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Eraldo Pecci: “Napoli più forte del Bologna, ma guai a essere presuntuosi…”

Campionato e coppa Italia. Per una strana congiunzione del pallone, Napoli e Bologna saranno due volte l’uno contro l’altro in quattro giorni. Una doppia sfida che per uno come Eraldo Pecci che ha avuto sulle spalle tutte e due le maglie non può non avere tratti e significati assai particolari. Anche se quella azzurra per Pecci – piede sapiente e apprezzato di un Napoli che s’apprestava a vincere il suo primo storico scudetto – è stata una toccata e fuga, mentre nel Bologna lui, romagnolo nato a due passi dalle spiagge calde e bianche di Cattolica, c’è addirittura cresciuto come calciatore.

E allora, signor Pecci, due notti di ricordi e sentimenti?
Questo è certo. Come è certo che con il Bologna il mio rapporto è stato più lungo e assai più intenso. Ma, sia chiaro, questo non vuol dire che a Napoli non sia stato bene. Tutt’altro. Anche lì ho vissuto bene e non posso che avere splendidi ricordi della città della gente e, ovviamente, di quel Napoli che era anche il Napoli di Diego Maradona».

E sulla doppia sfida?
«Una vale molto. L’altra, invece, quella di coppa, assai di meno. Perché? Perché la coppa Italia ha senso solo quando s’arriva alle semifinali e alla finale».

E allora dica del match di campionato. Che ne pensa?
«Se dico che il Napoli è più forte non scopro proprio niente. E’ più forte e basta. E in quanto alla partita, il Napoli è anche quello che ha da perdere di più. Infatti, domenica sera avrà un solo risultato, mentre al Bologna andrebbe di lusso pure un pari. Anche se fuori casa la squadra di Pioli fa più fatica a farsi rispettare. Comunque, spero sia una gara interessante e che la gente si diverta».

Beh, Pioli è uno che anche in passato al Napoli ha creato dei problemi. Di sicuro ci riproverà. E poi, pure il Napoli dovrà stare attento. A Diamanti e a Gilardino più di tutti, non le pare?
«Sicuro. Gilardino lo ritengo addirittura un lusso per una formazione che come scopo ha solo quello di salvare la categoria. In quanto a tattiche e possibilità di imbrigliare il Napoli, però, non posso dire molto. E’ che da un po’ di tempo non guardo volentieri i match del nostro campionato. Non mi diverto e allora guardo altrove».

Vuol dire che ha “ripudiato” il suo e il nostro calcio?
«Beh, non completamente. Quando posso seguo la Fiorentina. Trovo il calcio di Montella innovativo. In campo i viola si divertono; l’impressione è che per loro il gioco valga più del risultato. E mi piace anche la Roma. Non a caso una partita come l’ultima Roma-Fiorentina, a prescindere da come poi finisce, la guardi volentieri. Ma negli ultimi tempi quante ne abbiamo viste di partite come quella?».

Quindi?
«Quindi guardo molto più volentieri il Barcellona, il Borussia Dortmund e anche alcune partite della Premier. Insomma, cerco squadre capaci di regalare un calcio più vicino a quello che mi piace e mi appartiene».

Molto critica la sua posizione, signor Pecci. Se tutti facessero così?
«Può darsi. Ma se posso scegliere, scelgo quello che più mi diverte».

Intanto, ce lo vede il Napoli con la medaglia di anti-Juve, oppure è l’Inter il pericolo maggiore per i bianconeri?
«No, credo che dopo la Juve sia proprio il Napoli il più forte».

Tanto forte da poter sperare di percorrere sino in fondo la strada dello scudetto e dell’Europa League?
«Credo che le due cose non siano indipendenti. Mi spiego: prima c’è il campionato. Poi, se a febbraio o marzo i conti in classifica non dovessero tornare, beh, in quel caso il Napoli potrebbe puntare con maggiore interesse e convinzione all’Europa League. Cosa che, ovviamente, vale anche per l’Inter».

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