Da oggi sarà di nuovo un calciatore a tutti gli effetti, ma nel suo cuore porterà per sempre i tre giorni vissuti tra i banchi dell’Università di Salerno. Nell’aula 7 della facoltà di Lettere e Filosofia Guglielmo Stendardo ha sostenuto le prove scritte dell’esame per diventare avvocato. «Ora che è finita – dice il difensore dell’Atalanta, che ha consegnato il suo compito intorno alle 17 – posso dire che è stata una grande soddisfazione, il coronamento di un sogno. Dedico questo momento alla mia famiglia, ai miei amici e a tutti quelli che mi hanno sostenuto. Spero di tornare a giugno qui per sostenere gli esami orali e conseguire l’abilitazione per svolgere la professione».
Da oggi Stendardo riprenderà gli allenamenti e sarà a disposizione di Colantuono che però non dovrebbe convocarlo per la gara in casa della Juventus, una delle sue ex squadre. «Spero si possa chiarire presto la vicenda – dice il difensore napoletano -. Non posso entrare nello specifico perché devo rispettare la volontà della società. Ci sarà tempo per discutere di tutto. Certo è che il calcio è la mia vita. La mia passione e il mio impegno per questo sport non verranno mai meno». In questi giorni Stendardo ha ricevuto numerosi attestati di stima e solidarietà. Il più importante è giunto dal presidente del Coni, Gianni Petrucci. «Le sue parole mi hanno fatto piacere – dice l’ex difensore della Lazio e del Napoli -. Spero di essere stato un esempio per i giovani a cui vorrei far capire che sport e studio si possono coniugare. Ho sostenuto dei sacrifici per farcela, ma sono veramente soddisfatto, anche se mi sento un po’ stanco perché sono stati giorni molto intensi. Ora aspetto che i compiti vengano corretti. Spero di aver raggiunto il miglior risultato possibile».
Tra i banchi dell’Università di Salerno Stendardo ha potuto toccare con mano la solidarietà dei suoi colleghi. Il lato bello della vicenda che l’ha visto, suo malgrado, protagonista è stato proprio questo. «Ringrazio gli studenti – dichiara Stendardo – che si sono schierati dalla mia parte. Hanno compreso i miei sacrifici e questo mi ha fatto davvero piacere. Per tre giorni siamo stati compagni di scuola ed è stata una bellissima esperienza. Il clamore mediatico che ha avuto questa vicenda per me è stato come l’incitamento dei tifosi quando scendo in campo: mi ha dato la spinta giusta per dare sempre di più e ringrazio tutti coloro che, stampa compresa, si sono interessati alla mia vicenda e le hanno dato risalto».
Stendardo non ha voluto svelare il suo reale stato d’animo, ma bastava leggere nel suo sguardo per capire che si sia sentito una sorta di incompreso in un mondo, quello del calcio, che ha sciupato l’ennesima occasione per smentire certi stereotipi. Tra le persone che gli sono state particolarmente vicine, il difensore orobico ha potuto contare sull’apporto di due giuristi, Salito e Lanzara, che l’hanno seguito, a titolo amichevole, nel percorso di preparazione all’esame. «Di solito – così la professoressa Mina Salito, docente di diritto di legislazione notarile e ricercatrice presso l’Università di Salerno – si parla di una categoria, quella dei calciatori, poco preparata, quindi potremmo dire che Guglielmo è l’eccezione. Ha colpito la grinta e la passione che ha per questa professione. L’auspicio è che possa diventare un bravo avvocato. Dispiace che qualcuno dell’Atalanta non abbia capito l’importanza di questo aspetto, anche perché ritengo che Guglielmo debba essere preso come esempio». Da oggi Stendardo torna alla sua vita di calciatore, nella quale, però, ha dimostrato che ci può essere posto anche per lo studio.
Fonte: Il Mattino
La Redazione
M.V.
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