Fosse stato tedesco avrebbero detto di lui che era un panzer. Invece lo chiamavano e lo chiamano ancora «El Pampa», perché è un figlio della grande pianura argentina, della quale sia in campo che ora ai microfoni di Sky Sport sembra aver preso i ritmi lenti. Roberto Carlos Sosa è diventato famoso per i gol che segnava e anche per aver indossato per l’ultima volta la maglia numero 10 del Napoli prima del ritiro dalla scena.
Quali le insidie delle gara di oggi col Pescara?
«Il vero pericolo è quello di sbagliare l’approccio della gara, quello di scendere in campo un atteggiamento sbagliato che possa consentire agli avversari di prendere fiducia nei propri mezzi. Sono rischi che devi affrontare quando contro non hai né il Milan né la Juve».
È contro le piccole che si vincono i campionati?
«È vero, però non è che finora, in questo avvio di serie A, il Napoli di gare ne abbia sbagliate tante. A me viene in mente solo il primo tempo contro l’Atalanta».
Poi c’è anche il mezzo passo falso al San Paolo col Torino.
«Lì c’è stato solo un episodio storto. Il calcio è fatto di queste cose. Con il Pescara fa bene Mazzarri ad invitare la squadra a non abbassare la guardia: è un modo giusto per preparare questa partita».
Cosa devono temere di più gli azzurri?
«Il Pescara dopo l’addio di Stroppa e l’arrivo di Bergodi è diventato ancor più difensivista: gioca con cinque uomini indietro, tre centrocampisti e due attaccanti. Modesto e Zanon curano più la fase difensiva che quella offensiva. Nella gara con la Roma si sono già viste quelle che sono state delle modifiche sostanziali».
Napoli favoritissimo, comunque?
«Sulla carta ci sono quasi venti punti di differenza in classifica e qualcosa questo significa: ma non bisogna prendere sotto gamba l’impegno».
Chi deve temere di più Mazzarri?
«Le incursioni di Cascione. È un giocatore che può creare molte difficoltà».
Non ci sono né Maggio né Pandev. Un problema?
«Senza di loro non è proprio lo stesso Napoli. Maggio, in particolare, non è facilmente sostituibile per le sue caratteristiche».
Mazzarri ha rimproverato i suoi dopo la vittoria di Cagliari. Ha fatto bene?
«Anche Guidolin all’Udinese faceva così, non era mai contento. Ma dietro c’è un discorso psicologico, un modo di motivare il proprio gruppo conoscendo le singole personalità».
Quale il miglior Napoli della stagione?
«Tatticamente, come impostazione e come approccio, la gara con la Sampdoria a Marassi è stata quasi perfetta. Come spettacolarità del gioco, mi viene subito in mente quella con la Lazio».
A gennaio lei prenderebbe solo un altro attaccante?
«No. Anche un centrocampista dai piedi buoni, uno di qualità».
Fonte: Il Mattino
La Redazione
P.S.
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