Cerca
Close this search box.

Enrico Fedele: “Cannavaro è indignato, ma tornerà più forte di prima”

Il legale del capitano: "Arriveremo al Tnas per fare giustizia"

Il vuoto, poi un’ombra che avvolge e il senso (autentico) della tristezza che travolge; le voci che diventano frastuono assordante e persino insopportabile, il caos dentro, mentre s’insegue un piccolissimo perché. Sei mesi, l’inferno, le fiamme che divorano, un vulcano ed un’esplosione: stavolta è vero, terribilmente vero, e l’ultimo appiglio nella fiducia si sgretola all’alba d’un nuovo malinconico (e inaccettabile) giorno che stavolta non scivola su quella maschera che adesso Paolo Cannavaro non regge più. Eppure era già tutto previsto, ma quando squilla il telefono che annuncia (e conferma) la sentenza, le porte dell’oblio si spalancano e le fitte dolorose sono figlie di lame sparse che si conficcano soprattutto nella testa, che affondano nella pelle, nella carne: ferite che lacrimano e rigano il volto d’un uomo «limpido, trasparente», al quale Enrico Fedele, il manager di sempre, prova a fare coraggio per quel che può. «C’è indignazione, nonostante avessimo capito da un po’ che s’andava incontro ad una condanna del genere. Ma io conosco Paolo da quando era bambino e so quali siano i valori che hanno improntato la sua carriera. E conosco Grava da altrettanto tempo: e so da quali sentimenti sia animato. Ma anche i tifosi sono informati sulla serietà di entrambi. La gente è con loro e Paolo, ne sono certo, tornerà più forte di prima».

L’ATTESA – E’ un tormento e stavolta, porca miseria, non c’è la valvola di sfogo d’una estasi (momentanea), quel vicolo illuminato in cui intrufolarsi al sabato o alla domenica o al mercoledì o al giovedì per un’ora e mezza, quel bypass delle partite utilizzato per dimenticare, per anestetizzarsi, per rinchiudersi nella speranza vana che sino a lunedì sera, mentre fa il girovago in auto con Salvatore Aronica tra una scuola calcio e un salto in un caseificio per regalarsi «due» mozzarelle, costituisce la sua ultima frontiera. «Come volete che stia? Aspetto…». Sei mesi, un’altra esistenza, spazi da ritagliarsi, vigilie da arricchire, stress da rimediare e un ricorso da preparare assieme a Ruggero Malagnini, il legale che gli sta al fianco, che annuncia altre battaglie, che fa da scudo e da motivatore: «Stiamo già preparando l’appello e vogliamo l’assoluzione piena: la vogliamo subito ma se serve arriveremo al Tnas. E’ una sentenza gravissima, che ha ritenuto strumentale la querela di Cannavaro nei confronti di Gianello per calunnia. E’ stata consumata un’ingiustizia». Stamani si riparte, la sacca in macchina e poi allenamento a Castelvolturno: intorno, il silenzio (che consuma) d’un pre-partita devitalizzato e un groviglio di pensieri, prima d’accomodarsi (stasera) in tribuna per macerarsi ancora.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
A.S.
Sartoria Italiana
Vesux

I Am Naples Testata Giornalistica - aut. Tribunale di Napoli n. 33 del 30/03/2011 Editore: Francesco Cortese - Andrea Bozzo Direttore responsabile: Ciro Troise © 2021 IamNaples
Salvo accordi scritti, la collaborazione con questo blog è da considerarsi del tutto gratuita e non retribuita. In nessun caso si garantisce la restituzione dei materiali inviati. Del contenuto degli articoli e degli annunci pubblicitari sono legalmente responsabili i singoli autori. - Tutti i diritti riservati Vietata la riproduzione parziale o totale dei contenuti di questo portale Tutti i contenuti di IamNaples possono essere utilizzati a patto di citare sempre IamNaples.it come fonte ed inserire un link o un collegamento visibile a www.iamnaples.it oppure al link dell'articolo.