Se la difesa in campionato ha cominciato a scricchiolare dalla sfida con la Juventus in poi, in Europa League, tranne la gara interna con gli svedesi del Solna, il reparto ha sempre lasciato a desiderare. Soprattutto nelle due gare esterne, quella in casa degli olandesi e la successiva in Ucraina. Sei gol in due trasferte. Ma anche tanta approssimazione nell’interpretare la fase passiva da rasentare anche passivi più pesanti. Mazzarri ha cercato invano di rimediare inserendo prima Cannavaro al fianco di Fernandez ed Aronica e poi Gamberini. Domani si cambia ancora. Al centro passa Aronica, dal momento che El Flaco è squalificato, mentre ai suoi lati agiranno Campagnaro e Britos, quest’ultimo riapparso proprio in Europa League nella sfida di ritorno con gli ucraini del Dnipro.
QUALI RIMEDI – Ma sarebbe ingeneroso addossare tutte le colpe ad un solo reparto. E sarebbe altrettanto improprio parlare di difesa limitandosi a citare i tre centrali. Se il Napoli è franato nelle due trasferte europee, le responsabilità vanno equamente distribuite con gli altri reparti. In particolare con il centrocampo. Mazzarri ha dovuto giocoforza avvicendare gli uomini della linea mediana, considerando gli impegni di campionato. Ne ha a disposizione solo quattro, se si escludono gli esterni: Inler, Dzemaili, Behrami e Donadel. In Olanda ha provato a creare una certa densità nella zona nevralgica inserendo anche El Kaddouri oltre a Donadel e Dzemaili in cabina di regia. Ma con esiti piuttosto deludenti. Idem in Ucraina, quando ha cercato di sfruttare Zuniga in una posizione insolita per lui, sulla trequarti. Per risparmiare Inler e Behrami, il Napoli ha smarrito così equilibri e capacità di filtro a centrocampo. Con la conseguenza inevitabile che i difensori si sono venuti a trovare spesso nell’uno contro uno con gli avversari esponendosi al rischio di essere saltati e quindi di prendere gol. Per non citare la cronica vulnerabilità sulle palle inattive. Domani, invece, per la prima volta in Europa League ci sarà Behrami (assente con il Milan per squalifica) a far coppia con Donadel in cabina di regia ed anche Dzemaili che in fase passiva dovrà prestarsi a dare un supporto. Insomma, un centrocampo più consistente, davanti ad una difesa che può contare sulla prestanza di Britos, sull’esperienza di Campagnaro (se ha riacquistato reattività) e sulla voglia di riscatto di Aronica dopo la distrazione con il Toro.
GLI ESTERNI – Ma quando si parla di linea mediana non si può non tirare in ballo gli esterni. Questi nel modulo di Mazzarri hanno un ruolo preponderante. Dovranno abbassarsi oppure offendere a seconda delle circostanze. Insomma, dare mano forte alla difesa, saper interpretare le diagonali, stringere al centro e non perdere mai le distanze dai compagni di reparto. Ed è qui, o perlomeno anche qui, che il Napoli in campionato ha accusato disagi e prestato il fianco agli inserimenti dell’avversario. La scarsa forma di Maggio, l’infortunio di Zuniga ed il ritardo nella carburazione di Dossena hanno fatto sì che la squadra non si sentisse così protetta ai fianchi. L’unico che ha dato segnali confortanti, sul piano della condizione, è stato Giandomenico Mesto. Ed a lui toccherà agire lungo l’out destro a Stoccolma. A sinistra, invece, via libera a Dossena che ha sempre giocato in Europa League e che ora è atteso dal test più indicativo. Se dimostra di aver ritrovato lo smalto dei tempi migliori, può anche riappropriarsi di quella maglia da titolare che gli era stata sua fino all’esplosione di Zuniga.
IL PORTIERE – Discorso a parte per Rosati. E’ stato travolto dalle amnesie dei compagni di reparto e di conseguenza ha smarrito fiducia e tranquillità, doti indispensabili per un estremo difensore, peraltro impiegato solo in Europa League. Ma Rosati non è l’ultimo arrivato, ha qualità per imporsi e smentire gli scettici. Dovrà solo giocare con serenità, sapendo che stavolta il reparto riceverà ben altra protezione.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.