Magari questa volta il duello a Stamford Bridge ci sarà. Perché Di Matteo non è Villas-Boas e il nuovo Chelsea dell’ex laziale vuole somigliare il meno possibile a quello scellerato dello Special Two che sulla panchina del San Paolo schierava, in ordine, Essien, Ashley Cole, Kalou, Obi Mikel e persino Fernando Torres.
Nel Chelsea anti-Napoli ci sarà anche Frank Lampard, il simbolo della vecchia guardia dei Blues. E questa volta dal primo minuto, non come nella gara di Fuorigrotta. E così Marek Hamsik uomo di corsa, movimento e gol, potrà trovarsi davanti ancora una volta a uno dei suoi miti. 34 anni per l’inglese contro meno di 25 anni del centrocampista slovacco che a Napoli ha scoperto la felicità. «Ha allungato il contratto fino al 2016», ha annunciato De Laurentiis venerdì mattina. È l’uomo in più di una squadra che stupisce in Italia e in Champions, «Marekiaro», che a Fuorigrotta è riuscito a far amare la maglia numero 17, il numero che nessuno vuole. E non è poco.
Una rete speciale quella segnata al Cagliari, un’astinenza lunga addirittura 13 partite. Per lui è praticamente un record da quando è in Italia: «Ma sono nella media di ogni stagione, chiuderà a quota 10, come sempre. E in più ho fatto 7 assist», ha spiegato sorridendo. Quando iniziò a giocare in maglia azzurra tutti lo paragonarono al giovane Nedved. Ma Edy Reja, il suo primo mister, si spinse assai oltre: «Macché, lui è persino più forte di Lampard». Chissà come sarà contento quel signore che ora guida la Lazio a vedere uno contro l’altro il maestro e il suo discepolo che viene dall’Est. Il nuovo contratto firmato è una doccia gelata per il Milan e per tutto il resto d’Europa che lo hanno inseguito e che lo inseguono ancora. Ma se un diamante è per sempre, Marek Hamsik pure lo è. E il nuovo accordo siglato con il Napoli tanto somiglia a un giuramento d’amore eterno. «Nessun centrocampista al mondo è tecnicamente più dotato di lui», ha detto il Pocho Lavezzi parlando dello slovacco. In un ruolo in cui bisogna essere bravi a rubar palla e a far ripartire l’azione e in cui bisogna essere ogni tanto bravi anche a fare gol, partendo a fari spenti, Hamsik è uno dei migliori.
Nella sfida di Londra molto passerà per i suoi piedi e la sua testa. In Europa ha segnato 6 gol in 24 presenze (persino in Intertoto) e in questa Champions due gol e entrambi contro il Villarreal. C’era persino nella prima gara di Intertoto, nel luglio di 4 anni fa, col Panionios: ai greci fece anche gol.
Una sola volta ha alzato la cresta da quando è a Napoli e per un ragazzo misurato come lo slovacco, nella sua carriera incline al low profile, le sue parole suonarono come una frustata: «Voglio vincere e magari mi piacerebbe farlo con il Milan». Era giugno e con Martina, sua moglie, e i suoi due bimbi era in Costa Smeralda, in vacanza. Ai tifosi vennero i brividi anche perché tutti fiutavano le manovre sotterranee di Mino Raiola che si stava inutilmente adoperando per impossessarsi in esclusiva della procura del capitano della Slovacchia, nelle mani di George Venglos che lo assiste dal 2004.
«Marekiaro», il copyright del soprannome è di Paolo Cannavaro, è un giocatore che, non è un mistero, piace un bel po’ a tutti. Dal Chelsea al Manchester City, dal Paris S. Germain allo Zenit. Pronti a spendere anche 40 milioni di euro per assicurarsi un centrocampista capace di segnare come nessuno nel suo ruolo.
Persino Mourinho, appena sbarcato ad Appiano Gentile nel 2008 parlò «di un giovane centrocampista che gli sarebbe piaciuto avere nella sua rosa». Non fece nomi. Ma tutti gli indizi portavano allora ventunenne di Banska Bystrica che il Napoli aveva comprato, l’estate prima, dal Brescia per 5,5 milioni. Dopo che il dg Pierpaolo Marino, rimase folgorato vedendolo («Non sapevo chi fosse, ma me ne innamorai») in una partita con l’AlbinoLeffe.
Marek è figlio d’ arte e viene da una famiglia di sportivi praticanti: il padre Richard è stato un discreto calciatore, a calcio gioca anche il fratello; la madre, Renata, ha giocato a pallamano, lo stesso sport della sorella Michaela (che poi ha sposato Gargano) e della moglie Martina. A pallone pare che giochi bene anche il secondogenito: «Ha un tiro fenomenale, la prima parola che ha pronunciato è stata gol».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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