Parla a cuore aperto, Enrico Preziosi, e a cuore aperto si vedono chiaramente tre colori: il rosso e il blu, certo, ma anche l’azzurro. Quello del Napoli e di un capitolo che, pur volendo, il presidente che vola sul Grifone non potrà mai chiudere distrattamente. «Le origini non si dimenticano, è impossibile. Come cinquant’anni di tifo per il Napoli. Oggi, però, è il Genoa la mia vita». E anche la passione e la missione. «Perché in ballo ci sono la Champions per gli azzurri ma soprattutto la nostra salvezza». Una partita troppo importante. «Sì, fondamentale per il risultato e particolare per me: ecco perché sarò al San Paolo. Proprio io che in trasferta non vado mai».
Verrà in veste dell’amico Enrico Preziosi o del presidente Enrico Preziosi che freme per la propria squadra?
«In tante vesti. Incontrare il Napoli è sempre speciale, non è mai una partita come le altre per quanto mi riguarda. Tra l’altro, quest’anno la tensione sarà maggiore per questioni prettamente di classifica: in genere avrei detto, vinca il migliore e buonanotte, ma oggi abbiamo bisogno di punti quanto loro. La classifica non permette spensieratezza».
Dopo un avvio choc, però, il suo Genoa ha cambiato volto.
«Beh, lottiamo con fiducia e con ardore. I ragazzi ce la stanno mettendo tutta, ed è anche per questo che ho deciso di seguire la squadra a Napoli. Voglio stare vicino al gruppo. E poi il San Paolo non è mai ostile».
Qualche anno fa, nell’era pre-fallimento, lei ha anche sfiorato l’acquisto del club da Toto Naldi: rimpianti?
«No, assolutamente: non amo mettere l’orologio indietro. Oggi sono l’orgoglioso presidente del Genoa e tifo per il Genoa, e anche il Napoli ha una posizione solida, sana e sta facendo cose importanti. Va bene così».
E i cinquant’anni di tifo?
«Sono campano e certe cose nascono da bambini. Al di là dei sentimenti, dell’interesse con cui ne seguo le vicende e del grande affetto che nutro nei confronti di Napoli e della squadra, mi godo con fierezza Genova e il Genoa. E poi il gemellaggio, quello sì. Ecco, per tutti questi motivi è sempre una partita unica».
Lo sarà anche per un suo amico, Adriano Galliani: il Milan è l’avversaria numero uno della squadra di Mazzarri per il secondo posto. Le ha chiesto di battere il Napoli?
«Beh, Galliani tiferà per il Genoa un po’ per amicizia e un po’ per interesse. Io, invece, tiferò sicuramente per me. Nel calcio, a livello di pensiero ma non di azione, è tutto lecito come in amore: se un diretto avversario perde e la mia squadra ne beneficia è meglio. Si sa. Non siamo ancora così signori (ride)».
La prossima settimana, invece, c’è Milan-Napoli: lei tiferà per l’amico Galliani o per l’amico Napoli?
«Per il Napoli, se ragiono con il cuore. Ma in questi casi dico: vinca il migliore».
Alla fine chi la spunterà, secondo lei?
«Sfida molto equilibrata. Per il momento il Napoli è secondo e ha due punti in più, e tra l’altro il Milan deve giocare con la Fiorentina: partita difficile. A prescindere da tutto, però, credo che lo scontro diretto sia molto importante: non decisivo, perché c’è ancora tempo, ma fondamentale per dare un’impronta. Per scavare una linea profonda».
E oggi il Genoa recita la parte dell’arbitro.
«Credetemi, a noi interessa soltanto la nostra salvezza. Genova ama Napoli, ma se dovessimo vincere credo che dal gemellaggio si passerebbe all’amore vero».
Rapporto intenso, lo confermano anche i suoi attaccanti: Borriello, Immobile, Floro Flores. Tutti napoletani.
«Tutti bravissimi».
Al Napoli piace Immobile, non è un segreto. Lo consiglia a De Laurentiis?
«Ciro è un giocatore importantissimo, di grandissimo valore. Però quando si parla di lui non bisogna dimenticare che è a metà con la Juve. De Laurentiis vuole impostare il futuro sui giovani, e Immobile è un giovane importante. Se interesserà, ci siederemo a parlare. Anche perché al Genoa potrebbero interessare giocatori del Napoli. Ora, però, non parlo di mercato: penso soltanto alla salvezza».
Trascorrerà la notte mangiando tipico napoletano e guardando il Golfo?
«Di certo dormirò a Napoli, considerando l’orario della partita. E mangerò sicuramente alla napoletana! Ma lo faccio anche a Milano».
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
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