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Emiliano Mondonico: «Coppa Italia senza Champions sarebbe una ciliegina senza torta»

Mondonico, ex Napoli e Novara a tutto campo: vittoria sul cancro ed il futuro degli azzurri

La vittoria più bella, quella per la vita. Il 14 novembre 2011 Emiliano Mondonico annunciò di aver sconfitto il tumore. Due mesi e mezzo dopo il Novara, ultimo in classifica, lo chiamò per sostituire Tesser. Dopo sette anni il «Mondo» è tornato ad allenare una squadra di serie A per quaranta giorni. L’avventura infatti è durata sei partite ed è passata attraverso il trionfo di San Siro sull’Inter con gol di Caracciolo, il 6 marzo l’esonero e il ritorno di Tesser a Novara, avversario domani sera del Napoli al San Paolo.
«Ringrazierò per sempre il Novara, mi ha dato una possibilità di vita. Essere chiamato da una società di serie A mi ha aiutato moltissimo a vincere definitivamente la malattia, mi ha restituito il coraggio di vivere. Ci sono situazioni che possono abbatterti e portare a sederti. Quella chiamata mi ha dato la forza per lottare ancora di più tutti i giorni, tornando ad allenare non potevo avere momenti per farmi prendere dalle malinconie. È stato un film con un lieto fine. Diciamo che il Novara mi ha tirato la volata negli ultimi duecento metri per arrivare al traguardo».

 E l’esonero?
«Parliamo di cose di calcio, dopo tanti anni non mi meraviglio di nulla, sono cose che possono succedere. La mia gratitudine al Novara resterà per sempre».

Il Novara, ne parliamo?
«Partiamo da una certezza. Il Napoli non troverà una squadra arrendevole, tutt’altro. Quindi, se dovesse affrontare la partita sotto gamba andrebbe incontro a sgradite sorprese. Il Novara giocherà con il massimo dell’impegno per giocarsi le ultime chances salvezza e comunque per raggiungere la miglior posizione possibile in classifica attendendo poi eventuali sviluppi».

 Caracciolo e poi...
«Dire Caracciolo è normale, come dire Cavani, sono i due attaccanti più forti. Aggiungo Rigoni che possiede giocate importanti, come Hamsik. Ecco indicherei loro due come possibili protagonisti della sfida. E poi il centrocampo molto solido con Porcari, Radovanovic e Pesce. E ancora l’abilità dei difensori sulle palle inattive. Nel Novara ci sono buoni saltatori e il Napoli deve stare attento perchè in questa stagione ha dimostrato di soffrire in situazioni del genere. Una partita che si potrà sbloccare così anche a vantaggio del Napoli, da un calcio d’angolo oppure da un calcio di punizione».

La lotta al terzo posto, il Napoli può crederci?
«Il Napoli deve crederci, ha il dovere di crederci. La Champions League è la torta, la Coppa Italia sarebbe la ciliegina. La cosa più importante è il terzo posto perchè ti darebbe continuità. Il Napoli in Champions non deve essere considerato solo una bella avventura ma deve diventare la normalità per le caratteristiche della società, della squadra, dell’ambiente e della tifoseria».

 Già ma la Lazio è avanti sei punti…
«Il Napoli dovrà provare a vincere tutte le gare da qui alla fine. Questa deve essere la convinzione, poi si guarderà la classifica finale. Si dovrà rivedere la stessa motivazione, la stessa concentrazione e la stessa rabbia della Champions League. Bisogna affrontare il Novara come si giocò contro il Manchester City. Secondo me il problema di queste tre sconfitte non è stato fisico ma mentale. Non vorrei che fosse subentrato l’appagamento per la finale di coppa Italia».

Ma le tante partite si sentono nelle gambe a questo punto della stagione?
«La stanchezza si avverte in questo periodo soprattutto quando scoppia il primo caldo. Ma visto che la temperatura ancora non si è alzata e soprattutto c’è stata tanta pioggia questo fattore si avverte di meno. Per me il Napoli è calato come livello di motivazioni e di attenzione, non è un problema fisico».

 Un passo indietro lungo dodici anni, come ricorda la sua esperienza a Napoli?
«Con grande piacere anche se si chiuse con la retrocessione, Napoli per me resta una piazza straordinaria, unica. Nonostante l’annata difficile i tifosi ci restarono sempre al fianco. Non potrà mai dimenticare il San Paolo pieno alla penultima giornata per Napoli-Roma».

Una retrocessione che ancora brucia?
«Tantissimo. Fummo retrocessi per quella punizione di Roberto Baggio in Napoli-Brescia. Fu quello l’episodio decisivo, la rete dell’1-1 di Baggio all’ultimo secondo, una punizione che l’arbitro fece ripetere due volte. Fu già bravissimo nella prima esecuzione aggirando la barriera, poi sulla seconda cambiò lato e sorprese tutti compreso il portiere Fontana. Non ci fu neanche il tempo di rimettere la palla al centro. Vincendo avremmo messo dietro di tre punti un’avversaria diretta, invece quel gol cambiò tutto».

 Quella squadra lottò come lei fino all’ultimo secondo?
«Nulla da dire sull’impegno, prendo come esempio Edmundo, il suo fu un comportamento magnifico. Il brasiliano fu quello che ci rimase male più di tutti, quando retrocedemmo a Firenze si avvicinò, mi strinse la mano e mi disse che era distrutto perchè il Napoli non era riuscito a salvarsi».

Torniamo al Napoli attuale, i consigli di Mondo per ripartire forte…
«Credere tutti fermamente nella Champions League perchè non raggiungerla significherebbe fare un passo indietro. Se arrivi terzo puoi programmare la prossima squadra sperando di arrivare secondo e sapendo di doverti nuovamente confrontare nell’Europa che conta. Deve essere questa la grande motivazioni di tutti, la stessa che ha permesso agli azzurri, ottimamente guidati da Mazzarri, di giocare alla pari delle grandissime di Europa».

Fonte: Il Mattino

La Redazione

P.S.

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