Il presidente del Consiglio dei Ministri, Giuseppe Conte, ha parlato alla Camera riguardo le iniziative del Governo per fronteggiare l’emergenza Coronavirus: “La diffusione dell’epidemia ha innescato in Italia e in Europa una crisi senza precedenti che sta esponendo il nostro Paese a una prova durissima. Ci stiamo misurando con nuove abitudini di vita con impatto negativo sull’intero sistema produttivo. Sono giorni bruttissimi, registriamo ogni giorno, con dolore, nuovi decessi. Non avremmo mai pensato di guardare immagini con file di autocarri con all’interno bare dei nostri concittadini. Siamo vicini a tutti. Permettetemi di rivolgere un pensiero, da quest’aula, anche agli sforzi straordinari di medici, infermieri e di tutti coloro che rischiano la loro vita per salvare quella degli altri. Nei giorni scorsi ho ricevuto una lettera da uno di loro, Michela, che mi ha chiesto di non dimenticarci di loro quando la crisi sarà finita. Non lo faremo. Stiamo combattendo un nemico invisibile che entra nelle nostre case, stiamo limitando gli spostamenti per evitare il contagio. Questa emergenza arriva a sfidare il nostro Paese in tutte le sue componenti: economico, sanitario e sociale. L’emergenza riguarda il settore pubblico e quello privato. Il Governo è consapevole che dalle sue scelte dipendono le conseguenze della vita dei cittadini. Queste scelte condizioneranno il futuro di tutti. Verrà poi il tempo dei bilanci e delle valutazioni e le scelte verranno giudicate, sarà la storia a farlo. Sono qui a riferire delle nostre azioni, che devono guardare al bene comune. Il Governo ha agito con la massima determinazione e con assoluta speditezza, adottando prima di tutti misure di massima precauzione, a partire dal 22 gennaio, ben prima che venisse dichiarata l’emergenza internazionale. Il 31 gennaio abbiamo dichiarato l’emergenza Nazionale, per un periodo di 6 mesi. La limitazione al contagio è stata una scelta necessaria e in questa prospettiva i primi interventi hanno avuto l’obiettivo di isolare i contagiati. Il primo caso è stato scoperto il 21 febbraio e subito, insieme alla Protezione Civile, abbiamo valutato quello che dovevamo fare. Da quel momento abbiamo diramato decreti leggi e DPCM per contrastare il contagio e le sue conseguenze. Abbiamo poi assicurato il massimo coinvolgimento delle Regioni. Con il DPCM dell’11 marzo abbiamo chiuso le attività commerciali non essenziali, poi come Governo il 14 marzo, dopo 12 ore di intenso lavoro abbiamo regolamentato le misure contro il contagio da Coronavirus nei luoghi di lavoro, assicurando adeguati livelli di protezione. Infine, con l’ultimo DPCM, del 22 marzo, abbiamo ulteriormente integrato le misure di contenimento del contagio, impedendo lo spostamento da un Comune all’altro se non per comprovate ragioni di necessità. Quest’ultima misura si è rivelata di complessa elaborazione, visto che l’individuazione di filiere fondamentali è risultata molto delicata. Oltre alle misure contenitive il Governo si è subito attivato per aiutare il settore sanitario, permettendo l’assunzione degli specializzandi in medicina. L’emergenza richiede una significativa presenza economica nazionale ed europea. Attualmente abbiamo un +63,8% di posti in terapia intensiva. Per quel che riguarda il fattore economico al momento l’intervento è insufficiente, serve sostegno al credito. Ci sarò un altro interventi di ulteriori 25 miliardi di euro. Stiamo lavorando per un nuovo decreto che possa potenziare e rafforzare le misure economiche già adottate, sul fronte della liquidità, della protezione sociale e del sostegno al reddito, per le imprese, per le famiglie e per i lavoratori autonomi. Probabilmente ci sarà una recessione nell’intera Europa: la nostra unione monetaria potrà uscire vincitrice dalla crisi con una nuova governance, serve un salto di qualità. L’Italia sta lavorando alla creazione di strumenti di debito comune dell’eurozona. Lavoreremo con la massima determinazione, massimo coraggio. Restando uniti ne usciremo presto”.
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