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El Kaddouri: “Voglio restare nel Napoli”

L'ex del Brescia gioca una gara convincente e vuole giocarsi le sue opportunità nel Napoli

Centocinquanta minuti in campionato (e spezzoni in Coppa Italia ed Europa), più della metà dei quali (79) vissuti intensamente nel giorno della festa al San Paolo. Nel giorno del saluto alla squadra (e di qualche addio . . .), nel giorno dei fuochi pirotecnici a bordo campo, con il countdown scandito dal presidente. Ma petardi scoppiettanti anche per lui in campo, per un Omar El Kaddouri partito finalmente titolare e svelatosi nella versione più consona alla sua fama. Che lo aveva preceduto, in arrivo dal Brescia (in comproprietà) ma che poi non s’è manifestata durante la cavalcata verso la Champions. Per tutta una serie di motivi, perché di base c’era una pressoché intoccabile gerarchia, e quindi non per demeriti dello stesso. Che di occasioni ne ha avute (frazionate e diluite) ma non era mai riuscito a lasciare il segno, come stavolta al San Paolo, in quella che in effetti è stata più una vetrina (pure sofferta) ad obiettivo già acquisito. E perciò il 22enne belga di origini marocchine, ha potuto fare le sue giocate in totale rilassatezza, senza cioè l’assillo di dover esplicitare il suo valore a tutti i costi. “Un piccolo Zidane” così s’era pronunciato Corioni prima trasferimento, con successiva conferma: «Il Napoli ha fatto un affare».

APPLAUSI – Tanti e anche inaspettati. E’ uscito fra i prolungati tributi dei tifosi, dopo aver seminato il terrore nella retroguardia toscana con un’irresistibile serpentina, ed aver propiziato il pareggio del Matador visto che prima del colpo di testa dell’uruguaiano, c’era stata la sua traversa. Avrebbe di sicuro meritato il sigillo personale. «Peccato per le occasioni fallite, ma sono felice per la mia prestazione. Alla fine solo un po’ di crampi» per il talentuoso trequartista momenti di gratificazione sparsi fra sala stampa, t.v. e radio. «Il Siena è un’ottima squadra e noi siamo scesi in campo con le seconde linee, ma alla fine meritando la vittoria. Il mio è stato un anno di crescita: non ho giocato molto, ma ho potuto imparare molto allenandomi con Cavani ed Hamsik. C’è ancora una settimana, dopo di che tutti decideranno il loro futuro, compreso me: se ne parlerà con la società, valutando il da farsi nel modo migliore. Mi piacerebbe restare». E poi un avviso ai naviganti: «Però un altro anno così no». Anche perché dopo la performance di ieri, andrebbe per lo meno rimosso dall’elenco degli oggetti misteriosi.
Fonte: Corriere dello Sport
La Redazione
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