Poco più di dieci minuti giocati in campionato, un gol pesante, decisivo per la vittoria del Cagliari in casa della Roma, ma anche tanta voglia di riscatto per Mostapha El Kabir, fermo da oltre un mese per un fastidio muscolare che lo ha messo ko dopo la sfida interna contro il Novara. La sfida col Napoli è fra qualche giorno, ma per El Kabir è scattato il conto alla rovescia nella speranza di conquistare uno spazio in una gara così delicata. «So che per i miei compagni e per tutto l’ambiente questa è una partita molto attesa, ma credo sia importante soprattutto per la classifica. Loro sono dietro di noi e cercheranno di scavalcarci, ma noi dobbiamo a tutti i costi fare risultato per tenerli dietro e difendere l’ottima posizione conquistata».
La concorrenza è agguerrita. «E’ vero, ci sono tanti bravi giocatori in attacco, da Nenè a Thiago Ribeiro, a Larrivey e Ibarbo, ma c’è anche El Kabir. Ora sto bene, i problemi fisici sono alle spalle quindi devo lavorare sodo in settimana per convincere l’allenatore».
GRANDE CARICA– Finora Massimo Ficcadenti si è affidato a una punta centrale, alternando Nenè e Larrivey, affiancati da una seconda punta, ruolo interpretato sempre da Thiago Ribeiro. Ibarbo ha avuto qualche spezzone di gara, e Cossu rimane il punto di riferimento qualitativo del reparto. La punta marocchina, invece, non ha ancora avuto modo di ritagliarsi spazio e se è vero che ha una altissima percentuale di realizzazione rispetto ai minuti giocati, ancora non ha fatto vedere i suoi colpi migliori e le sue caratteristiche. «Fa piacere segnare, ma se la squadra non vince è del tutto inutile, quindi preferisco che siano messi in primo piano i successi del Cagliari e non quelli personali. Io sono a disposizione già per la gara contro il Napoli e se il tecnico me lo chiedesse, sarei disposto anche a giocare terzino destro. L’importante è essere utili al gruppo».
L’AMBIENTAMENTO – Non è stato facile avere a che fare prima con i problemi legati alla lingua e poi con gli acciacchi muscolari, ma tutto ciò ha accentuato la grande voglia di El Kabir che è diventato uno del gruppo. «All’inizio è stata dura perché non capivo molto, ma il linguaggio del calcio è universale e in campo tutto è assai più semplice. Sto prendendo lezioni di italiano con un insegnante privato, per ora capisco quasi tutto anche se faccio fatica a parlare. Dal punto di vista fisico, non è stato semplice adattarsi ai nuovi ritmi di lavoro che sono differenti rispetto a quelli cui ero abituato in Svezia, ma ormai sono pronto a ricominciare».
Sotto l’ala protettrice dei senatori rossoblù, Conti, Agostini, Cossu e Pisano, e con l’aiuto di Nainggolan che parla anche l’olandese, El Kabir è riuscito a diventare un elemento dello spogliatoio. E questo, secondo l’attaccante, è uno dei punti di forza della squadra. «Quì ci sono bravi giocatori e ottime persone. Questo è importante perché mi hanno accolto bene e anche quando ero infortunato mi sono stati tutti vicini. Il gruppo è compatto, ora non mi resta che cercare di dare il mio contributo».
La Redazione
A.S.
Fonte: Corriere dello Sport
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