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Effetto Higuain: tifosi in delirio e corsa all’abbonamento

ROMA – In duecento lo hanno atteso all’aeroporto di Fiumicino. Con sciarpe, videofonini e blocchi per gli autografi. Più i fotografi e le telecamere dei giornalisti. Gonzalo Higuain ha mandato in tilt lo scalo di Roma, l’atmosfera che si respirava era simile a quella dell’arrivo dell’acquisto romanista Kevin Strootman: un assaggio per Higuain, che in tardissima serata è arrivato a Dimaro dove lo festeggeranno i tifosi azzurri in ritiro con la squadra, ma il vero bagno di folla lo farà a Napoli lunedì prossimo. E lì sì che sentirà il cuore della gente.

UN TIFOSO DOC – Tra i tifosi impazziti ieri a Fiumicino ce ne era uno speciale: Diego junior, il figlio di Maradona in ritiro con la nazionale di beach soccer nella Capitale e a Sky Sport ha raccontato il breve incontro privato con Higuain. «L’ho visto molto contento. S’è accorto subito che ero il figlio di Maradona, mi ha detto “Ola Diego!”. La mia prima impressione è state positiva, mi sembra un bravissimo ragazzo. Non si aspettava un’accoglienza così, era un po’ intimidito. Il numero di maglia? Io gli darei la 9, la 10 non si tocca». Lo sguardo di Higuain ieri era tra il disorientato e l’impressionato e lo hanno confermato le uniche parole che gli sono state strappate per rompere un silenzio imposto dalla società: «Sono molto felice, non mi aspettavo questa accoglienza incredibile». Gli uomini delle forze dell’ordine e della security lo hanno protetto dal festoso assalto della gente che gli ha messo una sciarpa al collo e lo ha sommerso di complimenti e di incitamenti a vincere lo scudetto. Un’immagine che stride con quella di Cavani che la scorsa settimana, al suo sbarco a Parigi, era passato completamente inosservato: gli effetti di un tifo sofisticato rispetto ad uno passionale. Preferiamo il secondo.

DA FIUMICINO A VILLA STUART – L’argentino, in camicia rossa (esattamente color malva) con colletto bianco e jeans, è stato accolto dal coro “Gonzalo uno dei noi”. Il cordone della Polizia ha faticato a contenere l’entusiasmo della gente prima che l’attaccante riuscisse a salire su un monovolume bianco per dirigersi a Villa Stuart. Proprio in quegli istanti i tifosi del Real Madrid lo salutavano con una commovente lettera aperta nella quale lo ringraziavano per i suoi gol e per il suo madridismo. «E’ arrivato come un ragazzo ed è andato via come una leggenda» uno dei passaggi più emozionanti. Da Fiumicino a Villa Stuart l’atmosfera non è affatto cambiato: nella clinica romana che ormai è consolidato e qualificato punto di riferimento internazionale per quel che concerne la medicina sportiva e il controllo degli atleti di tutte le discipline, c’erano oltre un centinaio di tifosi. E’ stato un impegno suppletivo, rispetto alle visite che si sono protratte per tre ore e mezza dalle 16, tenere a bada l’entusiasmo dei tifosi che hanno presidiato la struttura dal mattino, quando era arrivato Pepe Reina. Higuain si è mosso pochissimo all’interno della struttura (diversamente da quanto avviene di solito): il tifo che si animava intorno (un atleta del rugby campano che faceva fisioterapia in clinica è riuscito a infilarsi in uno studiolo e gli ha “strappato” una foto sul cellulare) ha suggerito passaggi interni. Ultimo atto il consulto con il professor Mariani per poi poter dare la piena abilità al Pipita: che per eludere l’ultimo bagno di entusiasmo è uscito da un varco laterale con il fratello Nikolas cambiando macchina e lasciando l’autista ad attendere invano fuori come i pochi tifosi a quel punto rimasti.

UFFICIALITA’ – In serata la società ha confermato l’ok alle visite e dato appuntamento alle festa di lunedì al San Paolo, dove scoprire le nuove maglie, conoscere i volti nuovi, il nuovo inno, “O surdato ‘nnammurato” rivisitato e le “Napoli Cheerleaders”. Per Napoli-Galatasaray l’entusiasmo è alle stelle: 15.000 i biglietti già acquistati. Così come il primo giorno di abbonamenti ha portato mille tessere. La febbre Napoli cresce. E ieri Higuain l’ha fatta salire alta.

fonte: Corriere dello sport

La redazione
F.G.

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