Oggi è il ct della nazionale di calcio a 5 per disabili intellettivi e lo attende a Genova la semifinale nei Mondiali «Global Games». Nel 1987 Enrico Zazzaro, puteolano, era il portiere del Campania allenato da Claudio Ranieri in C1.
Che ricordi ha dell’attuale tecnico dell’Inter?
«Un uomo serio, un grande allenatore dalla forte personalità. Molto meticoloso nel lavoro, studiava l’avversario durante la settimana e non lasciava assolutamente nulla al caso. Ci spronava di continuo e voleva che facessimo gruppo anche dopo gli allenamenti, affinché fossimo come una famiglia. Ho già notato che in pochi giorni ha trasmesso questa filosofia ai giocatori nerazzurri».
Che anno fu quello a Pozzuoli?
«Un’annata balorda culminata con la retrocessione. Partimmo bene, poi i problemi. Ranieri lasciò la squadra dopo 18 partite. Arrivarono Bean e Rambone. I risultati non arrivavano e così la società richiamò Ranieri per le ultime quattro giornate: vincemmo contro squadre di vertice, non bastò».
Com’era quella Puteolana?
«Aveva buoni giocatori. A centrocampo c’era Mauro Picasso, che poi arrivò con il Foggia di Zeman in A. E poi uomini di categoria come Laurenti, Zuccheri, Venditelli e Torregrossa. Io mi alternavo tra i pali con Visconti».
Ranieri avrebbe voluto Zazzaro a Cagliari.
«Mi chiese di seguirlo ma io presi un’altra destinazione e lo incrociai in un derby sardo, da portiere della Torres».
Si sente ancora con Ranieri?
«Ci lega una grande amicizia. L’ultima volta ci siamo sentiti tre mesi fa. Claudio ha un bel rapporto con tanti amici di Pozzuoli».
La Redazione
A.S.
Fonte: Il Mattino
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