Quali sono stati i calciatori ceduti e vi sono altri trasferimenti in cantiere?
“Noi abbiamo fornito le categorie di serie A, B, C1 e C2 e siamo pronti a cedere altri nostri ragazzi alla Neapolis Frattese, poi dovremo piazzare sette elementi ad Avellino e qualcuno all’Aversa Normanna, fino al 17 Settembre tutto può accadere. Vi segnalo i migliori elementi ceduti finora: Savanelli alla Sampdoria, Esposito Raffaele (portiere classe ‘94), Tramontano (difensore sinistro ’97), Simone Tascone centrocampista (’97) al Napoli. Di Guida portiere ’95, Marante centrocampista ’96 e De Marino portiere ’96 sono andati alla Nocerina. Per terminare ci sono una ventina di ragazzi che sono approdati in compagine di Prima e Seconda Divisione della Lega Pro”.
I campionati regionali nel Lazio sono divisi tra le compagini che fanno selezione (elitè) e le scuole calcio. Si potrebbe applicare questa distinzione anche in Campania, in modo da accrescere la competitività dei tornei?
“Le società professionistiche della nostra Regione, come il Napoli che rappresenta la grande realtà del Sud. non dovrebbero cedere i calciatori fuori dal territorio campano, ma per evitare questo, tutti i presidenti dovrebbero investire nel vivaio con un budget importante e non dovrebbero lasciar scappare via i calciatori. Per fare un settore giovanile non ci vogliono solo persone competenti ma gente che impiega amore e passione nel lavoro. Purtroppo ci sono club di Leg Pro e serie B che hanno come referenti persone inadeguate. Per fare il settore giovanile, ci vuole cultura, si deve seguire passo dopo passo l’atleta e non è da tutti. Se non ci sono i soldi neanche per il convitto è inutile che ci chiedono i calciatori, non avendo le risorse”.
Quali sono i vostri obiettivi per il futuro?
“Sicuramente non retrocediamo (ride n.d.r.), abbiamo un buon gruppo ’96 negli Allievi e dobbiamo avere la fortuna di trovare altri elementi classe ’95 per rimpiazzare quelli ceduti altrove e completare così la rosa”.
Come affronteresti tecnicamente e tatticamente il City?
“Il girone del Napoli è quello più difficile, però sono fiducioso, perché il Villarreal, nonostante la rosa composta da buoni calciatori non è superiore alla squadra azzurra, il Bayern Monaco come organico secondo me è alla pari, solo il Manchester City è nettamente più forte del Napoli; il più grande limite degli azzurri è l’inesperienza . Gli unici che hanno disputato gare internazionali sono De Sanctis, quando era al Siviglia ed al Galatasaray, e Dossena nel periodo trascorso al Liverpool. Mazzarri carica i ragazzi all’inverosimile, e se la squadra gioca come sa, cioè con la determinazione, la giusta mentalità, la cattiveria agonistica, ce la possiamo giocare. Io farei giocare Gargano con Inler; l’uruguaiano è l’elemento che corre, che attacca il portatore di palla, si inserisce negli spazi ed è cattivo nei contrasti. Lo svizzero invece rappresenta l’estro, la fantasia e la creatività del Napoli”.
Il Napoli in campionato potrà migliorarsi?
“Gli azzurri potranno essere gli antagonisti del Milan, perché la Roma è un cantiere aperto, l’Inter ha le idee confuse, il Palermo difficilmente si ripeterà, l’Udinese si è indebolita e la Lazio è una buona squadra ma non regge il passo alla distanza. Il Milan ha qualche giocatore di spessore in più rispetto al Napoli. Vorrei, infine, fare un saluto ai lettori di Iamnaples.it perché Napoli ha la fortuna di avere un pubblico e dei lettori meravigliosi. Saluto tutti e mi auguro un San Paolo che da dodicesimo uomo in campo trascini la squadra verso i successi”.
Intervista a cura di Alessandro Sacco
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