Le competizioni europee sono anche eccezionali strumenti di confronto, occasioni per conoscere altri modi di vivere il calcio, altre culture e tastare l’immagine del Napoli in Europa. A due giorni da Napoli-Aik Solna, abbiamo intervistato Antonio Abizzo, collega di Eurosport Svezia, che ci ha svelato interessanti retroscena.
Ciao Antonio, ci potresti fornire una panoramica generale sull’AIK?
“Ritengo che il Napoli debba prestare molta attenzione all’AIK Solna. Per quanto il campionato svedese non figuri tra i migliori tornei d’Europa, posso tranquillamente affermare che stiamo parlando di una delle formazioni più attrezzate di tutto il panorama nazionale. Inoltre – prosegue il collega – ha una discreta esperienza in campo europeo, senza considerare che in estate la dirigenza ha effettuato un’ottima campagna di rafforzamento”.
Quali sono a tuo avviso i giocatori che potrebbero creare maggiori problemi al Napoli?
“Fermo restando che il Napoli dispone di un organico superiore in tutti i suoi effettivi, tra i calciatori da tenere a debita distanza citerei l’attaccante sierraleonese Mohammed Bangura, il difensore svedese di origini serbe, Daniel Majstorovic (ex Celtic e Basilea nonché pilastro della nazionale con Mellberg) e il giovane talento africano, Kwame Karikari. Parliamo di un attaccante ghanese di soli 20 anni. È alto 1.90 m e può dare più di un grattacapo alla retroguardia azzurra, che – a dirla tutta – è spesso protagonista di pacchiane amnesie. Rammento ai lettori che Karikari ha già punito una squadra di grande livello internazionale come il CSKA Mosca!”
Il CSKA Mosca battuto nel preliminare…
“Si. Dopo la sconfitta in terra svedese, nessuno credeva che l’AIK potesse aver ragione della potente armata russa. È quasi paradossale star qui a raccontare che a Mosca, a seguito della squadra c’era un solo e laconico giornalista, diventato da lì in poi “il cronista” di una vera e propria impresa sportiva. L’AIK ha acquistato fiducia nei propri mezzi, vince in scioltezza in “Allsvenskan” (serie A svedese, ndr) e vuole continuare a stupire. Anche al San Paolo di Napoli”.
Che opinione hanno del Napoli i media svedesi?
“La stampa svedese non sembra ben conscia del reale potenziale di questo Napoli, ipotesi avvalorata dal fatto che – stando ai titoli dei quotidiani sportivi – il pericolo numero uno in Europe League sarebbe il PSV. È una considerazione assolutamente inaudita, visto che il Napoli è a mio parere di un livello certamente superiore rispetto alla squadra olandese. Comunque sia, per ragioni di seguito, i media svedesi avrebbero preferito beccare nei sorteggi Tottenham o Newcastle. Il calcio inglese qui è il modello da seguire”.
Veniamo alle note dolenti: il terreno di gioco del San Paolo sta facendo discutere…
“Purtroppo devo dire che qui in Svezia se ne sta parlando tanto e in termini, ovviamente, poco lusinghieri. Ti spiego anche il perché di questa eccessiva risonanza mediatica. Vedi, in Svezia, ogni week end, “TV4 SE” trasmette in chiaro una partita del campionato di Serie A (le altre sono in pay per view). Ovviamente, anche in virtù del fatto che il Napoli è un’“euro-avversaria”, due settimane fa è stata trasmessa la sfida che ha visto gli azzurri trionfare sulla Fiorentina. Un’oscenità assoluta che ha creato sconcerto tra i media: in Svezia non si è parlato d’altro”
In che termini? Potresti essere più specifico?
“E’ indecente che in uno dei massimi campionati europei si assista scenari inverecondi di questo genere”, oppure, “è meglio che l’AIK cominci ad allenarsi per strada, o tra i campi fuori città, bisogna prepararsi al peggio!!”. “Questi i commenti più gettonati di opinionisti e giornalisti accreditati. Addirittura – rincara la dose – nel principale talk show sportivo della Tv svedese, in una nota rubrica che mette in risalto i top e i flop del calcio europeo – tra entrate assassine e svarioni clamorosi – è andata al terreno di gioco del San Paolo “la palma” del peggiore”.
Insomma, Fuorigrotta sul gradino più alto della “Top horror” del calcio europeo. Non ti sembra un po’ esagerato?
“Si, credo che effettivamente abbiano un po’ esagerato. Ciò nondimeno avranno modo di constatare i progressi che già contro il Parma sono sembrati evidenti, e questo mi rincuora”.
Parliamo di calcio giocato. Il Napoli ha perso Lavezzi, ma ha riportato alla base uno sfavillante Insigne. Qual è il tuo pensiero sulle strategie di mercato adottate dal club partenopeo?
“Dispiace che il Napoli abbia venduto uno dei suoi pezzi pregiati, ma è altrettanto vero che la società ha fatto un affare incassando i 30 milioni della clausola rescissoria. Senza “Pocho” la squadra peccherà in termini di imprevedibilità, certo, ma mi sembra molto più compatta e quadrata rispetto all’anno scorso. Spero che Insigne, il nuovo che avanza, possa dimostrare il proprio talento senza eccessive pressioni. Napoli dà e toglie in un attimo, bisogna lasciarlo crescere per bene”.
Ci parleresti del seguito del calcio italiano in Svezia?
“Premesso che qui il modello di calcio è quello della Premier League, sono numerosi i tifosi di origine svedese che seguono con passione le sorti delle squadre italiane. La maggior parte del sostegno è spartito tra Inter, Milan e Juventus. Subito dopo troviamo – secondo una stima ovviamente non ufficiale – Roma, Lazio, Fiorentina e Sampdoria”.
E il Napoli dov’è?
“Proprio a ridosso di queste realtà. Il progetto azzurro è senza dubbio ambizioso, ma comunque giovane. Dopo i fasti maradoniani la squadra è finita nel baratro delle serie minori. E qui ha stagnato per anni. Ora sta tornando alla ribalta, anche in termini di seguito. Il tutto grazie a quei simpatizzanti del Napoli che, pur essendo nati in Svezia – pur non avendo un benché minimo contatto “genealogico” con il capoluogo campano – raccontano ai figli del “Napoli di Maradona. A tal proposito, colgo l’occasione per inscenare l’ennesimo parallelo tra il Pibe de oro e Pelè…”
Parallelo tra Maradona e Pelè? In che senso? Spiegati meglio…
Si, quando parli di Napoli parli di Maradona e viceversa. Quando parli di Svezia, parli inevitabilmente anche di Pelè, che proprio qui ha vinto il suo primo mondiale. Stiamo qui a parlare di Napoli–AIK, eppure vorrei anticipare un particolare a mio avviso molto interessante. Il match storico, non me ne vogliate, non è tanto questo che andrà di scena giovedì sera al San Paolo, bensì quello del prossimo 22 novembre. AIK-Napoli, il ritorno in terra scandinava, sarà l’ultima partita che si giocherà nella gloriosa Rasundastadion, l’impianto che ospita tutti i match della nazionale svedese, senza contare che è proprio qui a Stoccolma che, come ho anticipato poc’anzi, Pelè vinse il Mondiale del ’58. È alla Rasundastadion che il nome di Pelè è diventato leggenda”.
Insomma, è curioso pensare che proprio Napoli avrà il compito di sillabare la parola fine, consegnare alla storia uno dei templi del calcio che vede il nome di “O Rei” scritto a caratteri d’oro.
A cura di Giovanni Ibello
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