Un campionato vinto con largo anticipo ma anche una grande delusione in Europa, dove il doppio confronto con il Real Madrid ha chiuso agli ottavi di Champions League il percorso del PSG di Unai Emery. I milioni spesi in estate per Neymar, Mbappé e non solo non hanno quindi dato l’esito sperato e a fine stagione le strade del club e dell’allenatore spagnolo di separeranno. A pochi giorni dal termine di questa annata è stato proprio Emery a parlare di alcune vicende interne che hanno coinvolto alcuni calciatori della formazione parigina.
Queste le sue dichiarazioni ai microfoni di SFR Sports, che hanno reso noto il rapporto non ottimale con Thiago Silva: “Con lui ho avuto molte discussioni durante i miei due anni al PSG. Essendo il capitano mi sono sempre aspettato molto di più, gli ho parlato e gli ho detto che mi sarei aspettato qualcosa di diverso. Secondo il mio punto di vista – dopo aver parlato con il presidente – gli ho detto che le cose dovevano cambiare oppure avrebbe dovuto andare via”.
Oltre a quelli meno noti con il difensore, più volte si è poi parlato del rapporto turbolento con Neymar: “Il fatto che lui dopo un allenamento debba fare quattro o cinque campagne pubblicitarie non è la cosa migliore per la squadra – ha spiegato l’allenatore – ma bisogna capire perché il club insegue anche di avere successo anche a livello mediatico. Oggi Neymar non si è ancora inserito al cento per cento a Parigi ma con lui in campo nella gara di ritorno contro il Real le cose sarebbero andate diversamente”.
“Confrontarsi con lui è semplice, è una bella persona e ha un gran cuore. E’ umile. Viene da una famiglia umile ed è diventato un campione e portare avanti questi due aspetti non è facile. Tutto ciò che fa, tutto ciò che lo coinvolge fa di lui una stella. Ma al tempo stesso rimane un bravo ragazzo e questo facilita i rapporti”.
Da Neymar a Mbappé, arrivato dal Monaco l’estate scorsa: “Bisogna essere orgoglioso di averlo qui perché storicamente questi giocatori che ha 18 anni cominciano a presentarsi ai palcoscenici internazionali di solito vogliono lasciare la Francia. Quando abbiamo incontrato lui e il padre ci avevano detto di voler andare al Real Madrid o al Barcellona, ma siamo stati io ed il club a dirgli che doveva restare in Francia. Un francese come lui deve essere contento di essere rimasto in patria e non essere andato in Inghilterra o in Spagna, come per esempio ha fatto Henry anni fa”.
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