Macchina da gol, per fortuna. Ma in difesa il Napoli balla. Questa squadra sa reagire, ha la consapevolezza dei propri mezzi, non si arrende mai, ha il comportamento della grande che, anche se non è brillante e intensa per tutta la partita, ha la qualità per ricucire gli strappi. Ma la retroguardia subisce troppe reti. E con il Marsiglia, poi, è emerso in tutta la sua limpidezza che il problema c’è. Vero, tante assenze (Zuniga, Mesto e Britos) e troppe situazioni arrangiate. E allora ecco che il Napoli corre ai ripari: ieri era a Villa Stuart Anthony Reveillere per sostenere le visite mediche. I sanitari del club azzurro hanno dato l’ok: il difensore è in ottime condizioni. Classe 1979, scudetti e supercoppe di Francia in serie con la maglia del Lione, sette mesi alla corte di Benitez al Valencia, deve adesso raggiungere l’accordo con il ds Bigon: contratto annuale da poco meno di 2 milioni a stagione la richiesta del difensore. Il Napoli offre una serie di bonus legati alle presenze che il francese non gradisce. Insomma, il 34enne deve attendere ancora qualche ora, ma la sensazione è che l’affare si farà. In Italia ha rischiato di arrivare già due volte: prima lo voleva il Milan e poi la Fiorentina. Lo stop sempre per le pretese del Lione che non cede mai a prezzi di saldo i suoi campioni. Reveillere andrebbe a colmare il vuoto di organico in difesa. È evidente d’altronde che sono gli esterni azzurri la parte debole del reparto arretrato. È chiaro che a Conte saranno bastati pochi minuti della sfida di Champions e pochi altri di quella con il Catania per capire che nella cerniera a quattro è il lato di Armero il punto dove è più semplice sfondare. Il colombiano, gara con la Fiorentina a parte, ha giocato titolare le ultime sette partite. Forse è stanco. O forse non ha nel Dna la fase difensiva. Di fatto, il suo avversario gli sfugge spesso via. Lacune evidenti: Armero perde l’uomo con frequenza, probabilmente perché non ha una visione periferica dell’avversario. Una visione che ha invece Albiol. Tradotto: quando la palla è lontana, non riesce a stare in marcatura come dovrebbe. E quando se ne accorge, ormai l’avversario è andato via. È successo con Thauvin e sabato sera con Castro. L’equilibrio. Il Napoli prende gol più per gli errori individuali che di tutta la retroguardia: c’è la sbavatura di Maggio sull’altro gol del Marsiglia, per intenderci. Il fatto poi che dopo circa tre mesi, Benitez sia ancora alla ricerca della coppia centrale titolare è emblematico: ovvio che in una linea a quattro, i due in mezzo siano fondamentali come l’acqua nel deserto. Se funziona l’intesa, gira tutto bene. Albiol è una certezza, ma nel corso della stagione ha alternato al suo fianco ben tre compagni di reparto. Tra Fernandez e Britos (quando rientrerà) sarà un continuo ballottaggio: Cannavaro è infatti ai margini, in attesa di capire se Benitez intende concedergli un’altra chance. Ma Rafa, su questo punto, deve decidere: perché l’amalgama, l’affiatamento non si creano durante l’allenamento, ma in partita.
ARMERO – Con il Marsiglia come contro il Catania il colombiano si perde sempre l’uomo: forse è stanco o non ha nel Dna la fase difensiva ma il suo lato è quello in cui gli avversari si infilano più facilmente.
FERNANDEZ – Dopo tre mesi, Benitez non ha ancora risolto il problema dei due centrali: l’argentino o l’uruguaiano sono le alternative più utilizzate, ma senza l’intesa che si cementa con le partite tutta la squadra rischia.
CANNAVARO – È il caso più clamoroso: il Napoli ha pochi difensori ma l’ex capitano è ormai chiaramente ai margini del disegno di Benitez. Tocca all’allenatore decidere se dargli un’altra chanche o se escluderlo definitivamente.
Fonte: Il Mattino.
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