Enzo Setola è stato il primo a poter capire cosa c’era nei piedi e nel genio calcistico di Lorenzo Insigne. Lo allenava nei Pulcini all’Olimpia Sant’Arpino, dai campetti di Grumo, all’impianto Ludi Atellani. «La fortuna di Insigne è quella di non essere finito nella gogna di queli che ti mettevano al muro con il metro e decidevano: un metro trenta o quaranta non giochi, di più vai. Il suo talento è andato oltre i centimetri: e meno male!». Il suo primo maestro ricorda: «Quando lo voleva il Torino, quante volte lo hanno visto dal vivo Zaccarelli e Sala. Per tenerci buoni ci presero un portiere, Di Gennaro: poi fallirono, non se ne fece niente per Lorenzo, Di Gennaro finì alla Samp, arrivò alle spalle di Castellazzi e sparì perché a Genova puntavano sul loro giovane Fiorillo». Setola non si fa pregare, sono giorni di festa per il matrimonio del figlio, ma c’è da parlare di Insigne e si muove da casa per arrivare al campo. «E io non amo certe forme di protagonismo, è che a Enzino voglio bene e quello che chiedo per lui è solo che non gli giri intorno troppa gente per deconcentrarlo. Io sono interista, ma con Enzo lì ora tifo solo Napoli».
Condividi:
- Fai clic per condividere su Facebook (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Twitter (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per condividere su Ok Notizie (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic per inviare un link a un amico via e-mail (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pinterest (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Pocket (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su Tumblr (Si apre in una nuova finestra)
- Fai clic qui per condividere su LinkedIn (Si apre in una nuova finestra)
- Altro