Il suo nome Alessandro è composto dal verbo Alexein e dal sostantivo Andros, e vuol dire “difensore dei propri uomini”. E’ proprio questa l’aspirazione che ci ha confessato Alessandro Erra, allenatore della Paganese, per gianlucadimarzio.com: “Il mio obiettivo è difendere sempre i miei ragazzi. Aiutarli a crescere e migliorare”. Si definisce un uomo pacato, equilibrato e estremamente tranquillo. Tutto casa e allenamento: “Mi piace stare con la mia famiglia e seguire i miei figli”. Ascolta la radio, legge libri di storia e ama i film thriller. Tre allenatori gli hanno segnato carriera: Delneri, Simonelli e Cuccureddu: “Il primo era un predestinato”. Poi è il turno di Simonelli: “Lo reputo un maestro. Una sensibilità unica e una cultura smisurata”. Infine Cuccureddu: “Ricordo che trasudava storia del calcio”.
La sua carriera da calciatore si interrompe a 31 anni, a causa dell’ennesimo infortunio al ginocchio. Erra, però, inizia subito ad allenare: tre anni al Sambiase in Calabria, poi l’approdo alla Gelbison: “Volevo riavvicinarmi alla mia terra”. Prima del salto nei professionisti alla Vigor Lamezia: “Fu un campionato fantastico, macchiato dall’ultimo mese, che portò alla radiazione”. Poi gli anni di Catanzaro, definiti sulle montagne russe: “Non è stato facile. E’ una città che respira di calcio”. Un ricordo? I giorni che hanno preceduto il playout contro la Vibonese erano pieni di tensione. Retrocedere sarebbe stata una macchia sulla storia del Catanzaro”.
LA PAGANESE: UNA SCOMMESSA VINTA
Dall’incubo Serie D al sogno playoff, il passo non è poi così breve, eppure è ciò che sta vivendo la Paganese. Una storia, quella tra la società del presidente Trapani e Alessandro Erra, iniziata lo scorso marzo: “Arrivai in una situazione molto complicata”. La squadra, però, cambia pelle coglie risultati importanti e retrocede solo nello spareggio contro il Bisceglie, ma…: “Quando firmai, il presidente già parlava di ripescaggio, c’era la chiara intenzione di non abbandonare i professionisti”. Dalla retrocessione alla zona playoff, sono passati poco più di tre mesi, eppure tutto è cambiato. Con il successo di domenica contro l’Avellino, infatti, la Paganese è salita al settimo posto nel Girone C di Serie C: “E’ stato fondamentale l’apporto del pubblico che ci ha letteralmente trascinati. Il Torre sembrava uno stadio inglese, un vero e proprio catino”. Poi ci svela un retroscena: “Il presidente quest’estate aveva la forte intenzione di ricreare un’atmosfera positiva tra amministrazione comunale, tifosi e squadra. Possiamo dire di esserci riusciti”. L’obiettivo resta la salvezza, ma Erra sottolinea: “Questa è una squadra molto responsabile, che l’anno scorso non si è espressa secondo le sue potenzialità. La società è stata coraggiosa nel seguire questa idea e ora stiamo raccogliendo i frutti”. La soddisfazione maggiore? “Vedere ragazzi, che la scorsa stagione hanno sofferto, dimostrare il proprio valore con grande attaccamento alla maglia e senso di rivalsa”. Erra ci saluta, c’è un allenamento ad aspettarlo, intanto salvezza permettendo la città di Pagani vuole continuare a sognare ad occhi aperti.
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